martedì , 17 Giugno 2025

Tra segno e simbolo: il mondo poetico di Simone Vera Bath da Internocortile a Torino.

“Ponti” è il titolo della mostra personale di Simone Vera Bath all’Atelier Internocortile di Torino.

Quello di Simone Vera Bath è un universo creativo alimentato da una forza vitale inarrestabile: per lei l’Arte non è solo espressione, ma un’esigenza profonda che l’accompagna sin dall’infanzia, così come la spiccata capacità di elaborare il mondo che la circonda con l’intelligenza del lavoro manuale. Il suo gesto artistico nasce da un impulso interiore, da un flusso continuo e ancestrale che attraversa il suo essere e si trasforma in opera, scultura e gioiello.

Alla base del suo lavoro vi è un istinto potente: trasmettere, attraverso le sue opere, la forza del pensiero, tradurre in forma visibile e indossabile un’idea carica di energia positiva. E questo intento si è espresso pienamente nel corso del tempo, come dimostrano le numerose testimonianze di chi indossa le sue creazioni, riconoscendo in esse quello che l’artista stessa definisce un “ponte energetico” tra l’artefice e colui che sceglie di indossarlo. Nel suo universo poetico l’immagine del ponte – tra culture, tra persone, tra forme di energia differenti – ritorna spesso come sottile e potente filo rosso: è l’Arte a costituire l’elemento che unisce, portatrice di valori estetici e spirituali espressi nella materia preziosa.

Simone Vera Bath è nata a Berlino e ha scelto l’Italia – il suo atelier è a Roma – per vivere e creare: cosmopolita nell’animo, da sempre esercita la capacità di “osservare” l’altro con curiosità e rispetto, e ha saputo far proprie suggestioni provenienti da differenti mondi culturali. Il suo archivio immaginifico è ricco, stratificato, alimentato da viaggi reali e interiori che hanno plasmato, nel tempo, la sua fantasia. Un aspetto fondamentale, raro e prezioso del suo lavoro: le sue opere non somigliano a nulla di già visto. In particolare, i suoi anelli, arditamente immaginati anche nel formato quadrato e triangolare, evocano linguaggi antichi, riti dimenticati, forme arcaiche che rielabora con un tratto assolutamente personale. La sua cifra stilistica è unica, contemporanea, profondamente originale.

Nei suoi gioielli traspare un amore autentico per la materia – i metalli, il bronzo su tutti, le pietre preziose – che ella forgia e definisce nel suo laboratorio sino a dare vita a una sorta di “archeologia del futuro”: opere caratterizzate dal contrasto tra la superficie ruvida del metallo — lavorato con una tecnica speciale per creare volutamente un effetto di incompletezza nel risultato finale — e la lucentezza delle pietre. Anche la Natura è spesso fonte di ispirazione, intensa come forza degli elementi da osservare, che tornano, sublimati, nell’iconografia dell’artista.

Già a partire dalle sue prime esperienze formative a Berlino e Firenze, quando si è avvicinata alla scultura e all’oreficeria, Simone ha instaurato con la tridimensionalità un rapporto istintivo, naturale: le sue creazioni dialogano con lo spazio e con il corpo, superficie viva con cui interagisce con sicurezza e grazia. Non sorprende che abbia una predilezione per gli anelli, simbolo potente perché posti sulle mani, primo strumento con cui l’essere umano, insieme alla vista, entra in contatto con il mondo e con il quale si esprime, spesso in una comunicazione che anticipa quella verbale. Le mani, d’altro canto, sono per l’artista, per l’artigiano, per l’orafo, strumenti essenziali: è attraverso di esse che l’idea si fa forma, materia, realtà. L’anello “Fedone”, emblematico della sua produzione, è pensato a partire da sé stessa, e immaginato per uomini e donne: un amuleto, una promessa di sincerità e fiducia nelle proprie risorse interiori.

Le sue sculture da indossare, dense di simboli e significati, sono caratterizzate, da un punto di vista formale, da un’estetica raffinata. Nella loro matericità volutamente grezza, dal gusto sofisticato e “barbarico”, invitano a riflettere sull’essenza delle cose, sulla loro imperfezione. Il “non finito”, nelle mani di Simone, diventa scelta poetica: un modo per ricordarci che la perfezione non ci appartiene, e che la bellezza autentica risiede nella consapevolezza dei nostri limiti. E in questa consapevolezza si nasconde una forza silenziosa che accomuna tutti in un unico abbraccio, non a caso titolo di un suo anello dall’incastro perfetto.

Il lavoro di Simone Vera Bath si distingue per la capacità di coniugare rigore progettuale e libertà creativa, in una sintesi formale che restituisce al gioiello contemporaneo una dimensione altamente simbolica, di grande attrazione e bellezza.

Ancora un accenno sul titolo della personale torinese, secondo le parole della gallerista di Internocortile, Silvia Tardy: “L’ho chiamata così perchè nel suo lavoro il tema delle connessioni è dominante:fra le energie dell’universo e il sentire dell’artista, fra chi indossa una sua creazione e il significato intimo che le attribuisce, fra se stessi e il messaggio, molto più che estetico, che si da agli altri, fra le forme nette e squadrate e quelle rotonde e morbide dei suoi gioielli; ponti per creare una bellezza che è prima di tutto Armonia“.

PER INFO

Simone Vera Bath

dall’8 maggio al 10 giugno 2025

Internocortile Atelier
via Fratelli Calandra 7 C
10123 Torino
mobile 39 347 4167555

About Paola Stroppiana

Paola Stroppiana (Torino, 1974) è storica dell’arte, curatrice d’arte indipendente e organizzatrice di eventi. Si è laureata con lode in Storia dell’Arte Medioevale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, città dove ha gestito per più di dieci anni una galleria d'arte contemporanea. Collabora con diverse testate per cui scrive di arte e cultura. Si interessa a nuovi percorsi d’indagine come il gioiello d’artista e le ultime tendenze del collezionismo contemporaneo, argomenti sui quali ha tenuto conferenze presso l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari, Il Museo Civico di Arte Antica e la Pinacoteca Agnelli di Torino, il Politecnico di Milano.

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