Fino al 2 settembre, Palazzo Cavour a Torino ospita ‘Voci su tela. In my secret life’, la mostra itinerante di Massimo Cotto che unisce le opere di cantanti italiani e internazionali
Qual è il risultato di un musicista che dipinge un quadro? La risposta è a Torino, a Palazzo Cavour, che fino al 2 settembre ospita ‘Voci su tela. In my secret life’, la mostra itinerante di Massimo Cotto – giornalista, autore televisivo e teatrale, conduttore radiofonico e Assessore alla Cultura del Comune di Asti – che rispecchia la poliedricità del suo curatore con schizzi, dipinti e bozzetti realizzati da artisti italiani e internazionali.
L’idea di creare questa mostra parte da lontano, ovvero da tutte quelle volte in cui Cotto, dopo aver passato la giornata con i musicisti, chiedeva loro di disegnargli qualcosa. Un qualcosa che, anni dopo, si è concretizzato in un’esposizione ricca di immagini e significati. Per comporla, Cotto ha chiamato i musicisti e gli ha chiesto di realizzare un’opera pensata appositamente per questa mostra, che sarebbe stata itinerante e con finalità benefiche. In questo caso, una parte del ricavato di Palazzo Cavour andrà all’Associazione CasaOz Onlus, che aiuta i bambini con malattie e le loro famiglie.
Passando per le varie sale si scopre che Simone Cristicchi è un bravo fumettista, che Giorgia, dopo aver lavorato per lungo tempo al suo dipinto, ha deciso di inviare a Cotto un ritratto disegnato in una notte, e che Ron Wood è riuscito ad esprimere tutta l’energia di Jimi Hendrix, Keith Richards e Slash in tre diversi quadri. Insieme a loro ci sono anche Max Gazzè, Cheope, Luca Carboni, Patty Pravo, Renato Zero, ma anche Leonard Cohen, Bob Dylan, Frank Zappa e Paul McCartney. Ogni quadro racconta una storia, un aneddoto e, molto spesso, riflette anche il loro modo di interpretare la musica. Secondo Cotto, soprattutto le artiste riescono a trasmettere loro stesse nelle rispettive opere, e per questo ha deciso di dedicare una sala soltanto a loro, dove il disegno colorato di Arisa si incontra con quello più astratto di Carmen Consoli.
Tutta la mostra è una combinazione di stili, tecniche e messaggi diversi: si passa dalla collezione di farfalle di Piero Pelù, alle due opere di Paolo Conte fino a un’intera sala dedicata ad Edoardo Bennato, che con ‘In Cammino’ parla dei migranti, raffigurandoli come venditori sulle spiagge che si stagliano su un fondo bianco, immacolato, carichi di borse, occhiali da sole e vestiti. Alla fine della sala c’è anche l’immagine di una città, con i grattacieli sullo sfondo e le baracche in primo piano. Questa è anche l’unica stanza senza musica, per dar modo a tutti di riflettere meglio sul messaggio racchiuso nelle opere.
Oltre ai cantanti, ci sono anche altri artisti che si sono cimentati nell’arte figurativa: Dario Fo – con un disegno sul cartone della pizza –, Staino, Giorgio Faletti e Vincenzo Mollica, con la sua raffigurazione di Betty Boop in versione Tamara de Lempicka. Un’unica sala è dedicata a un’unica opera di Hugo Pratt, composta da dodici immagini.
‘Voci su tela. In my secret life’ porta i visitatori vicini agli artisti, e permette di scoprirne dei lati nascosti, intimi, e in molti casi anche dei veri talenti in un’arte diversa dalla musica.