Sarà visibile fino al 27 gennaio e poi su appuntamento la mostra evento “High Society” di Carla Chiusano (Torino, 1964) alla galleria Zabert di Torino diretta da Roberto Grasselli, a cura di Luca Beatrice.
In mostra il dipinto che dà il titolo della mostra, una serie di grandi ritratti di animali in close up, e un ciclo di opere, tutte olio su tela, caratterizzato da un taglio più minimale, che partono da gesti apparentemente banali come soffermarsi a leggere un graffito su un muro. Abbiamo incontrato Carla, figlia del noto avvocato Vittorio Chiusano, che ci illustra la mostra.

Come è nata l’idea per questa mostra?
Tutto è nato per pura casualità: camminando per Torino in un negozio ho visto un divano con sopra seduti, stretti stretti, grossi peluche. L’associazione di idee è stata folgorante: ho pensato al concetto di Altà Società nei suoi diversi aspetti: quelli che vorrebbero a tutti i costi parte dell’Alta Società, e pur di ottenere un posto in prima fila si stringono sino a rendersi ridicoli, con lo sguardo stralunato e la sensazione di essere spaesati. Al contempo penso anche a tutte le persone che fanno effettivamente parte di un circolo ristretto di persone, apparentemente gentili e sorridenti, ma che non sanno mai veramente chi si cela dietro ad uno aspetto solo apparentemente rassicurante. Naturalmente subentra il discorso della maschera e dei ruoli sociali che ognuno sceglie di interpretare o che gli viene dato in sorte.

Cosa significa per lei, (che ne fa parte), il concetto di “Alta Società” oggi?
Alta Società non vuol dire solo nascere in un certo ceto, ma vuol dire fare qualche cosa che ti porti ad essere parte integrante di un èlite per quello che pensi, per come ti comporti, per quello che sei: è un posto che ti conquisti con la tua vita, a prescindere dalle tue origini. Certo, ci puoi anche nascere e avere queste qualità, ma non ne faccio una questione di classi a priori, piuttosto una valutazione su quello che realmente apporti alla società in cui vivi. Lo stesso discorso che si applica al mondo animale che io spesso ritraggo e che amo studiare, come la scimmia, il leone, il lupo, il coccodrillo: ognuno di loro ricopre un preciso ruolo nel loro ambiente ferino.Gli animali rappresentano inoltre un carattere preciso e per traslato sono simboli di un teatro che da animale diventa umano. Il messaggio del mio lavoro è di guardare alla vita con un giusto distacco e ironia perché facciamo parte tutti di uno stesso palcoscenico dove è molto alto il rischio di prendersi troppo sul serio.

La sua è una pittura molto fotografica con un tocco personale…
Sì, ho anche affrontato anche l’astratto in passato ma in realtà traggo molta gioia dalle cose che vedo, amo ritrarre quello che ho modo di analizzare; lavoro con pazienza, nei dipinti riverso tutta la mia capacità di attenzione. Da questa matrice rielaboro l’immagine sino a raggiungere l’effetto finale. Parto sempre dalla realtà per trovare il mio personale messaggio e trasmetterlo a chi osserva le mie opere.

Da martedì a sabato 10,30-13 e 15,30-19 o su appuntamento.
Galleria Zabert tel.011.8178627 – info@galleriazabert.com