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Salvatore Defina per DamArs a cura di Eva Amos

Salvatore Defina, Il Pathos e la Violenza, per DamArs a cura di Eva Amos
Salvatore Defina, Il Pathos e la Violenza, per DamArs a cura di Eva Amos

Canale Arte, per la sezione “Leggere l’Arte” propone una serie di approfondimenti dal catalogo della mostra DamArs a cura di Eva Amos e Anastasia Lavrikova per l’omonima mostra organizzata al Museo Arte Scienza di Milano con la partecipazione di Vittorio Sgarbi. Oggi una presentazione e un testo critico dedicati alla pratica artistica di Salvatore Defina.

Nella propria pratica estetica di natura prettamente pittorica e scenografica, Salvatore Raffaele Defina, artista e insegnante calabrese, definisce le atmosfere di una tensione tra espressivitĂ  sofferta e serenitĂ  ritrovata. I colori primari, in piena potenzialitĂ  cromatica e materica, segnano le polaritĂ  massime di un percorso che piega l’approccio figurativo ad un’incisivitĂ  visionaria di carattere lirico e appassionato. La donna, in primo piano su uno sfondo di cavitĂ  e lacerazioni residuali, viene raffigurata in una drammaticitĂ  tanto netta e orgogliosa quanto livida.

Il pathos e la violenza di Salvatore Defina

Descrizione dell’opera di Salvatore Defina: La donna sofferente, flagellata, umiliata dalla violenza quotidiana e rassegnata. anche lo sfondo contribuisce ad infliggere dolore.

Nato a S.Onofrio (VV) il 3/10/1945, Salvatore Defina studia al Liceo Artistico di Vibo Valentia dove si diploma come Maestro D’arte con specializzazione in “Tecnica della ceramica”. Nell’anno 1966 consegue l’abilitazione di Disegno e Storia Dell’Arte per l’insegnamento nelle scuole secondarie di primo e secondo grado presso Palermo. Intraprende, così, la carriera di Docente di Educazione Artistica: percorso svoltosi prima con l’esperienza del precariato, vagando per le zone piĂą disagiate dell’amata Calabria, poi, dal 1974, in veste di Docente di ruolo.

Un percorso professionale fatto di un profondo senso di responsabilitĂ , di serietĂ  ed impegno, di disponibilitĂ  all’aggiornamento. Un docente attento al rapporto con i genitori degli alunni, ai quali ha garantito un dialogo sempre aperto. Ha seguito con attenzione ogni singolo discente con metodologie individualizzate. In questo modo ha garantito l’apprendimento, l’entusiasmo, la capacitĂ  di ricerca e quindi lo sviluppo integrale della personalitĂ  di quest’ultimo, al fine di una attiva e fattiva partecipazione alla vita della societĂ  e dello Stato.

Prova tangibile di quanto evidenziato sono le testimonianze presenti nella scuola di Cropani (Cz), luogo presso il quale ha prevalentemente lavorato. Tutta la scuola è tappezzata di opere. Necessario è un cenno al dipinto su mattonelle raffigurante il territorio del Paese, protagonista indiscusso della parete di accesso alla scuola.

Gli allestimenti scenografici di vari spettacoli e progetti di fine anno, che lo hanno visto protagonista, sono la testimonianza della passione e della dedizione profuse nel proprio lavoro. La vocazione per l’arte fiorisce fin dai tempi della formazione, questa entra nella sua vita in punta di piedi, accompagnandolo in ogni tappa, divenendo suo baluardo. Il pennello e la tela divengono compagni di viaggio, confidenti ai quali affidare le proprie emozioni: gioie e tormenti. Il colore lo guida nell’espressione dei sentimenti, si spazia dal “rosso del sacrificio” al “blu della serenità”. Un animo che fa della tela il suo specchio. Ha organizzato numerosi eventi culturali e mostre personali. Un lavoro, il suo, svolto nel religioso rispetto del termine “artista”, che la sua riservatezza gli impone di usare con parsimonia. Oggi un uomo in pensione, dedito alla sua famiglia e alla sua amata Arte.

About Ivan Fassio

Poeta, scrittore, curatore d'arte contemporanea.

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