Con in tasca una laurea in Giurisprudenza mai utilizzata, da oltre 30 anni Pino Oliva si divide tra illustrazione, graphic novel e dipinti.
Appassionato di disegno fin da bambino, oggi Pino Oliva è un artista, illustratore e graphic novelist materano, ma, come dice lui stesso, fare di un sogno il proprio lavoro non è facile: “Disegnare è sempre stata la mia passione. Sono riuscito a farlo diventare il mio mestiere con tanti sacrifici. I sogni vanno accompagnati, hanno un percorso molto lungo, ma realizzarli ti rende davvero felice”.
Archiviata da subito la laurea in Giurisprudenza, da più di 30 anni Oliva lavora nel mondo dell’immagine occupandosi di progetti grafici, fumetti, illustrazione, arte contemporanea ed esponendo le sue opere in Italia e all’estero. Tra le mostre più importanti, dal 2005 ad oggi, il Premio Celeste a Siena, dove si è guadagnato una menzione speciale, Plot Art Europa a Valencia e Spirited Cities and City Spirits a Mumbay. “Ci sono un paio di progetti di nuove mostre ma per adesso dipingo. L’importante per un artista è lavorare, essere ispirato – osserva Oliva -. Le esposizioni vengono dopo. Ho fatto moltissime mostre, una settantina, ma ho sempre pensato che esporre sia un passo successivo. Tra l’altro adesso, grazie ai social, far conoscere i propri lavori è diventato molto più semplice. Negli spazi della Galleria Opera Arte & Arti, poi, Enrico Filippucci si occupa delle mie opere e questo è un bene. Affidarsi a un gallerista permette di lavorare con più serenità”.
Nei dipinti di Oliva è evidente il lavoro sul colore, un processo tutt’altro che istintivo che nasce dall’esigenza di liberarsi del segno per lasciare spazio solo alle forme cromatiche e al gesto pittorico. “Di norma lavoro con una serie di schizzi preparatori prima di partire con un nuovo quadro – spiega -. Nasco come disegnatore ma nei miei quadri sento la necessità di emanciparmi dal disegno. Lavorare solo con il colore è complesso. Specie con le tinte forti, che uso molto, si rischia di creare caos. Ecco perché stabilisco prima quali colori utilizzare. Tutta la struttura del quadro è pensata guardando alla teoria dei colori complementari e agli equilibri tra i colori. Questo mi permette di lavorare con tinte accese senza risultare aggressivo”.
Da qualche anno Oliva ha iniziato a inserire Matera nelle sue opere pittoriche: “Non avevo mai dipinto i Sassi da ragazzo. Ho cominciato di recente, però do alla città una forma nuova, colorandola. Il colore è vita e Matera è cresciuta tantissimo negli ultimi 15 anni”. Pino cerca di portare alla luce la “memoria arcaica” che Matera conserva nelle pietre, negli abitanti, nel paesaggio che la circonda. Ricorrono spesso nei suoi quadri delle silhouette scure, quasi delle madonne laiche, che si aggirano per la Murgia e tra le case-grotta dei Sassi. “Sembrano le madonne nere tipiche della tradizione religiosa del Sud Italia. C’è un forte senso di sacralità che accompagna la storia di Matera, lo testimoniano tra le altre cose le oltre 150 chiese rupestri sparse intorno alla città. Ho cercato di recuperare questa sacralità in una forma diversa, laica”.
Ma Pino non è “solo” un pittore. Molti suoi racconti a fumetti sono stati pubblicati su riviste nazionali del fumetto d’autore e, dal 2007 ad oggi, ha pubblicato quattro graphic novel, con La Stamperia Liantonio “Cronache materane degli anni ‘70” (2007), “Telline. Cronache metapontine negli anni ‘70” (2009), “Tutto succederà. Cronache materane degli anni ’80” (2011) e, nel 2014, con Lavieri Edizioni, “Matera 21 settembre 1943”.
I primi tre volumi sono racconti autobiografici che per certi versi costituiscono anche un’analisi sociologica di come si viveva 30 anni fa a Matera e sulla costa ionica, dove Oliva ha trascorso la sua infanzia. L’ultimo graphic novel, invece, uscito nel 2014 e realizzato insieme allo storico Francesco Ambrico, racconta ciò che accadde a Matera il 21 settembre 1943, giorno dell’insurrezione popolare contro l’occupazione nazi-fascista. In quella giornata fu perpetrato un crimine di guerra, la cosiddetta “strage di Matera”: i nazisti rinchiusero 16 persone nel Palazzo della Milizia, che poi fecero saltare in aria. Per il coraggio dimostrato e per le perdite umane la città di Matera è stata insignita della medaglia d’argento al valor militare e della medaglia d’oro al valore civile. “Con Ambrico abbiamo ricostruito dettagliatamente quello che accadde il 21 settembre del 1943, avvalendoci di circa 200 documenti storici, in parte recuperati in Inghilterra quando, qualche anno fa, sono stati desecretati molti atti militari. Solo così siamo venuti a conoscenza di particolari che hanno dato nuova luce a un episodio drammatico della nostra storia”.
Da qualche anno, Oliva sta lavorando a un nuovo graphic novel che racconterà la storia di “Chitaridd”, ultimo brigante operante in Basilicata con cui probabilmente si concluse il fenomeno del brigantaggio post-unitario per evolversi in banditismo. Il nuovo libro si intitolerà “Chitaridd, il bandito di Matera” e sarà realizzato a sei mani. Insieme a Oliva sono impegnati nella realizzazione Silvio Teot, che si occupa del soggetto, e Nanni Teot, colorista: “Sono necessarie sei mani perché si tratta di un lavoro estremamente lungo e complesso. Quando lavoro a un romanzo a fumetti a carattere storico cerco di essere il più dettagliato possibile nelle ambientazioni, nei vestiti e anche nelle fisionomie dei personaggi. Ho studiato tantissime fotografie dell’epoca per capire i tratti dei contadini di allora, che avevano lineamenti molto più marcati dei materani di oggi e una diversa statura”. Un’altra enorme difficoltà è dipesa dall’assenza di immagini di Chitaridd. Del brigante esiste una sola fotografia, sgranata, che lo ritrae negli istanti dopo la morte. Oliva ha dovuto faticare per ridargli un volto. Ad oggi sono state realizzate 40 tavole di “Chitaridd, il bandito di Matera”. Ne mancano circa un centinaio perché il nuovo romanzo a fumetti possa vedere finalmente la luce.