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Gli artisti e le opere: Albino Galvano, Le Bagnanti, 1932

Nelle Bagnanti di Galvano la scelta di uno stile in chiave volutamente antinovecentestista diventa un primo passo per nuove soluzioni pittoriche.

 Il dipinto di Albino Galvano Le bagnanti, frutto della produzione giovanile dell’artista, risale al 1932 e presenta le caratteristiche tipiche di una scena campestre con figure femminili discinte ritratte nell’atto di bagnarsi nelle acque di un fiume o approcciarsi ad esso in contesti silvani, ricalcando i modelli accademici di nudo di scuola francese del XIX secolo.

Tali modelli attingono dichiaratamente a quadri celebri come Le déjeuner sur l’herbe di Manet, soprattutto per la figura di sinistra che ricambio lo sguardo dello spettatore (si veda anche il dettaglio del cappello di paglia) come alle Bagnati di Cezanne, sino alle composizioni di Courbet o Ingres per la figura di schiena. Da notare anche le influenze casoratiane, in special modo per la donna sullo sfondo – già sfocata – e per gli alberi, sottolineati da un’attenta scomposizione cromatica di matrice fauve che ne evidenzia la volumetria. Il dipinto, di notevole dimensioni (190 x 230 cm) è firmato in basso a sinistra, ed è stato esposto nell’ambito della mostra “Omaggio a Albino Galvano” organizzata a Torino nel 1992 presso il Circolo degli Artisti.

Albino Galvano, nato a Torino nel 1907, entrò nella scuola di Felice Casorati nel 1928, per lui palestra non solo di pittura, ma anche di cultura antifascista; lo studio era frequentato, tra gli altri, da Italo Cremona, Paola Levi Montalcini, Lalla Romano, con i quali strinse una profonda e duratura amicizia. La sua pittura, fin dagli esordi, apparve prossima al postimpressionismo del cosiddetto Gruppo dei Sei, che tra il 1929 e il 1931 fu punto di riferimento decisivo per il rinnovamento della pittura a Torino, pur guadando ad un recupero degli stilemi del passato: Galvano stesso stilò il repertorio dei temi iconografici, rigorosamente antinovecentisti, ricorrenti nei dipinti da lui esposti alle Biennali di Venezia, alle Quadriennali romane tra gli anni Trenta e i primi Quaranta: “[…]pesci, molluschi, conchiglie, vecchi libri accartocciati, crocefissi e acquasantiere barocchi, nudi tortili come molluschi e paesaggi incerti tra quegli andamenti sinuosi e un modesto cezannismo che era nell’aria”. Nel 1938 si laureò presso la facoltà di magistero dell’Università di Torino con una tesi dedicata alla pedagogia della religione, argomento che avrebbe approfondito nella sua vita con scritti filosofici in parallelo alla sua attività artistica. Nel 1941 fu assistente alla cattedra di pittura di Paulucci all’Accademia Albertina di Torino; dal 1942, e fino al 1978, insegnò storia e filosofia negli istituti liceali. Tra il 1945 e il 1949 si aprì nella sua pittura una fase espressionista, documentata dai dipinti esposti alla Biennale veneziana del 1948 e caratterizzata dalla semplificazione dei contorni lineari e dall’uso di una tavolozza bidimensionale. Gli sviluppi di questa ricerca lo condussero ad una piena adesione all’arte astratta e, intorno al 1950, costituì insieme a Biglione, Parisot e Scroppo la sezione torinese del Movimento arte concreta (MAC), cui facevano capo anche Carol Rama e la Levi Montalcini. Alle radici e al significato dell’arte astratta dedicò anche alcuni contributi teorici come il saggio Storicità e significato dell’arte astratta. Galvano proseguì nella produzione di opere a carattere geometrico e informale che, in un secondo tempo, elaborò in elementi neoliberty.

Morì a Torino nel 1990.

 

Per info

Casa d’Aste Sant’Agostino, Torino

About Paola Stroppiana

Paola Stroppiana (Torino, 1974) è storica dell’arte, curatrice d’arte indipendente e organizzatrice di eventi. Si è laureata con lode in Storia dell’Arte Medioevale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, città dove ha gestito per più di dieci anni una galleria d'arte contemporanea. Collabora con diverse testate per cui scrive di arte e cultura. Si interessa a nuovi percorsi d’indagine come il gioiello d’artista e le ultime tendenze del collezionismo contemporaneo, argomenti sui quali ha tenuto conferenze presso l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari, Il Museo Civico di Arte Antica e la Pinacoteca Agnelli di Torino, il Politecnico di Milano.

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