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Chutian Feng vince la seconda edizione del Premio Alberto Nurisso all’Accademia Albertina di Torino

Lo studente Chutan Feng ha vinto la seconda edizione del “Premio Alberto Nurisso” con l’opera  “Controvento”.

Chutian Feng , Controvento, 2021, olio su tela

 

Si è svolta all’Accademia Albertina  la cerimonia di premiazione del Premio Alberto Nurisso; il premio, a scadenza biennale e giunto quest’anno alla sua seconda edizione, nasce nel 2018 in memoria di Alberto Nurisso (1979-2014) giovane talentuoso artista diplomatosi nel 2008 presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, prematuramente scomparso.Il Premio è rivolto ai soli studenti dell’Accademia, ed è istituito e sostenuto dalla famiglia Nurisso in stretta collaborazione con l’Accademia stessa. In occasione della Cerimonia è stata inaugurata anche la mostra delle dieci opere finaliste nelle splendide nuove sale della Rpotonda del Talucchi, recentemente aperta al tutto dopo un importante restauro

Anche quest’anno il tema ha preso spunto dal lavoro di Alberto: nei suoi lavori Nurisso dimostra una particolare sensibilità ai temi del quotidiano, dalla cronaca alla politica, dagli usi e i costumi ai vizi e alle virtù dell’uomo contemporaneo: ai partecipanti, in questo anno complesso che ci ha posto tutti di fronte ad una situazione mai sperimentata che ha ridisegnato le regole della quotidianità e soprattutto della progettualità, è stato chiesto di sviluppare il tema de:“ Il mondo di domani, visioni del futuro, visto nel rapporto tra il singolo e la contemporaneità”.

 

Alberto Nurisso, Lo spazzino delle stelle

 

Ottima la risposta degli studenti dell’Accademia Albertina al bando: tra i 10 finalisti – selezionati tra tutti quelli giunti da una giuria composta da rappresentanti dell’Accademi, dalla presidente Paola Gribaudo, dal Direttore Edoardo di Mauro, e dalla famiglia Nurisso          – ci sono ragazzi e ragazze (in perfetta parità di genere), uno studente cinese e uno iraniano, dimostrando ancora una volta la vocazione internazionale dell’Accademia. Interessanti, oltre ai temi che molto riflettono il malessere dovuto al difficile momento dell’emergenza sanitaria e al contempo la volontà di rispondere con la creatività, anche la varietà delle tecniche proposte: pittura (su superfici diverse), scultura, installazioni, incisioni, disegni e acqueforti, opere in digitale stampabili oppure da fruire solo sul pc.

Chutian Feng, studente nato in Cina, presenta un olio su tela intitolato “Controvento”, dai tratti che ricordano i manga e la filmografia orientale: in un futuro onirico le persone vivono una vita nomade “industriale”, eliminando le costruzioni dalla Terra e caricandole su una grande nave volante, un “carrozzone” colorato che non ha paura delle correnti contrarie, e che permette di restituire all’ambiente una dimensione naturale, scevra da ogni artefatto.

Eric Pasino, Al di là delle finestre II, 2021 olio su ferro arrugginito e smaltato 100 x 70 cm

 

Notevole il lavoro di Eric Pasino, allievo del corso di pittura, attualmente presente a Palazzo Barolo con una personale dal titolo Beati gli avanzi,  a cura di Elena Radovix con testi critici di Angelo Mistrangelo: Pasino con “Al di là delle finestre II”, olio su ferro arrugginito e smaltato, dimostra una profonda sensibilità nell’interpretare l’isolamento forzato dal lockdown, a cui l’artista reagisce con la raffinatezza di un lavoro e di un processo creativo complesso che attinge a paure, speranze, sogni e le sublima in visioni oniriche, di grande intensità visiva e materica.

Tra le opere in finale ben tre i progetti digitali presentati: Valeria Vivona propone “Ciò che vogliono farci credere”: attraverso un tratto fumettistico ironico e leggero Vivona propone una serissima riflessione su come la politica di pochi paesi domini la percezione della realtà; gli individui non esistono nella loro personalità, sono dati numerici che incidono solo sulle varie piattaforme digitali per creare nuovi consumi.

Valeria Vivona Ciò che vogliono farci credere, 2021 disegno e stampa digitale, misure variabili

 

Lo studente iraniano Vahid Rastgou, che ha al suo attivo esperienze nel cinema e nei nuovi media (ha recentemente collaborato con la 38° edizione del Torino Film Festival) presenta “Fallen Sun”, una riflessione filosofica sul ruolo dell’uomo in rapporto ai suoi simili, al Tempo, qui inteso come circolare e non lineare, e all’idea del divino.

Vahid Rastgou, Fallen Sun, 2021 progetto e stampa digitale misure variabili

 

Per Linda Pilotti, che presenta un’illustrazione digitale creata con il programma Procreate dal titolo Unknown Forward, tutto ciò che ci aspetta nel futuro (indipendentemente dalle nostre teorie e supposizioni) rimane un mistero, un luogo temporaneamente sconosciuto e apparentemente inarrivabile, in balia di molte variabili che possono portare a migliorie e peggioramenti: sta a noi, ma anche al destino, verso il quale siamo comunque destinati a procedere inesorabilmente.

 

Linda Pilotti, Unknown Forward, 2021 progetto e stampa digitale misure variabili

 

La capacità di vedere il futuro scorgendone, o tentando di scorgerne, le possibili verità è alla base dell’opera di Vittoria Filippi, che presenta un’articolata scultura installativa dal titolo “Polivisione”, che attinge anche alle sue competenze in campo orafo: come dice l’artista: “Quest’opera vede dialogare in un gioco di forme, elementi e materiali differenti quella che è la visione di un futuro difficile e fatto di realtà fittizie. Il mondo, un piccolo poliedro in ottone, si trova ancorato e sospeso all’interno di una struttura cubica e solida, che rappresenta i rigidi dettami sociali. […] L’artista, attraverso il suo occhio diverso e pungente, rappresentato da un occhio di capra sotto forma aldeide, sembra essere l’unico a vedere e sopportare il peso di questa falsità, una capacità di visione limpida espressa attraverso la trasparenza del vetro che va ad opporsi ai metalli ossidati a fuoco e patinati”.

Vittoria Filippi, Polivisione, 2021 tecnica mista, installazione, misure ambientali

 

Claudia Vetrano propone “Miraggio”, stampa digitale su alluminio, una riflessione sugli obbiettivi che si susseguono inesorabili sul nostro cammino e che compongono tanto il presente quanto il futuro. I bersagli diventano, fuor di metafora, punti di riferimento sfuggenti, a cui mirare proiettandosi in avanti verso l’avvenire: nell’opera d’arte si presentano fluidi come semplici macchie di risonanza su una superficie liquida, prede illusorie, ludiche proiezioni di ombre create con le mani, simbolo di una realtà contemporanea labile e dai tratti sfuggenti, miraggi appunto dei nostri desideri, a cui fatalmente tendiamo senza alcuna certezza del risultato.

Claudia Vetrano, Miraggio, 2021 alluminio, ferro, stampa digitale 40 x 50 x 20 cm

 

 

Interessanti anche le diverse tecniche proposte: Brenno Franceschi presenta l’opera “Leggerezza impressa”, cera su tessuto: la realizzazione dell’opera parte da una riflessione avvenuto dopo la lettura del primo capitolo delle lezioni americane di Italo Calvino che si concentra sulla poetica della leggerezza analizzando il mito di Medusa: Franceschi nel suo lavoro ripropone un gesto dell’antichità in chiave contemporanea, trasponendo al giorno d’oggi le impronte nelle grotte degli uomini primitivi. Le tracce umane che una volta erano sulle dure pareti delle grotte ora sono su fragili trasparenti superfici; l’azione di imprimere un segno del proprio passaggio descrive il contatto la forza il peso e l’azione concreta dell’uomo sulla Natura nel tempo. Il lavoro intende sottolineare la leggerezza e la fragilità del mondo che ci circonda e l’intento di scalfire la pesante barriera del pensiero antropocentrico degli individui attraverso una simbologia che crei ciclicità con in passato, un passato da preservare, da recuperare come radice del nostro futuro nell’ottica, auspicata, di una maggiore armonia con l’altro.

Brenno Franceschi Leggerezza impressa, 2020 cera su tessuto 30 x 50 cm

 

Giulia Bertolo presenta una raffinata grafite su carta dal titolo “Memorie future”: al centro dell’opera il ritratto di una figura anziana dalla cute avvizzita, portatrice silenziosa dei segni del tempo, raccontata in tutta la drammaticità dei toni bianchi e neri della grafite che quasi non lasciano respiro. Un invito a cogliere un sentimento sotteso, quello della nostalgia, che senza il futuro non potrebbe esistere, e narra la volontà di custodire un ricordo. Preservare e coltivare la memoria rappresenta, per l’artista, un presupposto indispensabile per l’individuo e per la collettività, perché rappresenta una forza che ci trascina, in modo positivo, verso il futuro. La memoria, maestra di vita, rende eterna la nostra esistenza, così che in essa non sia vano il trascorrere di ore, minuti, secondi.

 

Giulia Bertolo, Memorie future, 2021, grafite su carta 48 x 33 cm

 

Il fauno-artista, incarnazione del veggente di Rimbaud, è il protagonista della china su carta “Le Voyant” di Pecus in Fabula (alias Gerard Guzzo): Il suo rapporto col mondo esterno, con la contemporaneità, è filtrato dall’eterno presente dell’arte, della poesia, del misticismo. Le sue visioni del futuro sono astratte, slegate dal mondo reale nel quale uscirà una volta vestitosi, recando sul proprio capo il marchio indissolubile del Mago dei tarocchi di Edward Waite. Sparse per l’opera, brevi annotazioni illeggibili mutano, secondo l’abitudine dell’artista, l’illustrazione in pagina di diario, in scarabocchio e riflessione.

Pecus in Fabula (Gerard Guzzo) Le Voyant, 2021 china su carta 50 x 70 cm

 

Il primo Premio è andato allo studente Chutian Feng con la seguente motivazione: “L’opera, in piena coerenza con il tema del bando e con l’opera di Alberto, dimostra un acuto senso per la narrazione visiva, non priva di ironia e senso del fantastico a cui l’artista dà libero sfogo; dietro ad una rappresentazione solo apparentemente giocosa (manca del tutto la figura umana) si nascondono tuttavia chiavi di lettura più serie e profonde (come quella ambientalista, o quella della fatica dell’esistenza quotidiana suggerita implicitamente dal titolo Controvento). L’artista mescola cultura alta e bassa, rielabora i codici del fumetto, del manga, della letteratura, del cinema, a cui attinge con raffinata disinvoltura, per un’opera che ricorre alla tecnica della pittura olio su tela gestita con sicurezza, freschezza e attualità.”

 Le dieci opere finaliste sono esposte presso la Rotonda Talucchi dell’Accademia dal 28 maggio al 28 giugno: gli spazi saranno aperti al pubblico tutti i sabati e le domeniche di giugno, su prenotazione, scrivendo all’email comunicazione@albertina.academy /o telefonando al numero tel.0110897370).

 

Per info

Premio Alberto Nurisso

About Paola Stroppiana

Paola Stroppiana (Torino, 1974) è storica dell’arte, curatrice d’arte indipendente e organizzatrice di eventi. Si è laureata con lode in Storia dell’Arte Medioevale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, città dove ha gestito per più di dieci anni una galleria d'arte contemporanea. Collabora con diverse testate per cui scrive di arte e cultura. Si interessa a nuovi percorsi d’indagine come il gioiello d’artista e le ultime tendenze del collezionismo contemporaneo, argomenti sui quali ha tenuto conferenze presso l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari, Il Museo Civico di Arte Antica e la Pinacoteca Agnelli di Torino, il Politecnico di Milano.

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