Un fotogramma dell'opera di Paul Maheke, "A Fire Circle for a Public Hearing"

10 mostre da vedere nel Regno Unito in estate

Dagli abiti di Frida Khalo alle opere che raccontano il rapporto tra uomo e animali: il meglio dell’estate nel Regno Unito in dieci mostre

Amache giganti appese a mezz’aria, sculture fantascientifiche, le protesi e i corsetti medici magnificamente decorati con tigri, scimmie e fiori di Frida Khalo. L’estate, nel Regno Unito, è all’insegna dell’arte.

Da Londra a Liverpool passando per Margate, Leeds, Kendal, Wakefield; da grandi artisti del passato a promesse contemporanee: ecco 10 mostre da non perdere.

 

Material Environments

The Tetley, Leeds

Se per voi è difficile passare davanti allo studio di un artista senza gettare un’occhiata all’interno, incuriositi, oppure se vi capita spesso di guardare un’opera d’arte desiderando solo di poter chiedere a chi l’ha realizzata le sue motivazioni e le sue intenzioni… la mostra “Material Environments” sarà una piacevole sorpresa. A cinque artisti contemporanei, infatti, è stata messa a disposizione una stanza al The Tetley di Leeds, uno spazio dove fare ricerche e test, creare ed esporre le proprie opere per mesi. Tra palloni giganti, sculture di argilla e indagini sull’esistenza degli UFO, c’è anche la possibilità di parlare con gli artisti-residenti, per capire il significato delle diverse opere.

 

OPAVIVARÁ: Utupya

Tate Liverpool

OPAVIVARÁ!: Utupya at Tate Liverpool
© Tate Liverpool, Laura Deveney

Se pensate che camminare su un’amaca di tela e corda sia difficile, dovrete rivedere le vostre convinzioni. Il collettivo brasiliano OPAVIVARA!, nella sua installazione interattiva, infatti, propone al pubblico una passeggiata su un’amaca extralarge, tesa in mezzo a una galleria d’arte. Se non ve la sentite di provare, potete sempre sorseggiare una bevanda alle erbe oppure spogliarvi e dipingervi il corpo con motivi animalier usando un rullo per vernice. Quello che preferite.

 

Lee Miller and Surrealism in Britain

The Hepworth Wakefield

Quando gli sconvolgimenti politici degli anni ‘30 del Novecento spinsero molti artisti a lasciare l’Europa continentale per trasferirsi in Europa, questi portarono con loro oltre Manica correnti di pensiero e movimenti artistici. È il caso del Surrealismo – e della fotografa americana con base a Parigi Lee Miller. A Londra, la Miller giocò un ruolo di primo piano nello sviluppo della comunità surrealista, che includeva Man Ray, Leonora Carrington, Max Ernst, Eileen Agar e René Magritte. La mostra fotografa quegli anni e le influenze creative che investirono Londra e il Regno Unito nel complesso, ma anche la biografia straordinaria della donna, che tornò sul Continente per essere corrispondente di “Vogue” durante la Seconda guerra mondiale.

 

Eddy Kamuanga Ilunga: Fragile Responsibility

October Gallery, Londra

Eddy Kamuanga Ilunga , Fragile 7

Capire il presente attraverso il passato è un tema centrale del mio lavoro”, spiega il pittore congolese Eddy Kamuanga Ilunga. Attraverso le sue opere – che includono tele con dipinte frasi in linguaggi pre-coloniali e soggetti in pose classiche, porcellane europee che una volta venivano usate come merce di scambio nella vendita di schiavi, tessuti brillanti stampati prodotti in Belgio, schede madri di computer realizzate saccheggiando le miniere di coltan del Congo – l’artista esplora la storia del suo Paese. I suoi lavori sono sconvolgenti, capaci di tirar fuori qualcosa da chi guarda – perché, come sostiene Eddy stesso, “l’arte è un modo per sensibilizzare sulle condizioni di vita degli altri, e le contraddizioni ancora oggi presenti nel mondo”.

 

Lee Bul: Crashing

Hayward Gallery, Londra

Da una Lee all’altra. L’artista sudcoreana ha riempito gli spazi della Hayward Gallery, rinnovati recentemente, con cyborg, sculture dal sapore fantascientifico, creature mutanti, labirinti di specchio. Il risultato è una girandola di materiali, generi, influenze e idee, che solleva questioni importanti sulle regole che sovverte. Non dimenticate di gettare un’occhiata – o dare un’annusata – all’esterno, dove è allestita “Majestic Splendour”, composta da scarti di pesce marcio. Questa installazione, presentata per la prima volta nel 1997 al MoMA, ha una storia quanto meno controversa.

 

Chantal Joffe: Personal Feeling is the Main Thing

The Lowry, Salford

Chantal Joffe, Poppy, Esme, Oleanna, Gracie and Kate

Si pensa che Paula Modersohn-Becker, artista attiva nel XIX secolo, sia stata la prima donna a dipingersi nuda e incinta. Per questo rappresenta una controparte azzeccata per questa mostra, dove le sue opere vengono esposte a fianco di 50 ritratti di Chantal Joffe. La Joffe ha dichiarato di recente: “Dipingere me stessa e le persone che conosco è un modo per registrate il nostro viaggio, la nostra vita. Questo è ciò che vedo, il mio punto di vista, la mia storia”. Con opere che abbracciano tutte le loro carriere, la mostra è un viaggio intimo e tenero nelle vite delle due artiste.

 

Elizabeth Frink: Fragility and Power

Abbot Hall Art Gallery, Kendal

Autrice di sculture e incisioni, Elizabeth Frink sperava che “più arte avrebbe visto la gente, più questa si sarebbe fermata per osservare e pensare alle cose in generale”. La mostra è un’occasione per vedere sculture finite, modelli preparatori e lavori su carta realizzati nel corso della sua carriera, un quarto di secolo dopo la sua morte. Spazio anche alle varie influenze e fonti d’ispirazione di un’artista che ha ignorato, volontariamente e gioiosamente, tutte le tendenze e le mode del XX secolo.

 

Paul Maheke: A fire circle for a public hearing

Chisenhale Gallery, Londra

Un fotogramma dell’opera di Paul Maheke, “A Fire Circle for a Public Hearing”

La nuova installazione di Paul Maheke per la Chisenhale Gallery occupa tutta la galleria, riempiendola con balli coreografati che si ispirano a Bruce Nauman, Michael Jackson, Audre Lorde, Grace Jones, Judith Butler, Édouard Glissant, e la lettera dell’artista a un ex fidanzato, tra le altre cose. Prendendo spunto dalla cosmologia, dall’astrologia e dai sistemi di credenze speculative, la mostra è, nelle parole dell’artista, “un mondo che si va formando davanti al pubblico, uno spazio in continuo mutamento”.

 

Animals & Us

Turner Contemporary, Margate

Dai coniglietti dipinti da Beatrix Potter all’esperimento di Joseph Beuys, che per realizzare la sua opera rimase chiuso per tre giorni in una stanza con un coyote selvatico: la mostra alla Turner Contemporary racconta il rapporto complicato che unisce uomini e animali. Le opere di oltre 20 artisti, che attingono da biologia, evoluzione, tecnologia, agricoltura e antropologia, oltre alle relazioni con gli animali domestici, raccontano il modo con cui, nonostante le nostre vite siano strettamente legate a quelle degli animali, dai tempi dei tempi, li teniamo comunque, radicalmente, separati da noi.

→ Su CanaleARTE la recensione della mostra “Animals & Us”

 

Frida Kahlo: Making Her Self up

V&A, Londra

Frida Kahlo with Olmec figurine, 1939, foto di Nickolas Muray
© Nickolas Muray Photo Archives

Dall’età di 18 anni Frida Kahlo fu costretta a includere corsetti medici e arti protesici nel suo guardaroba, dopo che un incidente d’autobus aveva cambiato per sempre la sua vita e minato la sua salute. L’artista messicana li ha decorati con scampoli di stoffa e piccoli specchi e li ha dipinti (spesso mentre li indossava stesa sul letto su cui era costretta a rimanere per giorni) con tigri, scimmie, pesche, uccelli, la falce e il martello comunisti. La mostra al Victoria & Albert Museum di Londra riunisce gli abiti tradizionali, i gioielli fatti a mano, le protesi personalizzate, i cosmetici e persino le medicine e le lettere della Khalo, insieme ad autoritratti e fotografie dell’artista. Un viaggio tra gli oggetti della Casa Blu di Città del Messico, alla scoperta della vita di chi l’ha abitata.

Su Canale ARTE la recensione della mostra “Frida Kahlo: Making Her Self up”

About Roberta Turillazzi

Giornalista per passione e professione dal 2015. Mamma e moglie giramondo, che attualmente vive a Londra. Lettrice a tempo pieno. Amo l'arte, il cinema, i libri e il calcio.

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