Le sale di Palazzo Reale a Milano accolgono “Man Ray. Forme di luce”, una grande retrospettiva dedicata a uno dei protagonisti assoluti dell’arte del Novecento. Pittore, fotografo, regista e sperimentatore, Man Ray ha rivoluzionato il linguaggio visivo, influenzando in modo duraturo l’arte, la fotografia, il design e la cultura contemporanea.
L’esposizione, che riunisce circa trecento opere tra fotografie vintage, disegni, litografie, oggetti e documenti provenienti da collezioni pubbliche e private, offre un ampio sguardo sull’universo creativo dell’artista. Il sottotitolo Forme di luce diventa una chiave interpretativa del suo percorso, in cui la luce è materia poetica e strumento di sperimentazione.
Attraverso la fotografia, ma anche con la pittura, il cinema e l’objet d’art, Man Ray ha indagato temi come identità, desiderio, sogno e assurdo, costruendo un linguaggio personale e riconoscibile, capace di sovvertire le regole del visibile.
Il percorso espositivo si articola in otto aree tematiche, che raccontano la ricchezza e la varietà della sua produzione. Si passa dai ritratti e autoritratti, nei quali l’artista gioca con la propria immagine, ai nudi e alle muse femminili che ne hanno ispirato l’opera, fino alle celebri rayografie, alla fotografia di moda e al cinema d’avanguardia.
Nato a Philadelphia nel 1890 da una famiglia ebraica di origini russe, Emmanuel Radnitsky adottò presto lo pseudonimo “Man Ray”, unendo “uomo” e “raggio di luce”. Dopo gli esordi negli Stati Uniti e l’amicizia con Marcel Duchamp, nel 1921 si trasferì a Parigi, dove entrò in contatto con il gruppo surrealista di André Breton. Qui realizzò immagini iconiche con Kiki de Montparnasse, sperimentò il cinema e inventò le rayografie e la solarizzazione, tecnica sviluppata con la fotografa Lee Miller.
Negli anni Trenta rivoluzionò anche la fotografia di moda, collaborando con stilisti come Poiret, Schiaparelli e Chanel. Dopo un periodo negli Stati Uniti durante la guerra, tornò definitivamente a Parigi nel 1951, dove continuò a creare fino alla morte nel 1976.
La retrospettiva milanese invita il pubblico a ripercorrere la straordinaria avventura creativa di un artista che ha fatto della luce la materia prima del suo linguaggio. La sua opera continua ancora oggi a esercitare una forte influenza sull’arte contemporanea, testimoniando la vitalità di una visione capace di unire sperimentazione formale e profondità poetica. Un viaggio nell’immaginario di Man Ray, dove ironia, sogno e libertà si fondono in un’unica, inesauribile forma di luce.
La mostra “Man Ray. Forme di luce” sarà visitabile fino all’11 gennaio 2026 a Palazzo Reale a Milano. https://www.palazzorealemilano.it/homepage






























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