mercoledì , 4 Dicembre 2024

La Selva Simbolica di Ivan Theimer al Museo Accorsi Ometto di Torino

La Fondazione Accorsi-Ometto ospita “Selva Simbolica”, personale dell’artista franco-ceco Ivan Theimer, le cui opere, sculture fortemente evocative e raffinati dipinti, sono chiamate a  dialogare con gli spazi del cortile e delle sontuose sale della Galleria del Museo.

Ivan Theimer, Bimbo con cappello, 1989-1990 Bronzo dipinto, cm 42 x 16,2 x 16,5 Collezione privata

La vita e il lavoro di Theimer sono l’incontro di due aspetti: la rappresentazione della realtà e lo spazio, preponderante e ipnotico,  del mito e del simbolo.  La mostra, curata da Marco Meneguzzo, intende sottolineare  le caratteristiche espressive dell’artista, esaltate nell’incontro con gli ambienti fortemente caratterizzati del Museo Accorsi-Ometto. Figurativo, ridondante, vagamente rétro, dichiaratamente simbolico,  Ivan Theimer ha costruito la sua fama internazionale su alcune tipologie plastiche che sono presenti in forze nella mostra torinese.

 

Ivan Theimer, veduta dell’installazione nel cortile del Museo Accorsi-Ometto

 

Obelischi, stele, tartarughe e bambini, tipici della sua produzione scultorea, contribuiscono a dare corpo e senso al titolo della rassegna – “Selva simbolica” – in cui l’accento critico è posto sull’aspetto simbolico della sua opera, ma anche sul suo sviluppo plastico in verticale – la “selva” appunto, con le sue tipologie ripetute – che si riverbera nel cortile e nelle sale arredate del Museo.

Ivan Theimer, Uomo con carpa, 2000 Bronzo, cm 38 x 24 x 14 Collezione privata

 

Ma in mostra non ci sono solo solo sculture: come ben spiegato dal testo in catalogo del curatore: […] “Lo si vede bene negli acquerelli che sono il corollario intimo della produzione plastica di Theimer, e che seguono la grande tradizione dei viaggiatori europei, dal Settecento ad oggi: luoghi più o meno esotici, ma tutti reali, ritratti en plein air, come è giusto che sia, ma immersi in una luce che, pur essendo plausibile e verosimile, viene trasformata in un’atmosfera lontana nel tempo, un’atmosfera sospesa come nei quadri di De Chirico, dove è sempre mezzogiorno ma le ombre sono lunghe. Anche qui, pur in presenza dell’artista che ritrae e dunque è presente in quei luoghi – con la famiglia, da solo, da turista, da viaggiatore, arrivato anch’egli coi charter … -, il paesaggio si trasforma in un luogo misterioso dove deve avvenire qualcosa, o è appena avvenuto, e il sapore del mistero è ancora nell’aria: qualcosa che è sconosciuto a chi non è “iniziato” […].

 

Ivan Theimer, veduta dell’installazione nella Sala Cinese del Museo Accorsi-Ometto

 

Nel cortile del Museo Accorsi-Ometto una serie di obelischi fa da cornice a un gruppo di bambini che “gioca”. Su di essi trionfa la scultura di Arione, un unicum nella produzione dell’artista. La galleria del Museo è dedicata ad alcuni quadri caratterizzanti la pima produzione dell’artista, i cosiddetti “trous”, buchi, e a una serie di disegni su carta. Dopo la Sala Tartaruga dedicata a Ercole e al suo mito, il Salone cinese (che pur nella sua ricca decorazione riesce a dialogare con la ricchezza esecutiva delle opere dii Theimer senza prevaricarsi a vicenda) vede la rappresentazione scenografica della “selva simbolica” con le opere concentrate al centro e svettanti sin quasi a toccare il soffitto, creando una sorta di foresta di obelischi. Un gatto che sormonta un’erma trova il suo corrispondente “reale” in un gatto di terracotta. L’allestimento di questo ambiente mira così a creare uno spazio etereo, ma coinvolgente che consente di isolare lo spettatore dallo spazio museale.

Ivan Theimer, Gatto, 2009 Bronzo, cm 19,5 x 7,5 x 9,5 Collezione privata

 

La sala attigua è occupata da altre opere bidimensionali dell’artista come i d’après di grandi pittori del passato e dal bozzetto del monumento per il bicentenario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, eretto in Champ de Mars a Parigi, nel 1989. A proposito dei monumenti aggiunge Meneguzzo: […] Che cosa celebra dunque lo scultore franco-moravo coi suoi monumenti? Celebra l’idea di monumento, prima di ogni cosa. Cioè celebra la speranza e la convinzione che ci possa ancora essere qualcosa da celebrare, in maniera duratura, in questo mondo fatto di macerie, secondo la definizione poeticamente azzeccata di Marc Augé, per cui la nostra epoca non lascia dietro di sé delle rovine, ma solo delle macerie. Theimer vuole per lo meno tornare alle rovine, che per la nostra cultura – non so ancora per quanto – sono la testimonianza della gloria e della terribilità della storia, e un’esortazione all’imitazione e al superamento di quella grandezza […] Il percorso espositivo si conclude con dei pilastri/lampade e gli acquerelli di viaggio dedicati ai luoghi visitati dall’artista nell’arco della sua vita, in cui prevale uno sguardo attento e appassionato sul rapporto dell’uomo con la natura e lo spazio.

Ivan Theimer, Bukhara, 2009 Acquerello su carta14,5 x 21 cm,  Collezione privata

 

Ivan Theimer nasce nel 1944 a Olomouc, in Moravia, storica regione dell’attuale Repubblica Ceca. In seguito all’invasione sovietica del 1968 lascia il suo paese per stabilirsi a Parigi dove riprende, all’Ecole des Beaux-Arts, gli studi di arte già conclusi in patria. Negli anni Settanta partecipa a numerose mostre in Francia distinguendosi nel vivace ambiente artistico della capitale tanto che dieci anni dopo il suo arrivo è invitato a partecipare alla Biennale di Venezia nel Padiglione francese, dove ritorna nel 1982 e nel 1995 per il centenario a Palazzo Grassi. Nel 1989, quando la Rivoluzione di velluto e l’elezione di un nuovo presidente portano al tanto auspicato cambiamento politico, Theimer riprende i contatti con il suo paese d’origine e partecipa con entusiasmo al clima di rinnovamento. A ricompensare il suo ritorno e la sua partecipazione alla vita artistica del paese è lo stesso Havel che decide di dedicargli una grande mostra antologica al Belvedere del Castello di Praga che inaugura egli stesso nel 1996. Nel frattempo, in tutta Europa si susseguono mostre personali e collettive.

Ivan Theimer, Bhaktapur, 2010 Acquerello su carta, 15 x 21 cm Collezione privata

Molte città italiane dedicano all’artista esposizioni nei centri storici e nei propri musei. Oltre alla scultura, alla pittura e alla grafica, Ivan Theimer si dedica anche a progetti per committenze pubbliche e private, realizzando sculture monumentali in Francia, Germania, Italia e Repubblica Ceca. In questi lavori, dalle dimensioni imponenti, Theimer si inserisce sempre con rispetto nel contesto storico, culturale e geografico preesistente alle sue opere. Negli ultimi anni, infine, crea scenografie e costumi per l’opera lirica, coniugando l’amore per la musica con i suoi numerosi talenti.

Vive fra Parigi e Pietrasanta e viaggia ancora in luoghi lontani alla ricerca di paesaggi che ama fissare nei suoi acquerelli.

 

Sino al 19 settembre

Per info

Museo Accorsi Ometto

About Paola Stroppiana

Paola Stroppiana (Torino, 1974) è storica dell’arte, curatrice d’arte indipendente e organizzatrice di eventi. Si è laureata con lode in Storia dell’Arte Medioevale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, città dove ha gestito per più di dieci anni una galleria d'arte contemporanea. Collabora con diverse testate per cui scrive di arte e cultura. Si interessa a nuovi percorsi d’indagine come il gioiello d’artista e le ultime tendenze del collezionismo contemporaneo, argomenti sui quali ha tenuto conferenze presso l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari, Il Museo Civico di Arte Antica e la Pinacoteca Agnelli di Torino, il Politecnico di Milano.

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