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Yves Klein. Il Provocatore

Yves Klein, Saut dans le Vide, performance, 1960, collaborazione di Harry Shunk e Janos Kender
Yves Klein, Saut dans le Vide, performance, 1960, collaborazione di Harry Shunk e Janos Kender

“Un pittore deve dipingere un solo capolavoro: se stesso perennemente”, scriveva Yves Klein: è il concetto che costantemente emerge dalla lettura del saggio dedicato al “Conquistador del Vuoto” dallo studioso Thomas McEvilley recentemente pubblicato in Italia da Johan & Levi.

“Dipingere è un modo di esistere”, sosteneva Yves Klein, “il fatto che io esista come pittore sarà l’evento pittorico più formidabile di questo tempo”.
Dopo le lacerazioni della Seconda Guerra Mondiale, la convinzione di Ives Klein era che tutto dovesse essere ricostruito e nulla dovesse somigliare al passato, anche in ambito estetico. Questa visione aveva spinto l’artista a sviluppare sin dagli esordi un inedito approccio: l’arte non poteva più semplicemente accontentarsi di giocarecon composizioni astratte di forme e di colori come proclamato dall’École de Paris per una prima rottura con la’rte figurativa.
Yves Klein (Nizza, 1928 – Parigi 1962) sapeva di essere un rivoluzionario, incline a sfidare le barriere della materia per approdare “oltre” i limiti delle cose. Al di là del tempo e dei concetti di causa ed effetto, l’artista coniugava a un’intensa spiritualità i tratti irriverenti e intrepidi di un sovversivo. La sua opera sintetizzava le esperienze della prima metà del Novecento e anticipava già i temi fondativi delle avanguardie degli anni Sessanta e Settanta, abbattendo i confini della pratica estetica condivisa fino a quel momento storico e annunciando una nuova via. Yves Klein seguiva, a questo proposito, le parole di Max Heindel: ” Il pittore, come il Cristo, dice messa dipingendo e offre il suo corpo e la sua anima come nutrimento agli altri uomini: egli realizza in piccolo il miracolo dell’Ultima Cena in ogni dipinto” (M. Heindel, Cosmogonia)
“Rivoluzione Blu”, la chiamava: una svolta che avrebbe posto fine all’era della Materia e dato avvio all’era dello Spazio, di cui lui era l’autoproclamato Messaggero, il Paladino e il Proprietario cromatico (il “Blu Yves Klein”, appunto). Yves Klein le Monochrome, il Conquistador del Vuoto compiva, seguendo la sua missione di stravolgimento idealistico e contenutistico, una serie di gesti eclatanti: la mostra “Le Vide”, esposizione di una galleria metafisicamente vuota, arte immateriale venduta a prezzi strabilianti e da gettare poi direttamente nella Senna; la fotografia del Salto, che lo ritrae mentre si tuffa a volo d’angelo dal cornicione di un palazzo parigino, verso il bramato Vuoto. Non si trattava di una discesa, bensì di un’ascesa spirituale a ritroso: dal mondo fisico a quello della purezza immaginifica, raggiunto infine con una morte prematura, dopo sette anni di straordinaria attività.
Attraverso le testimonianze vivide di quanti lo hanno conosciuto, questo libro restituisce la creatività dirompente di un artista contraddittorio, un pittore e un anti-pittore che con passione e genio ha fatto sua un’eredità culturale in cui si mescolano Gaston Bachelard, Max Heindel, Carl Gustav Jung, Marcel Duchamp, Kazimir Malevič e i Rosacroce. Anche in questo modo, Yves Klein ha saputo guadagnarsi un posto del tutto eccezionale a cavallo fra Modernismo e post Modernismo. L’autore del brillante saggio, Thomas McEvilley si addentra nella complessa unità estetica che soggiace alla semplicità apparente del monocromo blu. Evoca la drammatica parabola di un uomo che si è fatto tutt’uno con l’artista e che ha inseguito il mito di se stesso fino a morirne: “Lunga vita all’immateriale”.

Thomas McEvilley (1939-2013) è stato studioso e scrittore, curatore e critico d’arte. Dottore di ricerca in filologia classica, si è occupato di filosofia e cultura greca e indiana antiche, oltre che di arte contemporanea. Ha insegnato alla Rice University di Houston, alla Yale University, alla School of Art Institute di Chicago, alla School of Visual Arts di New York. I suoi principali volumi in ambito artistico sono The Triumph of Anti-ArtSculpture in the Age of Doubt; The Exile’s Return: Toward a Redefinition of Painting for the Post-Modern Era.

Yves il provocatore
Yves Klein e l’arte del Ventesimo secolo

Autore: Thomas McEvilley
Anno: 2015
Lingua: Italiano
Pagine: 252
Prezzo: 25,00 €
ISBN: 978-88-6010-155-6
Formato: 15,5 x 23 cm
Illustrazioni: 23 b/n
Finitura: Brossura
Arcoprint edizioni
http://www.johanandlevi.com/

About Ivan Fassio

Poeta, scrittore, curatore d'arte contemporanea.

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