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Rembrandt incontra Rembrandt a Torino

Il Ritratto di vecchio dormiente, già nelle collezioni della Galleria Sabauda e uno dei rarissimi quadri del maestro olandese presenti nelle collezioni nazionali italiane, è posto a confronto con La cena in Emmaus conservato presso il Musée Jacquemart-André di Parigi.

Rembrandt, “Ritratto di vecchio dormiente”, Galleria Sabauda, Torino

Nello Spazio Scoperte della Galleria Sabauda sino al 16 aprile 2023 sarà possibile ammirare due capolavori giovanili di Rembrandt (Leida, 1606 Amsterdam, 1669): il Ritratto di vecchio dormiente, già in collezione Sabauda – uno dei soli tre dipinti del maestro olandese presenti nelle collezioni italiane (gli altri due sono “Ritratto di giovane” e “Autoritratto”, entrambi agli Uffizi) – e “La cena in Emmaus”, prestigioso prestito dal Musée Jacquemart-André di Parigi.


Rembrandt
, La cena in Emmaus, Musée Jacquemart-André, Paris, ph Andrea Guermani

Le due opere, databili al 1629, sono altamente rappresentative della fase giovanile di Rembrandt e costituiscono significativi esempi della maestria del pittore nell’uso del colore, nella modulazione della luce e nella trasfigurazione poetica dei soggetti tratti dalla realtà quotidiana (anche quando afferiscono alla storia sacra). Ad accompagnamento di questo illuminante confronto una selezione di ventidue opere tra dipinti, disegni (di cui uno sicuramente autografo) e acqueforti riferibili alla sua scuola e che testimoniano la fortuna critica e l’influenza del maestro sulle collezioni dei Musei Reali, oltre che a ricordare la passione di Rembrandt per il collezionismo e la cultura classica.A questo proposito afferma la Direttrice Enrica Pagella: “La mostra propone un percorso sullo straordinario patrimonio legato al maestro olandese conservato ai Musei Reali, e intende portare all’attenzione del pubblico le ricche raccolte di arte fiamminga e olandese, che rappresentano una peculiarità, sia per consistenza, sia per qualità, nel panorama delle collezioni pubbliche italiane”.


Rembrandt incontra Rembrandt
ph Andrea Guermani

Annamaria Bava, responsabile delle collezioni d’arte e di archeologia dei Musei Reali, introduce le due tavole facendo notare come nella tavola della Galleria Sabauda, acquisita nel 1866, la figura del vecchio addormentato sia immersa in un’oscurità a tratti impenetrabile (un amnìbiente domestico, in cui si intravedono le aringhe appese al soffitto): soltanto il volto e le mani dell’uomo appaiono in piena luce, rischiarate dalla flebile brace del focolare. L’artista esalta i particolari, intensificandone l’effetto in modo volutamente irreale. Nella tela francese, la prodigiosa rivelazione di Cristo nel viandante raccontata nel Vangelo di Luca è costruita sul contrasto tra le tenebre e la luce, tra chiaroscuri e ombre, immagine della rivelazione divina, della luce intesa come improvvisa conoscenza della mente che fino ad allora non aveva compreso. La scena rivela inoltre un dettaglio umanissimo: nel riconoscere il Cristo uno dei due discepoli si è alzato di scatto, facendo rovesciare lo sgabello in primo piano, e si è inginocchiato: un elemento che ci parla della capacità dell’artista di cogliere l’intensità dell’istante. Sullo sfondo una figura di donna affacendata, non coinvolta nella scena, restituisce l’attmosfera di una locanda.

Nei due dipinti a confronto, la raffigurazione realistica dell’ambiente e dei personaggi e l’uso espressivo e simbolico della luce inducono a iulteriori riflessioni e richiamano le innovazioni introdotte da Caravaggio nella pittura sacra nel primo decennio del Seicento, prontamente recepite nelle scuole pittoriche di indirizzo naturalistico in diversi centri italiani ed europei. 

A corollario delle due opere principali sono esposti alcuni disegni della Biblioteca Reale assegnati a Rembrandt, tra cui uno schizzo di busto antico unanimemente riconosciuto come opera interamente autografa, ma anche prove grafiche della sua bottega e disegni del suo studio, che danno conto dell’inesauribile capacità inventiva dell’artista. 


Rembrandt incontra Rembrandt
ph Andrea Guermani

Nella carriera di Rembrandt l’incisione occupa un posto di assoluto rilievo, in particolare attraverso la tecnica dell’acquaforte: la sua produzione, eccezionale per ampiezza e varietà, documenta una conoscenza approfondita delle tecniche e una incessante ricerca di nuove soluzioni espressive. Ne è testimonianza il nucleo di stampe appartenenti alle raccolte della Biblioteca Reale e della Galleria Sabauda con ritratti, paesaggi e tematiche religiose. 

Rembrandt incontra Rembrandt ph Andrea Guermani

La fama di Rembrandt, la conoscenza del suo stile e la diffusione delle sue invenzioni sono favorite dalla circolazione di autoritratti autografi, dipinti, disegnati o incisi, a cui molto presto si aggiunge un numero difficilmente quantificabile di copie di sue celebri opere pittoriche e varie forme di emulazione da parte di allievi e coetanei, dediti a interpretare in maniera fedele la mano del maestro. Alcune di queste opere, tra le quali il presunto autoritratto della Collezione Gualino – acquistato come autografo all’inizio degli anni Venti del Novecento e per molto tempo ritenuto un omaggio a Rembrandt da parte del pittore napoletano Luca Giordano – concludono il percorso, illustrando la diffusione del linguaggio dell’artista di Leida nella cultura figurativa nordica e l’importanza delle sue composizioni nella pittura di genere e nella ritrattistica.

L’allestimento è inoltre arricchito da un supporto multimediale, realizzato in collaborazione con VisivaLab, che permette di esplorare il dipinto torinese attraverso un’immagine ad altissima risoluzione per conoscerne la storia, tante curiosità e scoprire chi si potrebbe celare dietro il volto del vecchio addormentato

PER INFO

Rembrandt incontra Rembrandt. Dialoghi in Galleria

Musei Reali, Galleria Sabauda – Spazio Scoperte

14 dicembre 2022 – 16 aprile 202

About Paola Stroppiana

Paola Stroppiana (Torino, 1974) è storica dell’arte, curatrice d’arte indipendente e organizzatrice di eventi. Si è laureata con lode in Storia dell’Arte Medioevale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, città dove ha gestito per più di dieci anni una galleria d'arte contemporanea. Collabora con diverse testate per cui scrive di arte e cultura. Si interessa a nuovi percorsi d’indagine come il gioiello d’artista e le ultime tendenze del collezionismo contemporaneo, argomenti sui quali ha tenuto conferenze presso l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari, Il Museo Civico di Arte Antica e la Pinacoteca Agnelli di Torino, il Politecnico di Milano.

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