IKONE. Il Volto Divino, Umano e Post-Umano, a cura di Patrizio Righero, dal 7 al 28 dicembre al Museo Diocesano di Pinerolo
In occasione dell’inaugurazione della mostra IKONE, a cura di Patrizio Righero, con Sergio Beronzo, Jean-Paul Charles, Mario Ernesto Laratore e Luisa Sesino, Canale Arte propone un’anticipazione del testo critico del curatore.
Il terzo millennio ha alzato il sipario su un uomo non più capace di riconoscersi. Lo specchio restituisce un volto indecifrabile. Le dinamiche che conducono alla definizione di un’identità si sono fatte più complesse e lasciano spazio a interrogativi che giungono a scalfire quelle che fino a ieri parevano certezze assodate.
Quali sono i confini tra l’attività cerebrale e quella spirituale? Tra il reale e il virtuale? Dove si annida l’anima? Prodotto del caso o scintilla divina? Uomo o donna? Dove finisce l’uomo e dove inizia la macchina?
Il volto e le sue rappresentazioni mostrano tutte le rughe di una ricerca che tormenta la contemporaneità fino a destrutturare l’immagine che l’uomo si è costruito nel corso dei millenni.
Il quotidiano riflette volti deformati e incerti o sfacciatamente rifatti e provvisori, in attesa una rapida quanto improbabile ridefinizione.
Padrone e schiavo della tecnologia e delle macchine con esse diventa un tutt’uno: questa condizione, fino a pochi anni fa relegata alla produzione fantascientifica, è oggi una realtà visibile e sperimentata. Continuano invece a sorprendere le scoperte neuroscientifiche che, come in un’esplosione neo illuminista, sembrano sfidare il tempo nel tentativo di ridurre a reazioni chimiche le più profonde mozioni dello spirito.
In questo scenario la storia degenera in inutile zavorra per alcuni; per altri ritorna preziosa come tesoro cui attingere per non smarrirsi in un totalmente indefinito che destabilizza non solo l’orizzonte culturale, ma la stessa tenuta psichica.
Esiste un parametro per restituire all’uomo parvenze umane?
La natura personale; l’anelito alla libertà; la spontanea inclinazione alla reciproca dedizione e alla solidarietà e la disposizione a interloquire con il totalmente Altro si propongono come domanda e risposta al tempo stesso.
Oltre alla fatica di ridefinirsi, dell’uomo rimane – seppure talvolta inquinato e deformato – l’irriducibile evidenza del volto. Quello proprio e quello degli altri.
«Quando parlo di “persona” – scriveva il filosofo Emmanuel Lévinas – uso il termine “volto”. Chiamiamo volto il modo in cui si presenta l’Altro. Il volto è il presupposto di tutte le relazioni umane. […] Un volto si rivela senza che io arrivi mai a “svelarlo” con le mie strutture cognitive e le mie interpretazioni che vorrebbero “neutralizzarlo”.
Il volto, per definizione, è mistero. Entra nel mio mondo, mi conduce al di là e mi parla. Prima che in ogni avventura speculativa, è nell’incontro con l’altro che si rivela l’immagine dell’infinito».
La relazione, che spezza la solitudine relativa e assoluta, si pone quindi come punto di ripartenza. E nello specchio come sulla tela – o nella materia plasmata e rinominata – può prendere forma un umano che scopre di avere contorni e colori divini.
L’icona – immagine simbolica e assoluta – del Dio fatto uomo si pone di fronte all’uomo come specchio dipinto per restituire una forma, una luce e, soprattutto, un orizzonte di senso e salvezza.
A dare forma e colori al percorso IKONE, che dal divino giunge all’umano attraverso innumerevoli e variegate (talvolta inquietanti) mutazioni, quattro artisti provenienti da esperienze espressive molto diverse. Con Jean-Paul Charles e Mario Ernesto Laratore il volto si smarrisce nei baratri dell’anima: le certezze dei lineamenti si stemperano nel dubbio di ombre rubate e rigenerate. Su pianeti di un futuro ormai prossimo l’uomo è rapito dal mondo delle macchine nei disegni – quasi fumetti muti – di Sergio Beronzo. Eppure nella disgregazione permane una traccia, una costante di carne e spirito che nelle IKONE bizantine di Luisa Sesino si trasfigurano nel Volto Santo, capace di dire la prima e l’ultima parola, alfa e omega del tempo e dello spazio.
Verso Firenze
La mostra IKONE, allestita nella “Piccola Galleria Pietro Giachetti” del Museo diocesano di Pinerolo, si propone come tappa nel cammino verso il Convegno Ecclesiale Nazionale che si terrà a Firenze nel 2015 sul tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. Oltre la riflessione antropologica soggiacente, è la stessa proposta artistica di IKONE ad attualizzare la ricerca dell’umano nelle pieghe dell’oggi.
«È tempo di affrontare tale crisi antropologica – si legge infatti nell’Invito al Convegno – con la proposta di un umanesimo profondamente radicato nell’orizzonte di una visione cristiana dell’uomo – della sua origine creaturale e della sua destinazione finale – ricavata dal messaggio biblico e dalla tradizione ecclesiale, e per questo capace di dialogare col mondo. Tale relazione non può prescindere dai linguaggi dell’oggi, compreso quello della tecnica e della comunicazione sociale, ma li integra con quelli dell’arte, della bellezza e della liturgia».
L’arte contemporanea in particolare – e nelle sue particolari espressioni – si propone, attraverso la mostra IKONE, come via privilegiata per aprire spazi di dialogo e di interpretazione dell’uomo che c’è e di quello che verrà. La luce per avvicinarsi al mistero che l’arte lascia intravvedere, ieri come oggi, giunge dal “sole nascente” di Betlemme dove Dio si fa carne per abitare in mezzo a noi.