Marzio Tamer, fino al 7 gennaio 2018 al Museo di storia naturale di Milano
Milanese, schivo, perfezionista, studioso delle tecniche antiche di pittura, innamorato degli animali sin da bambino, con un’attenzione fotografica nella composizione e nello studio della luce nei suoi paesaggi, Marzio Tamer piega la natura al suo pennello e non è soddisfatto fino a quando non ha superato la sfida che si è imposto, rendendo il suo quadro più reale del vero.
“Il cuore del mio lavoro è il processo creativo. Appena finisco un lavoro sono già proiettato a quello che farò domani. Non ho nessun legame affettivo con le mie opere. Voglio rappresentare quell’animale, quell’ambiente, quell’albero e una volta vinta la sfida sono soddisfatto. Passo al livello successivo, più ambizioso, ogni nuovo soggetto è più complesso del precedente.” Marzio Tamer
“Un artista che si muove nel silenzio, nel rispetto della natura e della tecnica pittorica”, Lorenza Salamon, gallerista e curatrice della mostra, così definisce Marzio Tamer. “Le sue opere sono destinate a rimanere nella storia, sia perché hanno un linguaggio fuori dal tempo, sia perché ogni materiale con cui sono state realizzate è fatto con la cura di un oggetto che deve durare nel tempo.”
“Pittore per natura”. Il titolo è volutamente un gioco di parole sul soggetto della sua pittura e sulla vocazione innata alla pittura, che è con lui sin da bambino. La mostra di Marzio Tamer supera per successo, da 700 a 800 spettatori al giorno, qualsiasi altra mai presentata al Museo di Storia Naturale di Milano. Titanica la sua organizzazione, fortemente voluta dalla curatrice Lorenza Salamon. Esposte 42 opere d’arte arrivate a Milano da prestiti di 32 collezionisti diversi, che si sono separati dalle loro opere per permettere anche al pubblico di ogni livello e generazione di goderne.
Si perché questa mostra è adatta ad un pubblico di esperti, artisti, critici d’arte per l’esecuzione magistrale e attenta al recupero di tecniche antiche di preparazione dei colori; ma anche ad un pubblico più ampio, di grandi e piccini, che ammira l’espressione fiera e vera dei suoi animali, sospesi tra la realtà e la tela del quadro, o la poesia dei paesaggi.
In attesa che vengano aperte le nuove sale di Palazzo Dugnani, ad ospitare stabilmente l’arte con soggetto la natura, fino al 7 Gennaio potremo goderci la mostra di Marzio Tamer. Il cui successo si può ben dire, è un’ulteriore conferma che collezionisti e pubblico stanno tornando al figurativo.
La pittura di Marzio Tamer è fatta di grande calma, meticolosità, studio. “Nella fase iniziale della sua attività distruggeva le tele che non gli piacevano, annacquandole sotto la doccia” , racconta Lorenza Salamon, che segue l’artista da 25 anni.
Il suo processo creativo è molto lungo e complesso. Nasce dall’osservazione sul campo o in studio e a volte dura più della stessa realizzazione del quadro, che già gli richiede molto tempo.
“Il mio primo amore sono gli animali, sin da quando era piccolino all’asilo. Andavo nei parchi faunistici per vederli e passavo le giornate intere a studiarli, fare fotografie e schizzi di ogni genere. Ancora oggi studio i testi scientifici, vado su internet a vedere le dimensioni o studiare le proporzioni. Dietro ad ogni mia opera c’è un grosso lavoro.” Marzio Tamer
Le tecniche utilizzate da Tamer sono principalmente acquerello e tempera all’uovo su carta o su tavola. “L’acquerello asciutto è la tecnica che in questo momento sento più mia. Inizio stendendo grandi campiture o colature di colore, se voglio ottenere effetti particolari. Scendo poi nei dettagli più realistici, velatura dopo velatura, fino a mettere in evidenza quello che mi interessa. Tutti i bianchi sono resi con la carta. Mi affascina anche la preparazione della tempera all’uovo e la sua resistenza nel tempo”. Marzio Tamer
Tamer utilizza l’acquerello con la stessa tecnica a velature usata per la pittura ad olio. Lavora con pennelli anche molto piccoli per rendere i dettagli del pelo degli animali o l’intensità di uno sguardo. La sua ricerca, quindi, si estende anche alle carte per acquerello, che devono essere performanti sia per qualità, satinate e non più di 300 grammi, sia per dimensioni. Ha utilizzato carte Arches, Canson, ma soprattutto Fabriano, l’unico marchio che è arrivato a produrre rotoli di carta da 1 metro e 30 per 7/8 metri di lunghezza. E ancora l’artista è alla ricerca di formati più grandi per superare se stesso.
L’opera più grande di tutte, l’elefante Hathi, non nasce da una commissione ma da un suo desiderio. Voleva fortemente realizzare quest’opera anche se sapeva che avrebbe impiegato un anno. Un collezionista, molto affezionato, ha sposato il suo progetto ad occhi chiusi, finanziandolo a prescindere dall’eventuale valutazione economica di mercato o da ragioni speculative. Del resto la maggioranza delle opere in mostra arriva da collezionisti che sono legati ad esse da storie personali. Una nuova maternità o un desiderio di essa che si realizza (Piccolo Orso). La necessità di prendersi il proprio tempo o motivi estetici, e così animali e paesaggi vanno a decorare le seconde case dove possono essere ammirati con calma. A decidere il soggetto quasi sempre è l’artista.
“Nei miei paesaggi c’è una forte rappresentazione realistica di ciò che ho visto, ma sono molto ben costruiti. Io aggiungo e tolgo elementi fino ad arrivare ad un effetto quasi calligrafico. Puliti visivamente, hanno pochi elementi. Lavoro molto in post produzione, diciamo così, e cerco di trovare un equilibrio e di portare l’immagine nella direzione che ho in mente. Cercando di rappresentare un concetto, ad esempio il senso di precarietà, o l’idea di un istante, il tramonto in montagna un momento prima che l’ombra copra tutto. Come negli animali, in cui ho voluto isolare un particolare, così qui stacco un elemento dal paesaggio pur lasciando dietro di lui una scenografia. E’ un effetto quasi metafisico quello che ottengo”. Marzio Tamer
Giovanni Franzoi, regista di ricette di cucina, ha realizzato il video in mostra in cui Marzio Tamer svela ad appassionati ed artisti la tecnica della tempera all’uovo. Vi riproponiamo qui il video, fruibile piacevolmente sia dai curiosi sia da chi volesse imparare questa tecnica antica con la certezza di riuscire, grazie alla ricetta descritta nei minimi dettagli.
fino al 7 gennaio 2018
Museo di Storia Naturale di Milano
da Martedì a domenica ore 9-17:30
www.comune.milano.it/museostorianaturale
Salamon&C. Fine Art | Milan
www.salamongallery.com
Complimenti! Tecnica sublime accompagnata da una forte sensibilità e notevole capacità d’osservazione !