La Casa d’Aste Sant’Agostino dedica gli appuntamenti del 7 e 8 giugno ad un’importante selezione di opere firmate dai grandi Maestri del ‘900 e contemporanei, da De Chirico a Guttuso, da Spoerri a Tony Cragg.
Saranno presentate opere di notevole pregio, tra cui “Cavaliere in un paese”, eseguito nella seconda metà degli anni Cinquanta da Giorgio de Chirico e due composizioni degli anni ‘40 di Mario Sironi, “Studio d’interno con pitture murali” e “Composizione a temi”.
Da sottolineare la presenza di interessanti lavori di Aroldo Bonzagni (Cento 1887 – 1918 Milano), tra cui due tavole,”Marina. Impressioni di bordo” e “A bordo. Impressioni”, entrambe del 1914: i due preziosi olii su tavola potrebbero far riferimento al viaggio su nave compiuto dall’artista proprio nel 1914 verso l’Argentina, dove rimase due anni, avendo avuto l’incarico di eseguire affreschi nell’ippodromo di Buenos Aires, poi distrutti; a Buenos Aires l’artista conobbe e frequentò giovani artisti, espose in alcune collettive e collabora al periodico umoristico El Zorro, disegnando vignette a soggetto sociale, mondano e politico. Rientrato a Milano, dopo una fulminante carriera nella Milano di primo Novecento che ritrasse con sagacia e attento spirito di osservazione (grande amico di Boccioni, fu tra i primi firmatari del Manifesto Futurista, da cui tuttavia si dissociò rapidamente), morì prematuramente di spagnola nel 1918. Nella Natia Cento gli è stata intitolata la Galleria d’Arte Moderna, aperta nel 1959 e ampliata nel 1964 per interessamento della sorella Elva, talentuosa musicista.
Di rilievo la “Composizione geometrica (con cerchi neri e ventaglio)” degli anni ’50 eseguita da Luigi Spazzapan ed esposta nel 1960 alla XXX Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. Le opere ascrivibili al tema delle “Composizioni” sono da riferire alla fase geometrica di Spazzapan, collocabile tra il 1940 e il 1958, e bene rappresentano la poetica informale che caratterizza parte della ricerca dell’artista, dalla creatività eclettica, sperimentatore e dotato di particolare sensibilità poetica, supportata da grandi capacità tecniche. Nelle sue Composizioni segni, forme rigorose, righe sovrapposte e cromaticamente diverse danno vita ad un mondo infinito di composizione dell’immagine, quasi un personale alfabeto astratto: angolose stilizzazioni che si rifanno verosimilmente alla sua originaria cultura cubista e futurista, coniugata ad un acuto senso del colore.
In asta anche il bel “Notturno a Velate” di Renato Guttuso del 1962: l’artista ha trascorso lunghi periodi estivi degli ultimi trent’anni della sua esistenza in una villa a Velate, vicino a Varese. Qui ha dipinto molti dei suoi dipinti dedicati all’ambiente silvano, paesaggi di boschi e di sentieri, ma anche la celeberrima “Vucciria”e la grandiosa Fuga in Egitto per il Sacro Monte di Varese.Il grande pittore arrivò a Varese quasi per caso all’inizio degli anni ‘50: la moglie Mimise aveva ereditato Villa Dotti, nel borgo di Velate: una grande dimora quasi nascosta in un ampio giardino alberato. L’intenzione, ancor prima del sopralluogo, era quella di venderla; quando giunsero a vedere la villa, Guttuso cambiò idea, si innamorò del luogo, della luce, del silenzio e lì allestì ben due atelier dove trascorrere lunghi periodi di villeggiatura e lavoro (considerata anche la relativa distanza da Milano, dove l’artista aveva molti contatti). Ricorda Fabio Carapezza Guttuso, nel libro “La Vucciria”, che lo studio di Velate era: […] “lontano fisicamente dal mercato ma anche dalla luce palermitana, nell’ombrosa quiete lombarda dove più facile era per l’artista ordinare i ricordi e le sensazioni prima di dipingerli”.
Verranno inoltre esitate opere di Mario Schifano, Luigi Veronesi, Giuseppe Penone e Tony Cragg. Ancora un “Castagno nella neve” di Piero Gilardi e un importante “assemblaggio” firmato Daniel Spoerri: La catena genetica” (2000/2001). La catena genetica è un’opera monumentale, una sorta di grande fregio a bassorilievo (composto da veri oggetti in assemblaggio su tavola) del grande artista Daniel Spoerri, nato in Romania nel 1930: nella sua interezza è un complesso accrochage di migliaia di oggetti acquistati in trent’anni da Spoerri al Marché aux Puces di Parigi, che rappresentano, nella incredibile varietà di manufatti afferenti alla vita del quotidiano, una sorta di catalogo dell’essere umano. Un ritratto dell’uomo in sua assenza, che parla di vite vissute, in una visione circolare del tempo che accumuna tutto il genere umano (in un legame che ha il crisma della scienza) in un eterno ritorno di bisogni, sconfitte (la guerra in tutte le sue espressioni),vittorie, speranze, necessità e desideri. Verso la metà degli anni ‘90, Spoerri, nella necessità di trasferirsi in Italia e movimentare migliaia di oggetti accumulati in diversi decenni nel suo magazzino (che lui stesso chiama il suo “mercato delle pulci privato”) ha incominciato a realizzare un’opera di eccezionali dimensioni, suddivisa in pannelli di 2.5 metri : i primi 60 metri della “Catena genetica del mercato delle pulci” sono stati esposti a Milano nel “Palazzo delle Stelline”, un vecchio antico con un chiostro lungo oltre 60 metri. Seguendo un preciso fil rouge, dal banale all’insolito, Spoerri ha scelto, accostato, giustapposto oggetti che raccontano per contrasto o assimilazione una storia in cui ciascuno si può riconoscere, in un complesso meccanismo che da visivo si fa mentale e speculativo, coniugando arte e vita nella visione sublimatrice dell’artista.
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Asta 7-8 giugno 2021