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Paola Bisio. Le Porte dell’Ombra

Paola Bisio, Il Vecchio della Montagna Vagante
Paola Bisio, Il Vecchio della Montagna Vagante

Le Porte dell’Ombra, mostra personale di Paola Bisio, inaugura domani, venerdì 16 febbraio dalle 19, presso Spazio Parentesi in via Belfiore 19 a Torino. Paola Bisio espone una serie di opere ispirate e dedicate a “La Storia Infinita” di Michael Ende. Simbologie, intrecci narrativi, libere associazioni di idee e riflessioni sul contrasto attuale e sulle dicotomie tra fantasia ed entropia nelle dinamiche artistiche, estetiche e relazionali contemporanee. Interventi testuali, critici e creativi di Ivan Fassio.  

Ad ognuno è concessa, in diverse quantità, una imprescindibile mistura di fiducia ed immaginazione: la certezza delle cose invisibili; l’esistenza dell’oltre, orizzonte di là da venire; e la convinzione di un’altra misura, assoluta o infinita. L’oggetto è curvatura di spazio, increspatura su linea perfetta, sulla retta del tempo. Per un atto di cura della forza creatrice, da ogni composizione trapela, ad imitazione del Vero, lo stesso corrugamento: una lacrima che riga la fronte della figura.

Natura anfibia è quella umana, poiché riflette la dimora intermedia tra fenomeno e idea, tra speranza e realtà. Da un lato, l’intensità della vita interiore. Simmetricamente, l’esperienza di quotidianità. Di conseguenza, articolata e divisa, scissa e lacerata appare la coscienza, la personalità.

Tale radice di contrapposizione tra finzione e consuetudine si manifesta, così, nella concentrazione sulla materia astratta ed estratta dal mondo, mera espressività, cielo stellato capovolto: presenza pura affrancata, abbandonata alla sostanza, invenzione a vitale sembianza, dove gettare uno sguardo informante, plasmatore di libertà.

Le opere di Paola Bisio, in esposizione a Spazio Parentesi, si ispirano all’antitesi e tensione tra fantasia, concepita in termini di fecondità conoscitiva, ed entropia, intesa nell’accezione di deterioramento e rovina delle capacità di assimilazione e trasformazione del campo sensibile. Letteralmente dedicate a momenti dell’intreccio de La Storia Infinita di Michael Ende, ne ripercorrono la fabula attraverso immagini di riferimento proto-testuale. Elaborando una traduzione arbitrariamente conforme alle simbologie e una improvvisazione sul tema, i lavori si generano ed emergono da un amalgama percettivo. Quest’ultimo, filtrato dai concetti e incanalato in un flusso, pare forzare i limiti, la superficie della tela; come se, per lo spettatore, si trattasse di affacciarsi sul ciglio di una voragine, ai bordi di un torrente strozzato o di un lago placido. Profondità, rifrazioni, rilievi, conche, crepe e sedimenti lasciano spazio all’immaginazione, affinché gli elementi si affaccino, oggettivati catalizzatori dell’occhio, alle porte dell’ombra, dalle alte mura della nostra intuitività.

Inaugurazione venerdì 16 febbraio dalle 19.00

Spazio Parentesi

via Belfiore, 19

Torino

fino al primo marzo

tutti i giorni 11-13 e 15-20 e su appuntamento 3382270563

About Ivan Fassio

Poeta, scrittore, curatore d'arte contemporanea.

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