lunedì , 10 Novembre 2025

CO-MONDO: MARIO AIRÒ ESPONE ALLA GALLERIA TUCCI RUSSO

Mercoledì 17 settembre è stata inaugurata, alla Galleria Tucci Russo, la mostra di Mario Airò intitolata Co-mondo. È la seconda mostra personale dell’artista nella sede torinese della Galleria.

Abbiamo avuto il piacere di dialogare con la gallerista Lisa Tucci Russo, che con grande passione ci ha raccontato i significati delle opere esposte e il pensiero dell’artista.

Innanzitutto una riflessione sul titolo: “cosa si può intendere per Co-mondo se non il fatto che noi come individui abbiamo un continuo scambio con tutto ciò che ci circonda sia a livello di fruizione ma anche di sensazione, di sensibilità e di emozione, che è quello in fondo che è la linea guida anche nella creazione e nella fruizione dell’opera d’arte”.

Particolare di Pareidolia Capillare, Mario Airò, 2025

La mostra si realizza in tre sale. Nella prima sala Il giardino delle delizie (1989) è un lavoro che esprime la sua fragilità perché è un’arancia sulla quale l’artista ha disegnato la propria mano, lo stesso Airò afferma che “un’opera è un frutto, […] si ciba di cura”.

Nella stessa sala Pareidolia Capillare realizzato nel 2025, è un insieme di plance in legno leggermente sovrapposte dove la materia grezza e il colore stimolano una percezione libera e senza interpretazioni definite. Per pareidolia si intende il dialogo tra l’occhio e la mente, un’illusione in cui il cervello di fronte a uno stimolo ambiguo percepisce forme note.

Nella seconda sala sono presenti tre opere il cui titolo è Trilogia della devozione (2024), “volutamente appese ad una altezza che ci costringe ad alzare lo sguardo quasi come un gesto di rispetto, rispetto all’opera d’arte. E questo è anche il motivo per cui ognuno di questi “quadri” non è neanche toccato dal chiodo, […] ma hanno come delle basi che li avvolgono come quasi fossero una protezione rispetto all’opera stessa. Le tracce di colore […] sono quasi come un soffio o un’anima che si leva dall’opera, quindi, non è da intendere in senso religioso ma proprio in senso di rispetto e di sensibilità per l’opera stessa”.

Le voci della sera: una cromatografia (2022), sempre nella seconda sala, è un libro di Natalia Ginzburg che ha colpito molto l’artista. Il libro è stato immerso in diversi e successivi bagni di inchiostro di varie tonalità. Il colore che ne è risultato rispecchia le emozioni dell’artista nel leggere il libro stesso.

Nella terza e ultima sala, Ierofania (2011): è il momento in cui il sacro si manifesta. È un neon che attraversa e perfora un foglio di carta su cui è impresso un testo il cui titolo è “When the sacred manifests itslef”.

Musica per una fine, Mario Airò, 2025

I Grattages (2016) accompagnano quest’opera e sono “un altro aspetto di come Airò intende la pittura”. In questo caso la carta, supporto dell’immagine, diventa l’opera stessa grazie all’intervento dell’artista che ha raschiato materia alla carta: un bassorilievo reagente alla luce.

Conclude la mostra un’edizione interessante che nasce da una collaborazione tra Ennio Morricone e Pier Paolo Pasolini il cui titolo è proprio Musica per una fine (2025). “Una rosa che è stata pressata su questi fogli stampati che ha quindi ceduto la sua essenza e il suo colore al foglio stesso”. Sarà possibile visitare la mostra di Mario Airò fino al 31 gennaio 2026 presso la Galleria Tucci Russo. https://www.tuccirusso.com/it/home

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