• “DÜRER E IL RINASCIMENTO tra Germania e Italia” Palazzo Reale Milano

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DÜRER a Milano. Una mostra ambiziosa a Palazzo Reale.

“DÜRER E IL RINASCIMENTO tra Germania e Italia”. La mostra a Palazzo Reale di Milano ospita fino al 24 giugno 2018 dipinti, acquerelli, disegni e stampe di Albrecht Dürer. È una mostra monografica ambiziosa, che ci parla del genio dell’artista e mette a confronto il grande maestro tedesco con i suoi contemporanei attraverso accostamenti inediti di opere conosciute, ma mai messe in relazione prima. Tra gli italiani: Andrea Mantegna, Giovanni Bellini, Leonardo da Vinci, Giorgione, Lorenzo Lotto, Tiziano, Bernardo Prevedari, Alvise Vivarini.

Ad essere studiate sono le influenze e le relazioni tra le sue opere e quelle di grandi artisti, in un periodo di grande fermento: il Rinascimento. “La mostra vuole trasmettere al visitatore un modello di lettura ed interpretazione che estrapola un’idea nuova di Rinascimento.” Bernard Aikema, curatore della mostra e professore di Storia dell’arte moderna all’Università di Verona.

Il dibattito culturale e religioso in quest’era di grande trasformazione e apertura culturale è raccontato attraverso i trattati da lui scritti, insieme ad altri libri e manoscritti importanti, e le due grandi serie di incisioni, che lo resero famoso. Dürer artista quindi, ma anche intellettuale.

Bernard Aikema, curatore della mostra Dürer e il rinascimento

“Dürer è un’intellettuale self made, non ha una grande cultura umanistica. Non sapeva il latino, ma aveva un bel cervello e sapeva benissimo la matematica. Di solito visto come genio a sé stante, considerato il padre del Rinascimento tedesco, si dimentica che nasce in un contesto culturale e artistico variegato di altissimo livello. Il tema vero della mostra è presentare Dürer come protagonista di un cammino paradigmatico nell’età della curiosità. Il rinascimento”.   Bernard Aikema, curatore della mostra e professore di Storia

E come non mettere a confronto due geni?
“Dürer teorico e Leonardo teorico. In pochi hanno indagato la derivazione di alcuni atteggiamenti di Leonardo da Dürer. Siamo ai vertici del pensiero rinascimentale”, Bernard Aikema. Un rapporto indagato in mostra, grazie anche a prestigiosi prestiti dalla collezione della Regina d’Inghilterra.

Il curatore ha scelto un approccio tematico, che si sviluppa tra due frontiere ben precise: un taglio cronologico, dal 1480 al 1530 circa, e un taglio geografico, Germania e Italia più precisamente fra il nord e il sud delle Alpi.  “E’ una mostra di geografia dell’arte rispetto alla storia dell’arte tradizionale. Una mostra che esplora l’idea della circolazione delle forme e delle idee artistiche e individuali”, Bernard Aikema.

Monogramma di Albrecht Dürer

Dürer artista, intellettuale ed anche imprenditore. Consapevole del valore delle sue stampe e dei suoi dipinti, è stato il primo in assoluto ad aver registrato la proprietà intellettuale. Ottenne il primo copy right della storia con una concessione speciale dell’imperatore Massimiliano. A nessuno sarebbe stato concesso di stampare o vendere falsi delle sue incisioni. Era attento anche ai gusti del pubblico e per questo disegnava e produceva stampe di soggetti popolari.

Bernard Aikema, curatore della mostra Dürer e il rinascimento

La mostra svolge il suo racconto in sei sezioni.

“Dürer, l’arte tedesca, Venezia, l’Italia”
La mostra apre con due dipinti paradigmatici del confronto di due mondi (Venezia e Norimberga) e vuole far percepire il costante clima di dialogo e contatti tra due culture diverse in un’Europa che è punto di incontro a livello intellettuale ed artistico. Simbolicamente il viaggio di Dürer, in parte documentato da testimonianze scritte reali e in parte ricostruito o immaginato, tocca le città che sono state protagoniste dello sviluppo europeo. Un viaggio in cui si confronta con l’arte italiana e con le innovazioni del settore editoriale a Venezia.
Come si è costituita l’identità europea se la circolazione delle notizie non era immediata e le condizioni di viaggio non erano favorevoli? Attraverso l’arte, che non ha bisogno di una mediazione culturale. L’arte figurativa facilita le relazioni tra artisti provenienti da contesti culturali molto diversi.

“Geometria, misura, architettura”
Dürer – artista, intellettuale, imprenditore e anche teorico dell’arte – nelle sue opere e nei suoi trattati, elabora un nuovo modo di definire l’arte basato sui principi dell’imitazione della natura e sulla teoria artistica.
Esposti in mostra in edizione originale i suoi trattati sulla geometria e la prospettiva, sull’architettura militare e sulle proporzioni umane. Presenti anche le riproduzioni digitali ad alta risoluzione di alcune carte di uno dei più importanti codici manoscritti di Dürer, che documentano il suo interesse verso teoria e lessico architettonico italiano.
E ancora disegni e incisioni di Dürer e Leonardo intorno al problema della rappresentazione proporzionale del cavallo, sono protagonisti di un intero pannello di  questa sezione.

“La natura”
“Siamo nell’epoca della scoperta dell’America. Nuove scoperte scientifiche, geografiche e della natura nutrono le radici della nostra società odierna”, Bernard Aikema.
Quando Dürer rappresenta la natura lo fa avendo come riferimento artisti tedeschi, pittori e disegnatori nord-italiani e Leonardo da Vinci.  Una natura espressiva. Le sue composizioni sono di grande formato, con un’attenzione però ai particolari.

“La scoperta dell’individuo”
Che nell’arte passa attraverso il ritratto, una nuova forma di espressione sempre più richiesta dalla committenza. Nobili e ricchi mecenati vogliono costruire la propria immagine.  I ritratti sono concepiti anche per trasmettere un messaggio e dialogare sia con il pubblico contemporaneo che con i posteri. Classe, status e aspirazioni del personaggio ritratto sono più importanti della verosimiglianza con il modello in posa.

“Albrecht Dürer incisore: Apocalisse e cicli cristologici” 
Il giovane Dürer partecipa al dibattito religioso dell’epoca attraverso le sue stampe. In mostra i celebri quindici fogli dell’Apocalisse – considerati il primo libro progettato, illustrato e pubblicato da un artista nel mondo occidentale – e la Grande Passione. Da non perdere in questa sezione quella che è forse l’incisione più famosa di Dürer: La Melancolia (Melencolia I) del 1514.

“Il Classicismo e le sue alternative”
“La mostra si chiude con il confronto tra il modello classico o classicheggiante, che prevaleva certo in Italia, e quello anticlassico presente in terra tedesca. Il Classicismo caratterizza il clima di curiositas rinascimentale, ma ci sono altre forme espressive”, Bernard Aikema.
Dürer si cimenta in soggetti classici e nell’interpretazioni di stampe italiane di Pollaiolo e Mantegna.

 

Ma la vera chiusura della mostra vuole essere un regalo del curatore ai visitatori milanesi: la vecchia di Giorgione e un inedito disegno di vecchia con la  medesima composizione a confronto.

 

DÜRER E IL RINASCIMENTO tra Germania e Italia
Milano, Palazzo Reale, 21 febbraio – 24 giugno 2018

Orari:
lunedì: 14.30-19.30
martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30-19.30
giovedì e sabato: 9.30-22.30

www.palazzorealemilano.it
www.mostradurer.it

 

About Diana Cicognini

Diana. Dea cacciatrice! Il mio territorio è Milano, la mia preda l'Arte ... che racconto, scrivo, disegno e metto in mostra. Giornalista pubblicista, la mia Nikon mi accompagna sempre per testimoniare la bellezza e là dove il mio obiettivo fotografico non arriva...un grazie dichiarato ad artisti, gallerie ed uffici stampa che mi concedono "uno scatto" per le mie parole. Mi trovi su Instagram: @dianacicognini.contentcreator

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