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EMILIANO PONZI – In principio era la fine, dalla tavoletta grafica alla tela

In principio era la fine è l’ultima mostra dell’illustratore Emiliano Ponzi, ospitata dalla Galleria MARCOROSSI artecontemporanea, e l’inizio di nuova stagione creativa dell’illustratore, autore e artista visivo milanese. Sara la fine dei meravigliosi lavori a cui ci ha abituati? No. “La carriera di illustratore non l’abbandono, perché è un lavoro che adoro.” Emiliano Ponzi

La mostra è stata l’occasione per presentare al pubblico le sue prime opere pittoriche.

I manifesti, creati per le campagne di comunicazione di grandi eventi o prestigiosi brand, e le copertine, realizzate per importanti testate e case editrici, lo hanno fatto conoscere dal grande pubblico italiano e straniero. Il suo stile, i colori e le composizioni sono immediatamente riconoscibili. La mostra ci ha rivelato un altro aspetto della creatività di Emiliano Ponzi: il desiderio di confrontarsi con una dimensione diversa, più tattile, come mi ha raccontato all’inaugurazione della mostra. Ha sperimentato una tecnica mista, matita e colori acrilici puri o acquarellati, dove l’unicità dell’opera nella sua impermanenza e imperfezione, insieme al grande formato, stravolgono l’approccio artistico consolidato in anni di successi. Non tutti gli artisti hanno il coraggio di mettersi alla prova lasciando, seppur temporaneamente, la strada sicura che li ha portati al successo, ma è stata una transizione soft quella di Emiliano Ponzi.

Emiliano Ponzi, Thomas Mann Studio, 2022, tempera e acrilico su tela
Illustrazione per Architectural Digest Germany
Thomas Mann aveva una scrivania uguale a quella ritratta,
che comprò in un negozio di antiquariato e portò con sé in tutti i suoi trasferimenti.
Ph. Diana Cicognini

La ricerca artistica di Emiliano Ponzi ha compiuto un giro completo. E’ iniziato tutto con la passione per il disegno, che la formazione allo IED di Milano ha trasformato in una professione, e al disegno è tornato con le opere che ha presenta per la prima volta al pubblico di Milano, Torino e Verona grazie alla Galleria MARCOROSSI artecontemporanea che ha creduto in lui. La genesi della mostra, infatti, è singolare. L’artista ha cercato il committente, la galleria, e non il contrario. Il progetto è stato accettato senza aver ancora visto un quadro, solo con la promessa dell’artista di fare tutti i quadri che sarebbe riuscito a fare prima dell’inaugurazione della mostra. Le opere prodotte alla fine sono state 32, alcune vendute subito e di fatto il pubblico ha potuto vederne solo 24, in mostra nelle tre gallerie di Marco Rossi.

La scommessa è stata vinta perché sono opere di grande impatto che rappresentano una fase di transizione da un linguaggio visivo ad un altro. “Io e la curatrice Maria Vittoria Baravelli abbiamo cercato nel mio repertorio quelle opere che ci sembravano più adatte a diventare dei quadri, sia per il soggetto che per il tipo di composizione. È stata soprattutto una scelta estetica, legata alle forme e al colore, ma ovviamente anche il contenuto e il soggetto hanno avuto una parte importante. Sono rappresentati oggetti inanimati urbani, città, persone. Le proporzioni con cui ho scelto di rappresentare le persone nelle mie composizioni indicano il rapporto con la natura o con l’ambiente che le ospita.”

Si tratta di illustrazioni d’archivio che hanno una loro storia, sono nate in un contesto definito e richiamano un immaginario preciso, a chi ha avuto la fortuna di vederne gli originali. Non sono dei soggetti inediti, quindi, ma completamente nuovo è il significato che assumono fuori dal loro contesto. I titoli dati dall’artista aprono nuovi scenari di senso e nuovi collegamenti con il vissuto della società contemporanea.

Diametralmente opposto è il modo in cui l’artista si è approcciato a queste due tecniche.

“E’ un’esperienza fisica e cognitiva differente. Lavorando al computer e usando la penna grafica sei sempre fermo nella stessa posizione. Puoi ingrandire o rimpicciolire l’area di lavoro a tuo piacimento, cambiando anche la grandezza del pennello in una frazione di secondo. Davanti ad una tela, invece, hai bisogno di usare le mani e di capire i confini del tuo corpo. La tela è altro da te, la puoi osservare a distanza, ma devi gestire la manualità in maniera perfetta, perché altrimenti fai errori, talvolta irrecuperabili. Ho capito, però, che nell’opera pittorica l’errore può diventare una caratteristica che la rende unica.”

Ho chiesto all’artista perché ha deciso di passare dall’illustrazione digitale al dipinto di grande formato.

“Dopo tanti anni di illustrazione al computer, avevo l’esigenza di fare qualcosa che avesse una caducità, mentre i lavori fatti in digitale sono eterni e saranno conservati per sempre in un cloud da qualche parte. Soprattutto volevo toccare fisicamente l’opera mentre la stavo facendo. Siamo fatti di cinque sensi e il tatto è importante. Lavorare direttamente sulla tela e tenere in mano un pennello vero per usare i colori e mescolarli fino a trovare la tonalità giusta, è stata un’esperienza importante per me. Attenzione, però, sono processi diversi ma ugualmente stimolanti e impegnativi. Per quanto al computer si possano fare opere di grande qualità e pulizia grafica, non è più facile. Devi avere una cultura solida per fare cose belle e non ripeterti.”

Siamo forse di fronte ad una nuova tendenza che sta portando artisti, il cui successo ha radici profonde nel mondo digitale, a sporcarsi di nuovo le mani con i colori?

Progetti speciali

Il progetto The Gallery, realizzato a Milano City Life, ha visto Emiliano Ponzi impegnato su pareti di grandi dimensioni per creare la scenografia urbana ache avrebbe fatto da contorno all’iniziativa del Gruppo Generali, che ha voluto trasformare la fermata Tre torri della nuova linea metropolitana lilla di Milano in uno spazio espositivo (il design è di  M&C Saatchi Milan Agency).

Il suo primo libro illustrato “Il viaggio del pinguino – The Journey of the penguin” è stato pubblicato nell’autunno 2015 da Penguin Books New York. È un percorso immaginario che celebra 80 anni di storia della casa editrice.

Il suo secondo libro “La grande mappa della metropolitana di New York” è stato pubblicato dal MoMa (The Museum of Modern Art) di New York nel 2017.

La sua prima monografia “10×10” è stata pubblicata da Corraini nel 2011, la sua biografia “ANTHOLOGICA” da Psicografici Editore nel 2023.

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Altri progetti, a sottolineare la ricchezza del suo percorso artistico come illustratore e autore, sono:  il Corso per Domestika “Excellence in Illustration: From Intuition to Method” e i progetti con Apple Books, Camera della Moda, Università Bocconi, Théâtre de l’Atelier, GVA Redilco & Sigest.

Le sue illustrazioni sono comparse su autorevoli testate Italiane e straniere: Robinson, Interni Magazine, GQ Italia, La Repubblica, Il venerdì, Il Foglio, D La Repubblica, Geo Magazine, Los Angeles Times travel, OPRAH Magazine, GQ France, The Wall Street Journal, Wired UK, Newsweek, Frankfurter Allgemeine Zeitung, The Washington Post, Vanity Fair, The New York Times, National Geographic, The Pennsylvania Gazette, Internazionale, Science, DER SPIEGEL, Le Monde, Los Angeles Times, Vanity Fair Spain.

Ha collaborato con prestigiosi brand: Gran Pavesi, Lavazza, TIM-TELECOM ITALIA, Ducati, Lamborghini X Moleskine, Barilla, Bulgari, Martini, Pirelli, Mercedes Benz, Bulgari, Louis Vuitton, Montblanc, Roche, Hermes, Uniqlo, Xiaomi, Mandarina Duck, Cartier.

È stato chiamato a ideare la grafica della campagna di comunicazione di grandi eventi: Salone del libro Torino 2022, Premio Strega Poster 2020, Design Week 2019, Affordable Art Fair 2019, Milano Design Week 2016, Poster Sanremo 2014, Premio Strega.

Ha realizzato la copertina di diversi libri per importanti case editrici: Iperborea, Einaudi, Feltrinelli, Corraini Editore, Psicografici Editore, Penguin Books, Éditions Gallmeister.

EMILIANO PONZI
www.emilianoponzi.com

MARCOROSSI artecontemporanea
www.marcorossiartecontemporanea.net

Immagini: Courtesy of the artist


Il progetto “Blooming Rimini” scenografie urbane

About Diana Cicognini

Diana. Dea cacciatrice! Il mio territorio è Milano, la mia preda l'Arte ... che racconto, scrivo, disegno e metto in mostra. Giornalista pubblicista, la mia Nikon mi accompagna sempre per testimoniare la bellezza e là dove il mio obiettivo fotografico non arriva...un grazie dichiarato ad artisti, gallerie ed uffici stampa che mi concedono "uno scatto" per le mie parole.

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