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Le città notturne di Gisella Chaudry per Luoghi Comuni a Torino

Sarà possibile visitare fino a fine gennaio Talvolta Notturna, nuova personale dell’artista Gisella Chaudry (Palermo, 1989). Il progetto è stato realizzato nell’ambito della rassegna Il Taccuino del Marziano, promossa da Officina Con_Temporanea per la Residenza Luoghi Comuni San Salvario grazie al sostegno di Fondazione CRT

Dopo l’esperienza collettiva di “Quattro equilibri palermitani” e il progetto personale “Ascoltami. Residui di sole nell’atmosfera di mezzo” per Davide Paludetto, la giovane scultrice palermitana torna a misurarsi con la scultura e lo spazio, elementi con i quali intesse, ogni volta, una relazione dialogica, fatta di tensioni palpabili, sia da un punto di vista formale che intellettuale. Le sue architetture (o meglio, sculture nello spazio) prendono vita in modo progressivo e si appropriano di volta in volta dell’ambiente che le ospita con la grazia di un oggetto in transito, mai uguale a sé stesso, che si adatta e si espande sin dove è possibile: un equilibrio, quello espresso dall’artista, tra “scultura + architettura + ambiente” che diventa un simbolo all’impermanenza, una soluzione possibile, ma temporanea.

C’è chi plasma la materia; Gisella plasma l’idea della materia costruendo moduli argomentati, pulsanti, tutt’altro che semplici nel loro fluido connettersi eppure dallo sviluppo apparentemente naturale, quasi inevitabile. Traendo spunto dalla frase di Flaiano Anime semplici abitano talvolta corpi complessi l’artista ha pensato ad un’installazione ambientale composta da fitte intersecazioni di piani e aste in ferro, linee e volumi in espansione che segnano percorsi potenzialmente infiniti. Un sistema complesso, prossimo alle visioni utopiche delle città invisibili di calviniana memoria. Ed è proprio l’idea intangibile di una metropoli contemporanea che Gisella evoca: una struttura urbana che dal centro si espande in nuove, necessarie periferie che rispondono alla necessità di aumentare gli impianti abitativi, moduli di una crescita disordinata, informe.

Una visione astratta, quasi metafisica della città che rivendica, al contempo, una forte componente fisica di chi, quelle città, le abita: le linee disegnate dalla struttura in ferro, scura, silente, sono infatti percorse da scarpe di ogni forma e colore, vuote, evocatrici di una presenza /assenza tanto vera (le scarpe sono usate) quanto simbolica, elementi concreti di una sineddoche visiva, parte per il tutto di straniante e malinconico realismo (A chi appartenevano? Quanta strada percorsa? Dove andavano?). Nelle intenzioni dell’artista la struttura di Talvolta notturna, sorretta da pilotis, forma una comunità di edifici privati da ogni oggettiva abitabilità. Piani e linee tracciano pieni e vuoti che mettono in relazione lo spazio fisico dell’opera con il contenitore che la ospita, dichiarando così un legame tra l’esistente e l’intenzione, tra il vero e il potenziale. Gli scaffali qui utilizzati come elementi da costruzione sono strutture presenti in molte abitazioni, ma velocemente mutano il loro status di prodotto industriale a mezzo di espressione, modulo scultoreo dalle infinite possibilità. Le superfici lisce e regolari, assemblate come un tetris da porzioni geometriche, evocano i quartieri popolari costruiti per accogliere famiglie che vivono nella quotidianità a stretto contatto gli uni con gli altri. Crocevie di esistenze in precario equilibrio unite dalla costante sensazione di uno stato transitorio, dove la caduta è possibile, ma altrettanto sono le strade da esplorare, le possibilità di un futuro prossimo. La scarpa è il manufatto umano che più di altri necessario al movimento (senza, letteralmente, non si va da nessuna parte); le scarpe simboleggiano stabilità e protezione, servono a compiere percorsi, sono primo veicolo di movimento nel tempo e nello spazio. Le scarpe fissate sui montanti degli scaffali tracciano traiettorie (anche psicologiche) che si dipanano per tutta la struttura come passi liberati dal peso della gravità.

Una leggerezza, un movimento cadenzato che pian piano si affievolisce nella notte, lungo le strade silenti della città che dorme: un acquietarsi delle coscienze, delle anime semplici ma tenaci, vite in necessario stato transitorio, che non interrompono mai il loro viaggio.

 

Per Info

Talvolta Notturna   Gisella Chaudry

Residenza Luoghi Comuni, Via San Pio V 11 – Torino

About Paola Stroppiana

Paola Stroppiana (Torino, 1974) è storica dell’arte, curatrice d’arte indipendente e organizzatrice di eventi. Si è laureata con lode in Storia dell’Arte Medioevale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, città dove ha gestito per più di dieci anni una galleria d'arte contemporanea. Collabora con diverse testate per cui scrive di arte e cultura. Si interessa a nuovi percorsi d’indagine come il gioiello d’artista e le ultime tendenze del collezionismo contemporaneo, argomenti sui quali ha tenuto conferenze presso l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari, Il Museo Civico di Arte Antica e la Pinacoteca Agnelli di Torino, il Politecnico di Milano.

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