Sarà visitabile sino al 17 giugno la mostra ‘’Muralnomad. Da Corrado Cagli ad Andy Warhol’’ negli splendidi spazi del Filatoio di Caraglio: 25 arazzi capolavori realizzati negli anni da Ugo Scassa, fondatore dell’omonima arazzeria astigiana.
Ugo Scassa, che ha fondato la manifattura nel 1957, ha legato il suo nome a una delle eccellenze produttive italiane, con un laboratorio in cui si utilizza l’antica tecnica dell’«alto liccio», un tipo di telaio verticale usato per realizzare tessuti anche di ampie dimensioni, pur se con tempi di lavorazione più lunghi. Oggi L’arazzeria Scassa ha sede nella Certosa di Valmanera presso Asti, monastero vallombrosiano che la ospita insieme a un laboratorio di restauro di arazzi antichi e un museo. Grazie ad una felice intuizione dello stesso Scassa, imprenditore illuminato e amante delle arti, già dall’inzio degli anni ’60 molti temi scelti per i suoi arazzi furono tratti dalle opere di grandi maestri del ‘900 quali De Chirico, Klee, Mirò, Ernst, Capogrossi, Guttuso, Mastroianni, Spazzapan. Particolarmente felice fu il sodalizio umano e artistico con Corrado Cagli, come lo steso Scassa amava ricordare.
Negli anni ’60 Scassa realizzò una grande committenza, quella per le grandi navi transoceaniche: la Leonardo da Vinci (16 esemplari) , la Raffaello (24) e la Michelangelo (12), che esponevano gli arazzi negli ambienti di prima classe. Le sue opere furono inoltre esposte ai Musei vaticani e nei più importanti musei del mondo.
La curatrice Loretta Dolcini introduce le ragioni della mostra: “Vorrei soffermarmi su due temi nodali, il titolo scelto, Muralnomad, e il contenuto della mostra. L’arazzo è costituito da un intreccio di filo, ed è la forma più antica di manufatto umano; questa mostra è in se stessa un intreccio, perché vede coinvolti più aspetti che la costituiscono, in un felice connubio tra arte e artigianato: il primo riguarda gli artisti del Novecento, la cui creatività è qui coniugata alla grande maestria dell’arazzeria Scassa, alla grande perizia dei suoi tessitori e tessitrici, qui rappresentati dalla signora Katia Alcaro, moglie e preziosa collaboratrice del fondatore, entrata in azienda all’età di quindici anni. Vale la pena ricordare anche il sodalizio intercorso tra Scassa e l’artista Corrado Cagli, che è stato il direttore creativo dell’arazzeria per 16 anni, e l’amicizia con molti artisti del ‘900 italiano, da Mastroianni a Spazzapan a Ezio Gribaudo, qui presente in mostra con un’opera tratta dai Simboli del Concilio degli anni ’60 e la cui figlia, Paola Gribaudo, ha realizzato il bel catalogo che accompagna l’esposizione.
Muralnomad è l’espressione coniata da Le Courbusier a simbolo dell’arazzo moderno ad uso privato e pubblico: un decoro murale facilmente spostabile, “arrotolato sotto il braccio”. Un’opera che si imparenta archettonicamente con la parete, più simile ad un affresco, e allo stesso tempo un modulo che rimane mobile, vicino alle esigenze più attuali del design. Vorrei ancora ricordare tra le azioni meritevoli dell’arazzeria Scassa l’attenzione verso il passato con il grande restauro promosso tra il 1972 e il 1976 dell’ arazzo di Cosimo I per la Sala del Cinquencento a Firenze e quello dell’arazzo con le Storie di Giuseppe al Quirinale”
L’esposizione, il cui suggestivo allestimento è curato da Aurelio Toselli, si snoda nelle auliche sale dell’appartamento nobile al primo piano. Una sezione è dedicata agli Arazzi sull’oceano, in cui si ricorda l’eccezionale committenza di alcune decine di arazzi, tessuti su disegni dei più noti artisti del panorama italiano degli anni ’50, quale arredo principale dei transatlantici Leonardo da Vinci, varato nel 1960, Raffaello e Michelangelo. Ugo Scassa risultò l’unico in grado di realizzare l’impresa: in mostra sono esposti tre grandi esemplari di Corrado Cagli e Giuseppe Capogrossi. Nella sezione Testimonianze del Novecento sono esposti 4 arazzi tratti dai dipinti di Corrado Cagli e dall’Attesa di Felice Casorati, che per le loro grandi dimensioni bene esplicano il concetto della mostra di arazzo di dimensioni monumentali che diventa tutt’uno con la parete, tanto da assumerne valenza architettonica.
Nella grande sala della mostra sono esposte 11 opere tratte dalla produzione di artisti molto rappresentativi dell’astrattismo italiano come Umberto Mastroianni, Luigi Spazzapan, Emilio Tadini ed Ezio Gribaudo, artisti che Ugo Scassa riuscì a riunire intorno a sé in un clima di amicizia e grande sodalizio artistico. Il percorso della mostra si chiude con una superba sequenza di arazzi tratti dai maestri europei, che Scassa chiama “gli stranieri” : l’amato Paul Kless, Mirò, Matisse, Kandinskij, Max Ernst, fino al grande tappeto The Flowers di Andy Warhol che conclude, posto di fronte ad un esemplare di telaio ad alto liccio, le diverse sezioni.
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