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Liberty. Uno stile per l’Italia moderna – Forlì, Musei San Domenico

Liberty. Uno stile per l’Italia moderna – Forlì, Musei San Domenico

1 febbraio – 15 giugno 2014
A cura di Fernando Mazzocca

Interviste:
– Antonio Paolucci
– Vittorio Sgarbi
– Fernando Mazzocca
– Alessandra Tiddia

Liberty, Uno stile per l’Italia moderna, Forlì, Musei San Domenico, 1 febbraio-15 giugno 2014.
La mostra organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì indaga questo straordinario periodo della storia dell’arte italiana. Il Liberty ha avuto il suo svolgimento fra l’ultimo decennio dell’ottocento e lo scoppio delle Grande Guerra.
Nell’Italia da poco unificata, questo movimento, è un linguaggio artistico comune da nord a sud.
Il Liberty si caratterizza per la sua internazionalità e la sua universalità.
Internazionale perché presente, negli stessi anni, in Europa e negli Stati Uniti, in Russia e nelle capitali dell’America Latina.
Universale perché coinvolge le Arti minori e le arti maggiori: l’architettura, l’arredo domestico- dai mobili alle suppellettili- la moda.
Internazionalità e universalità sono sinonimi di modernità.
Il Liberty nelle sue istanze desidera liberarsi del passato. Il nome stesso è emancipazione rispetto all’ Accademia e alla tradizione.
Liberty, Arte nuova o stile floreale, in Italia, Art Nouveau in Francia e Belgio, Jegendstil in Germania, Modern Style in Inghilterra.
Il liberty diventò uno stile che si espresse in tutto il suo splendore creativo che nei cicli pittorici decorativi dedicati agli spazi pubblici e ai luoghi di potere come nel capolavoro di Giulio Aristide Sartorio, Il fregio di Montecitorio.
Per l’Esposizione Universale di Torino del 1902 Bistolfi crea il bellissimo manifesto litografico presente in mostra ed esposto per la prima nota vicino al pastello originale.Le bianche figure allegoriche danzano unite da un nastro anch’esso bianco.
L’esposizione di Torino segnò l’apice dello stile moderno.
A Venezia, il 26 aprile 1903, si apre la V Biennale e come disse Vittorio Pica questa fu la seconda tappa ufficiale dell’arte decorativa italiana.
Le sale regionali della Biennale prevedevano uno stile unico, dalla decorazione all’arredamento, degli spazi per giungere a un tutto armonico con le opere esposte.
La borghesia italiana alla fine dell’ottocento cerca uno stile nuovo che possa rispecchiare il nuovo sviluppo industriale, che sia moderno e aggiornato alle istanze europee. Nasce quindi il Liberty volto alla celebrazione della bellezza, declinata in qualsiasi forma dall’aulico al quotidiano.
Nell’ era della produzione industriale di massa la borghesia ha potuto fare del gusto Liberty il suo stile. In Italia come nel resto del mondo.
Le forme dello stile vengono ricercate nella natura, la grammatica è mutuata dal mondo vegetale, si vuole ricreare la natura. La linea è curva, ondeggiante.
La bellezza viene ricercata in ogni istante, al centro troneggia la figura femminile protagonista assoluta dell’immagine liberty.
La donna è il tramite con la natura: ninfa o sirena, madre o ammaliatrice: un’iconografia che da Segantini si diffonde nello spazio e nel tempo.
Da un lato la donna madre intesa come origine della vita, da cui l’uomo trae conforto, dall’altro la femme fatale, toccata dal peccato originale, serpente o Salomè danzante, che confonde e trascina l’uomo alla follia e all’inferno.
Mai come prima gli artisti cercano nella nudità femminile un perduto rapporto con la natura dove la sensualità si identifica con l’origine e con l’istinto primordiale.
Con la Guerra il nudo femminile scomparirà quasi completamente per ricomparire solo saltuariamente nelle rappresentazioni futuriste.
Le forme flessuose e i richiami naturalistici trovarono un diretto rimando alle espressioni dei Preraffaelliti. Il movimento rappresentò per la sua specifica attenzione al design degli oggetti d’uso comune e per la sua rivalutazione delle tecniche artigianali un importante precedente dal punto di vista operativo e culturale.
La mostra apre rendendo omaggio a Edward Burne-Jones, uno degli esponenti più importanti della Confraternita dei Preraffaelliti, qui rappresentato da un’opera giovanile proveniente dal Musée d’Orsay, La principessa Sabra, del 1865.
La principessa è la donna angelicata, simbolo di purezza e di bellezza spirituale evocata anche dallo splendido sfondo fiorito.
La passione per l’elemento floreale caratterizza anche Fiori di vita di Carpanetto.
Carpanetto è presente in mostra anche con il manifesto litografico disegnato per l’Esposizione del 1902 di Torino.
La pubblicità fu uno dei filoni in cui il Liberty si espresse più liberamente.
In un’epoca di trasformazioni sociali, mentre la borghesia comincia a scoprire la comodità e l’agiatezza, il manifesto pubblicitario che reclamizza le scoperte del secolo diventa un potente mezzo di persuasione commerciale e uno strumento di comunicazione.
La necessità di estetizzare il quotidiano impone l’integrazione fra arti minori e arti maggiori. Si trova una nuova cifra stilistica, moderna, in grado di soddisfare estetica e funzionalità.
L’ispirazione muove dalla Arts & Crafts inglesi e trova pieno sviluppo nella mostra per l’apertura del Traforo del Sempione del 1906 a Milano, organizzata proprio per celebrare un fondamentale progresso tecnologico.
L’affermazione di un genere artistico prende forma quando si afferma in campo architettonico.
Il nuovo stile contiene il principio dell’unità inscindibile fra decorazione e struttura, continuità fra interno ed esterno, tutto deve soddisfare la completezza espressiva .
Per l’effettiva difficoltà nella creazione di una così totale unità, il Liberty fu destinato più che altro nello spazio domestico.

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