Damien Hirst. Magia, mistero, epica a Palazzo Grassi a Venezia

Damien Hirst. Fino a domenica 3 dicembre 2017 Palazzo Grassi e Punta della Dogana ospitano ‘Treasures from the Wreck of the Unbelievable’

Damien Hirst. Treasures from the Wreck of the Unbelievable

La mostra costituisce la prima grande personale dedicata a Damien Hirst in Italia, dopo la retrospettiva presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli del 2004 (“The Agony and the Ecstasy”).

La mostra si estende lungo i 5.000 metri quadrati espositivi di Palazzo Grassi e Punta della Dogana, le due sedi veneziane della Pinault Collection che per la prima volta sono entrambe affidate a un singolo artista.

‘Treasures from the Wreck of the Unbelievable’ è un progetto complesso e ambizioso la cui realizzazione si e protratta lungo diversi anni.

“Treasures”, non e soltanto un insieme di opere incomparabili, nel senso proprio del termine, per la ricchezza della loro ispirazione iconografica, la varieta dei materialiimpiegati e il grado di perfezione raggiunto nella realizzazione: si tratta di un progetto globale in cui la percezione della realta fisica, materiale e tangibile dei pezzi esposti avviene attraverso la narrazione, la finzione, il desiderio di credere radicato in ogni essere umano.

La mostra racconta la fantastica storia dell’antico naufragio della grande nave ‘Unbelievable’ (Apistos il nome originale in greco antico) e ne espone il prezioso carico riscoperto, Elena Geuna, la curatrice così scrive:  C’era una volta un ricchissimo collezionista, Cif Amotan II, un liberto originario di Antiochia, vissuto tra la meta del I e l’inizio del II secolo d.C. Si tramanda che questa figura leggendaria fosse molto nota ai suoi tempi per le immense fortune e che l’eco della sua storia sia risuonata infinite volte nel corso dei secoli. appena acquistata la liberta, Amotan abbia inizio raccogliere sculture, gioielli, monete e manufatti provenienti da ogni parte del mondo, dando vita a una sterminata collezione.

I cronisti del tempo narrano che gran parte di questo straordinario tesoro fosse stata caricata su un enorme vascello, l’Apistos (Incredibile). La nave, le cui dimensioni nessuna imbarcazione aveva mai raggiunto prima, era diretta ad Asit Mayor, luogo nei cui pressi Amotan aveva fatto costruire un tempio dedicato al Sole. Per cause a noi sconosciute – il peso eccessivo del carico, le avverse condizioni del mare (la zona era, ed e tuttora, soggetta a forti venti) o, forse, l’esplicita volonta degli dei – la nave si inabisso insieme al suo preziosissimo carico.

Nel corso del 2008, questo leggendario tesoro, rimasto sommerso nell’oceano Indiano per quasi duemila anni, e stato scoperto al largo della costa orientale dell’Africa e lentamente riportato alla luce. Grazie a una lunga e complessa campagna di recupero subacqueo, sono emersi dal fondo marino numerosi manufatti di materiali diversi e moltissime sculture. Il mare ha restituito le ricchezze perdute, testimoni silenziose di un mondo lontano, lasciando pero una precisa traccia di se: una nuova veste appare sulla superficie dei reperti una volta affiorati dalle acque, uno spettacolo di colori e forme per la presenza di coralli, gorgonie, spugne, cresciuti nel corso dei secoli. Il corallo, nato secondo il mito dalla caduta in mare di alcune gocce di sangue della testa di Medusa, stillate dalla bisaccia di Perseo, si pietrifica a contatto con l’aria1, rimanendo cosi saldamente attaccato alle opere.

E ora la Punta della Dogana protesa come la prua di una nave all’ingresso del Canal Grande ospita nelle sue navate a filo d’acqua diverse opere di grandi dimensioni, disseminate di coralli. Le sculture, invece, che sono state spogliate dalla coltre marina hanno rivelato, tornando
a nuova vita, un’eccezionale ricchezza di materiali: malachite, giada, lapislazzulo, cristallo di rocca, oro, argento e una varietà di marmi e graniti. Proprio per la preziosità di questi tesori, si e scelto di esporne un nucleo consistente a Palazzo Grassi, l’ultimo palazzo patrizio
costruito sul Canal Grande prima della caduta della Serenissima.

Ciò che colpisce, oggi come ieri, ammirando queste magnifiche opere e la bellezza senza tempo dell’arte, la sua capacita di generare novità, di sollevare domande, di formare associazioni. Qui si manifesta in un finale impensato: un’incredibile collezione dell’antichità esposta negli
spazi di uno dei più importanti musei contemporanei. La magnificenza delle sculture, la preziosità dei materiali e l’altissima qualità tecnica con cui sono state realizzate sono la testimonianza dell’ossessione del collezionista, del suo stravagante gusto estetico, della sua passione per un’idea di Bello che raramente e univoca e compatta, ma sfaccettata in una costellazione di stratificazioni e definizioni.

Clicca qui per il sito della mostra

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