“Loris Cecchini: Body Sculptures”, inaugurata lo scorso aprile, presenta la prima collezione di gioielli disegnata da Loris Cecchini, uno degli artisti di punta del panorama artistico internazionale.
Loris Cecchini (Milano, 1969) dagli anni Novanta conduce la propria personale ricerca con tecniche diverse (scultura, fotografia, installazioni e disegno), sviluppando una poetica cristallina, dalla cifra stilistica fortemente riconoscibile: una riflessione costante sull’interazione tra scultura e architettura, tra opera e spazio, tra natura e percezione.
Particolarmente interessante dunque una collezione di ornamenti preziosi, intesi ancor più propriamente, come dice il titolo, come sculture per il corpo, a cui applicare, nella differenza di scala e di contesto, la stessa visione poetica, lo stesso concetto di sistema modulare in espansione, con la sfida di doversi relazionare con una nuova dimensione, quella del corpo, organismo in movimento, e con nuovi materiali.
Nel rileggere il suo lungo percorso artistico il gioiello pareva già scritto nel destino: è significativo che nell’opera The Hand, the Creatures, the Singing garden, pensata per la Collezione Gori alla Fattoria di Celle (Santomato di Pistoia) Loris, già nel 2012, realizzasse una nuova “pelle” per un albero, una corteccia di centinaia di piccoli moduli in acciaio cromato che riflettono il verde e si integrano con la superficie scabra del tronco, rispettandone l’essenza: una scultura arborea rilucente, un tree ornament. Di pochi anni successivi il Garden’s Jewels (Grenoble, 2016) una casa sull’albero che sembra una germinazione stessa della pianta che la ospita, e dal titolo già si intuisce la preziosità di questa infiorescenza.
Lo scarto dalla Natura alla dimensione umana, dall’organismo all’anatomia – e il conseguente vertiginoso cambio di scala e di soggetto – avviene nel 2020, quando Loris risponde ad una committenza privata e affettiva (come spesso è accaduto nella storia del gioiello d’artista): quella di realizzare alcuni gioielli d’artista, micro-sculture indossabili in unico esemplare per la moglie Jade. Un’idea che si è sviluppata oggi in tipologie dalla forte personalità, in continuità materica e concettuale con le sue sculture in acciaio specchiante, pur adottando la preziosità dell’oro, dell’argento, ma anche del titanio e del rutenio.
Nella collezione presentata da Babs Art Gallery questa ricerca si concretizza in una serie di opere prodotte in un massimo di 9 esemplari ciascuno. Le sue sculture per il corpo mantengono vivo quel senso di visionarietà e metamorfismo che caratterizza il suo lavoro, abitato da organismi ed elementi naturali verosimili ma in realtà non realmente identificabili con nulla di conosciuto, originalità che investe, per felice intuizione, anche le scelte tipologiche degli ornamenti: i suoi orecchini, asimmetrici e composti da moduli combinatori, alcuni di essi mobili, lambiscono e circondano l’orecchio; il bracciale avvolge il dorso della mano e diventa anello, la collana entra in relazione armonica con il collo, adattandosi ad esso, e allo stesso tempo si espande tridimensionalmente verso l’esterno. Ornamenti che sono ideale continuazione, nella scelta dell’elemento strutturale, dei Waterbones, una serie di opere prodotte a partire dal 2009, frutto dell’osservazione sulla morfologia di piante e minerali.
Nel bracciale rigido, realizzato in varie versioni (argento, placcato oro, placcato rutenio e ottone verniciato a polvere) le superfici sono impresse da increspature leggere che richiamano i Wallwaves Vibrations, installazioni a muro ispirate al moto dei liquidi e ai diagrammi di propagazione del suono; la riflessione della luce nelle anse crea poi l’illusione dell’inserimento di pietre riflettenti. L’anello, in argento e in oro e titanio, riprende lo stesso disegno tridimensionale e diventa immagine cristallizzata di un fossile, o di un bozzolo d’insetto: oggetti preziosi da Wunderkammer del futuro.
La mostra – che si avvale anche del contributo di Galleria Continua International Art Gallery – offre anche l’opportunità di ammirare una selezione di sculture e installazioni dell’artista: opere che illustrano la ricerca di Cecchini sul movimento e la sua capacità di raccontare e raccogliere mondi su un piccolo e su larga scala. Tra le opere Wallwaves (Cohesive Orbits) del 2021 in fibra di vetro bianca che si integra con la parete creando l’effetto di una schiuma vibrante sulla superficie, in dialogo visivo con i bracciali; Frammenti di tesi notturni (2022) dove piccoli moduli metallici si arrampicano su un rami rosmarino e manzanite combusti; Landforms eoliane (Kobel) del 2023, dove la superficie gialla floccata crea l’effetto di un mare di piccole dune vellutate, e l’installazione site specific Diagram bushes Here and There and Everywhere (sequenza 153), una ramificazione di moduli in acciaio inossidabile saldati tra loro.
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