mercoledì , 24 Aprile 2024
Live!
  • 1. TORBJØRN RØDLAND: THE TOUCH THAT MADE YOU - Galleria Vittorio Emanuele II

  • 2. GIOSETTA FIORONI: VIAGGIO SENTIMENTALE - Museo del 900

  • 3. JAVIER MARÍN: CORPUS - Museo delle Culture

  • 4. ALIK CAVALIERE - Palazzo Reale - Museo del 900

  • 5. RITA ACKERMANN: MOVIMENTI COME MONUMENTI - Palazzo della Triennale

  • 6. OSVALDO BORSANI - Palazzo della Triennale.

  • 7. GIOACHINO ROSSINI AL TEATRO ALLA SCALA - Museo del Teatro alla Scala

  • 8. L’ECO DEL CLASSICO La Valle dei Templi di Agrigento - Studio Museo Francesco Messina

  • 9. OUTFIT ‘900 - Museo immagine Palazzo Morando

  • 10. MODIGLIANI ART EXPERIENCE - MUDEC Museo delle Culture

Home / Video / Reportage / Mostre / 10 mostre da vedere a Milano in Agosto

10 mostre da vedere a Milano in Agosto

L’arte disseta l’arsura della mente curiosa, rinfresca lo sguardo, rigenera lo spirito. Fotografia, Pittura e Design. Scultura in pietra, ceramica, terracotta, resina, alluminio, ottone, bronzo e legno. Scrittura creativa, collage, documenti, testimonianze storiche e archeologiche. Abiti d’alta moda, costumi e scenografie teatrali. Video installazioni ed allestimenti multi sensoriali.
Tutto questo in 10 mostre da vedere ad Agosto a Milano!


1

TORBJØRN RØDLAND: THE TOUCH THAT MADE YOU
Fino al 20 Agosto 2018
Osservatorio – Galleria Vittorio Emanuele II

La mostra riunisce una selezione di più di 40 opere fotografiche e 3 video realizzati tra il 1999 e il 2016 dall’artista norvegese Torbjørn Rødland. Come spiega lo stesso artista il titolo “The Touch That Made You” rimanda “ai processi analogici: il tocco della macchina fotografica, il tocco della luce che colpisce la pellicola, il tocco dei liquidi che scorrono sulla pellicola durante lo sviluppo. Ed è una cosa che collego alla complessità e all’intimità di alcuni soggetti – gli incontri tra due individui o tra oggetti e corpi”.
Le sue nature morte e i ritratti integrano elementi magici, surreali e soggettivi. Torbjørn Rødland gioca con i contrasti e mira a spiazzare per poi stimolare lo spettatore. La reazione suscitata è lo scopo della sua fotografia. Tutto è  pensato e costruito  in ogni particolare,  il set fotografico non lascia nulla al caso. È solo nella fase di sviluppo e stampa che lascia uno spazio all’imprevedibile.
I tre video proiettati in mostra rappresentano per l’artista: “uno strumento per esplorare il movimento, l’intervallo e la temporalità – qualità che non riesco ad approfondire in modo così esplicito con la fotografia. Quindi si tratta ancora di un’indagine del mezzo fotografico, ma con parametri diversi”.

Tutte le mostre di Fondazione Prada

 

2

GIOSETTA FIORONI: VIAGGIO SENTIMENTALE
Fino al  2 Settembre 2018
Museo del 900 

La prima personale a Milano di Giosetta Fioroni racconta il suo percorso artistico con oltre 160 opere.  Un percorso che scandisce in ordine cronologico la vita,  le influenze artistiche,  le sperimentazioni,  le meravigliose opere senza tralasciare nessuna delle diverse tecniche a cui si è avvicinata. Una mostra che esplora il mondo dell’artista dandoci anche un assaggio della fitta rete di relazioni e collaborazioni con il mondo del teatro, i grandi intellettuali, i registi, gli scrittori. Una teca ad esempio ci mostra le lettere scritte ai grandi artisti del suo tempo. Spazio è dato anche alle collaborazioni con scrittori e poeti per la realizzazione di libri d’Artista e opere grafiche, mentre nella prima sala del percorso troviamo esposte alcune opere degli artisti a cui si è ispirata all’inizio del suo viaggio. Un viaggio in cui ha liberato la sua creatività fuori dalle righe, lontana dalle mode e fedele alla sua esplosiva quanto “sentimentale” personalità artistica. Sentimento e memoria del resto sono la benzina che accende la sua arte.

In mostra sono esposti gli Argenti degli inizi degli anni ’60,  periodo anche delle sperimentazioni con la macchina da presa e del confronto con la Pop Art americana.  E ancora i teatrini, ovvero quei piccoli mondi nati dal suo immaginario, della fine del decennio. Tanta parte nel suo percorso ha avuto il Teatro,  filtro attraverso il quale guardava il mondo. I diversi cicli degli anni’ 70 ispirati alle fiabe fanno da contraltare alla curiosa indagine della serie Atlante di medicina legale. Esempi splendidi della sperimentazione con la ceramica degli anni ’90.  Non mancano neanche gli scatti fotografici di cui lei stessa è protagonista, 2002-2012, che indagano i temi dell’ identità e della senilità.

Tutte le mostre al Museo del 900

 

3

JAVIER MARÍN: CORPUS
Fino al 9 Settembre 2018
MUDEC – Museo delle Culture

Lo scultore messicano Javier Marín torna a Milano dopo 10 anni negli spazi del MUDEC con 36 opere, realizzate con tecniche e materiali diversi, che raccontano lo stile,  la concezione dell’arte e le sperimentazioni dell’artista. Nelle sale del Mudec le sculture,  di dimensioni variabili da grandissime a piccolissime,  sono riunite sulla traccia delle sperimentazioni dell’artista e delle tematiche di fondo.
Le sue sculture indagano più  l’uomo e le sue relazioni,  il confine tra l’io e l’altro,  che il corpo nudo. Esplora l’essere umano attraverso il corpo.  Un corpo mai perfetto,  anzi spesso decostruito,  ricomposto in forme riflesse e a volte inquietanti.

Le sue opere non hanno un titolo. Lo spettatore è  coinvolto in prima persona nella creazione del significato dell’opera. Solo in occasione di questa mostra milanese ha accettato di dare un titolo ad alcuni lavori. Marìn si vede come artista figurativo e non concettuale anche se in alcuni lavori, come “In bianco” esposto nella prima sala,  c’è un concetto alla base che ne guida l’interpretazione (i miracoli e la tradizione degli ex-voto).

Lo scultore inizia il suo percorso artistico lavorando la terracotta e l’argilla.  Una volta passato a lavori su grande scala cambia tecnica e utilizza il bronzo con la fusione a cera persa. La sperimentazione da una parte e le esigenze di trasporto dall’altra lo portano a provare la resina che diventerà la firma delle sue sculture. Marìn usa un composto,  diverso per ogni opera,  in cui la resina è  mescolata a fibre organiche. In mostra gli esempi sono tantissimi: carne secca,  cacao o tabacco per dare un colore di terra,  sale,  amaranto e addirittura la carta dei suoi appunti personali nelle piccole sezioni in resina ed ottone nella sala dedicata alla decostruzione.

A volte dipinge di bianco o d’oro la resina già  lavorata,  ma sempre prima dei tagli e dei nodi che rappresentano il lavoro dei suoi collaboratori e devono essere ben in evidenza.  Si perché  Marín considera il contributo degli altri nel suo lavoro più importante dell’opera stessa. Nella prima sala della mostra l’artista a dipinto di bianco grandi fotografie delle sue opere lasciando visibili solo i nodi. Un riconoscimento agli artigiani e agli  studenti che lavorano per lui. I tagli,  come i nodi in ferro,  sono nati per necessità,  per il trasporto di queste opere monumentali.  Sono poi diventati tagli estetici,  che seguono e valorizzano l’anatomia dei corpi. Ma tutto nella sua opera,  anche i tagli e i nodi,  è  sempre aperto all’interpretazione.

Tutte le mostre al MUDEC

 

4

ALIK CAVALIERE
Fino al 9 Settembre 2018
L’universo verde. Palazzo Reale,  Sala delle cariatidi
Le Avventure del Signor Gustavo Bene. Museo del 900,  sala Focus

Un progetto espositivo che si snoda su più sedi è l’omaggio di Milano ad Alik Cavaliere a vent’anni dalla scomparsa. Il percorso dell’artista è raccontato attraverso i suoi lavori in cui realismo,  assurdo e verosimile convivono. Tante le fonti di ispirazione, artistiche e letterarie,  ed altrettanti i materiali utilizzati e le tecniche. Diversi i temi ricorrenti.
Il tema della natura è il cuore della mostra come lo è stato dell’attività dell’artista. Il mito di Apollo e Dafne,  dalle Metamorfosi di Ovidio, è  citato in molte opere alludendo al legame simbiotico tra l’uomo e il mondo naturale. In tante delle sue sculture la rappresentazione della mela è un omaggio a Magritte. La gabbia, che spesso ritorna nei suoi lavori, è simbolo dei limiti e delle costrizioni che incombono sull’uomo e metafora per parlare di libertà e di libertà rubata.
Le Avventure del Signor Gustavo Bene,  presenti in entrambe le sedi espositive,  sono narrate in un ciclo strutturato come un racconto in più  episodi,  che impegna l’artista dal 1960 al 1963 utilizzando i più svariati materiali. G.B., ha dichiarato Alik Cavaliere, è “un personaggio immaginario in cui mi specchiavo. Storie di uno come me, anonimo, inserito tra gli altri…La narrazione segue un ritmo rigorosamente a-logico, che è inutile tentare di ordinare cronologicamente.”

La tecnica.
Per rappresentare la natura Cavaliere inizia modellando con la cera rametti, foglie, piccole rose che poi traduce in bronzo con la tecnica antica della fusione a cera persa.  Dopo il 1965 passa all’impronta su gesso dell’elemento naturale,  il cui risultato,  sempre tradotto in bronzo  con la stessa tecnica,  è una trama di segni materici. Come la vita che segue un ciclo continuo e non ha mai fine,  così le sue sculture erano in perenne mutamento.  Capitava che l’artista aggiungesse a distanza di tempo nella composizione una rosellina o addirittura intere opere che aveva realizzato in passato.

La mostra continua anche in altre sedi:
Centro Artistico Alik Cavaliere
Palazzo Litta
Gallerie d’Italia – Piazza Scala
Università Bocconi

Tutte le mostre a Palazzo Reale

 

5

RITA ACKERMANN: MOVIMENTI COME MONUMENTI
Fino al 9 Settembre 2018
Palazzo della Triennale

Le dimensioni imponenti delle opere dell’artista caratterizzano una mostra che,  negli spazi del Palazzo della Triennale di Milano, espone alcuni dei suoi lavori più affascinanti relativi alla serie dei chalk paintings (tele dipinte ad acrilico con disegni a gessetto) iniziata nel 2013. Alcune opere sono suddivise in più pannelli allestiti a coppie, o l’uno di fronte all’altro.

Sono tele da lontano apparentemente astratte in cui domina il colore e il gesto pittorico dell’artista. In realtà astrazione e figurazione convivono.  Le sue figure,  a volte delineate da linee marcate,  altre in parte cancellate,  altre ancora evanescenti,  si muovono ancora sulla tela. L’artista gioca tra presenza e assenza,  ma decide di rappresentare anche il momento stesso della scomparsa della figura.

Tutte le mostre a Palazzo della Triennale

 

6

OSVALDO BORSANI
Fino al 16 Settembre 2018
Palazzo della Triennale

Oltre 300 opere, da pezzi unici a prodotti industriali, documenti di archivio, arredi e schizzi originali ripercorrono l’attività di Osvaldo Borsani architetto, artista, designer e imprenditore. A 14 anni inizia a lavorare a bottega dal padre nell’Atelier di Varedo,  un laboratorio di ebanisteria che produceva oggetti d’arredo,  agli inizi mobili in stile e poi arredi moderni. Negli anni ’30 entrerà in azienda con il ruolo di progettista. Attento all’idea progettuale e alla sua realizzazione,  tanto quanto all’immagine aziendale coordinata per commercializzare il prodotto. Realizzerà la sua visione fondando il Centro Progetti Tecno.
In mostra foto,  disegni tecnici e bozzetti dei grandi progetti come Villa Pesenti a Forte dei marmi (1939) e la Villa di famiglia a Varedo (1943-45),  che comprendevano l’arredo integrale delle ville stesse. Tanti gli arredi in mostra esposti in ordine cronologico fino al futuristico,  per i tempi,  sistema di mobili per ufficio Nomos disegnato da Norman Foster e premiato con il Compasso d’Oro nel 1987.
La scuola d’Arte di Brera frequentata dal designer lascerà la sua impronta soprattutto nella progettazione di interni, grazie anche ai forti legami con i principali artisti milanesi che dureranno tutta la vita. Noto è il sodalizio con Lucio Fontana,  soprattutto negli anni 1949-1954, che interviene su soffitti,  pareti e arredi.  Ma Borsani collaborerà anche con Agenore Fabbri,  Arnaldo Pomodoro,  Fausto Melotti,  Roberto Crippa,  Aligi Sassu e così via.

Tutte le mostre a Palazzo della Triennale

 

7

GIOACHINO ROSSINI AL TEATRO ALLA SCALA
Fino al 30 Settembre 2018
Museo del Teatro alla Scala

Ultimo ingresso ore 17.00

In occasione del 150° anniversario della scomparsa di Gioacchino Rossini una mostra al Museo del Teatro alla Scala ripercorre fortuna e allestimenti scaligeri delle sue opere,  dalla primissima La pietra del paragone, alla recente edizione de La gazza ladra. Il percorso espositivo comprende oltre 100 opere, alcune restaurate per l’occasione, ed è arricchito da tre video e coinvolge per la prima volta tutto il Museo.
Si potranno ammirare i numerosi ritratti e cimeli già presenti nelle collezioni, a cui si aggiungono il manoscritto di Tancredi e uno schizzo scherzoso di alcune battute da aggiungere all’Attila verdiano. Dialogano con le opere del Museo alcuni dei più celebri costumi disegnati da artisti come Caramba o Zeffirelli e indossati da cantanti come Maria Callas, Giulietta Simionato e Lucia Valentini Terrani. Una teca raccoglie i gioielli di scena appartenuti a Barbara e Carlotta Marchisio e a Giuditta Pasta. Esposta anche la maquette originale per Il barbiere di Siviglia e, ricostruita in scala ridotta, la scenografia de L’italiana in Algeri con i costumi originali.

Tutte le mostre al Museo del Teatro alla Scala

 

8

L’ECO DEL CLASSICO La Valle dei Templi di Agrigento
Fino al 21 Ottobre 2018
Studio Museo Francesco Messina di Milano

Ultimo ingresso ore 17.30

Nel cuore della Milano romana la Chiesa sconsacrata di San Sisto, che fu studio dello scultore Francesco Messina, ospita la mostra L’eco del classico. Oltre 150 reperti recentemente rivenuti nella Valle dei Templi, pezzi provenienti dal Museo Pietro Griffo di Agrigento e dalle raccolte della Soprintendenza ai beni Culturali di Agrigento si confrontano con le sculture di Francesco Messina e con alcuni oggetti della sua collezione di arte antica. Si potranno osservare reperti archeologici datati dal VI secolo a.C. al XIV secolo d.C. accanto a frammenti appena scoperti provenienti dal teatro e dal santuario dell’antica polis Akragas (Agrigento). L’allestimento suggestivo ricrea un settore di uno scavo archeologico, pannelli di approfondimento sottolineano l’aspetto scientifico e culturale della mostra, le piante di agrumi siciliani creano un percorso sensoriale che completa l’esperienza della visita.

L’interesse dello scultore per l’antico, d’ispirazione per le sue sculture, testimonia l’attenzione del suo secolo per l’arte classica.  “Ora la potenza del Bene si è rifugiata nella natura del Bello; infatti, la misura e la proporzione vengono a realizzate, dappertutto, bellezza e virtù.” Platone, Filebo

 

9

OUTFIT ‘900. Abiti per le grandi occasioni nella moda di Palazzo Morando
Fino al 4 Novembre 2018
Museo immagine Palazzo Morando

Continua la valorizzazione del grande patrimonio di abiti storici originali dell’archivio di Palazzo Morando. In mostra una serie di abiti per le grandi occasioni  di giorno e di sera,  la maggior parte inediti e alcuni appena restaurati,  che ci racconta la donna del ‘900. Dietro ad ogni abito lo stile, le occasioni, le scelte e le storie personali. A fianco le immagini dei proprietari e quindi le storie e gli eventi speciali in cui sono stati indossati.
Nella sezione “giorno” trovano spazio abiti da sposa, da cerimonia e per speciali eventi diurni. La sezione sera comincia con un abito da “gran pranzo” del 1900 per poi proseguire verso il ballo e la “serata di gala”. Da segnalare la presenza dell’abito di Giorgio Armani indossato da Glenn Close per la cerimonia degli Oscar nel 1994.

Tutte le mostre a Palazzo Morando


10

MODIGLIANI ART EXPERIENCE
Fino al 4 Novembre 2018
MUDEC –
Museo delle Culture

La vita e l’arte di Modigliani in un racconto coinvolgente. Immagini, musiche, evocazioni e suggestioni ricreano la Parigi dei primi del novecento in cui visse l’artista e circondano il visitatore delle sue opere, delle sculture e dei colori. A introdurre il visitatore a questa esperienza alcuni manufatti originali della ricca collezione permanente del Museo delle Culture di Milano. Nella stessa stanza a confronto i modelli che ispirarono l’artista, capolavori di arte primitiva africana del XX secolo, e tre significativi ritratti dalle collezioni del Museo del Novecento di Milano.

Tutte le mostre al MUDEC

About Diana Cicognini

Diana. Dea cacciatrice! Il mio territorio è Milano, la mia preda l'Arte ... che racconto, scrivo, disegno e metto in mostra. Giornalista pubblicista, la mia Nikon mi accompagna sempre per testimoniare la bellezza e là dove il mio obiettivo fotografico non arriva...un grazie dichiarato ad artisti, gallerie ed uffici stampa che mi concedono "uno scatto" per le mie parole.

C'è anche questo...

Giorgio Griffa

Giorgio Griffa. Una linea, Montale e qualcos’altro

“Giorgio Griffa. Una linea, Montale e qualcos’altro” in programma dal 23 marzo al 25 dicembre …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni (privacy policy)

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi