Domenica 15 ottobre inaugura Era Aurora, laboratorio e spazio espositivo di Davide Bava. Fino al 26 ottobre, in mostra incisioni di Corina Cohal e una serie dello Specchio Patibolare nell’Habitat di Turi Rapisarda, Giovanna Preve, Daniel Fuss e Ilaria Viale.
Era Aurora è un laboratorio dedicato all’evoluzione della poesia vivente. Ogni attività ha lo scopo di costruire artigianalmente una luce, un percorso, attraverso il buio inconscio personale e collettivo.
Laboratorio di Improvvisazione di Federico Barazza e Giorgio Milia
Struttura, memoria, domande e risposte radicali. La parziale soddisfazione di aver trovato la parola mancante proprio mentre stai scrivendo di fronte ad un pubblico. Risonanze, intimi assoli umani e divisione ritmica del flusso di coscienza.
Laboratorio di Costruzione Marionette di Diego Valensuela
La marionetta sarà la creatura, ed un giorno vivrà di vita propria grazie al nostro inconscio. Ripeterà a memoria quello che le abbiamo insegnato, cercherà a volte di dirci qualcosa come una scrittura automatica. Non siamo che al principio di un singolare esperimento psicologico.
Laboratorio Libro in diretta di Ivan Fassio
Il libro è una stanza da arredare, solitamente quanto tempo abbiamo per trovarne una, traslocare ed invitare qualcuno? Accorciamo la gittata di una raccolta di poesie, abbiamo pochi colpi da sparare, poche pagine per raccontare. In questo laboratorio si scrive e si stampa un libro in poche ore.
Laboratorio di Poesia Visiva di Davide Galipò
Concentriamo l’attenzione sul verbo sfogliare. Libri recuperati, riviste abbandonate e pubblicità stradali scadute potrebbero contenere quell’immagine o quella parola di vita autonoma. La composizione di papier collès è stata l’arma segreta degli artisti di inizio novecento.
Laboratorio di Songwriting di Enrico Esma
Giri, strofe, bridges, specials, ritornelli. Forse quella poesia che hai dimenticato potrebbe essere una canzone mai esistita. Troveremo insieme un compromesso tra la tua personalità e la musica.
Laboratorio Bedroom Music di Alex Brat
Maestro, iniziamo pure. L’accompagnamento sonoro ha il potere di far ascoltare un testo a venticinquemila persone, basta un computer. Grazie ad un crescendo di tricks, prove iniziatiche al campionamento, e ricerche di armonie riusciremo ad autoprodurci senza chiedere aiuto a nessuno.
Corina Cohal presenta una serie di incisioni.
Un estratto della presentazione di Specchio Patibolare nell’Habitat di Turi Rapisarda, Giovanna Preve, Daniel Fuss, Ilaria Viale:
All’interno dello Specchio Patibolare noi guardiamo l’umano. “Se togli dalla slavina l’umano, è solo una slavina”, T.R. Nello Specchio Patibolare la tribolazione, tipica dell’umano, è ovunque a casa propria. La tribolazione è umana e solo umana ed è perturbante il ricordo che spaventa. Un’immagine latente non si manifesta all’esterno, è chiusa nell’irrealtà fino a quando non viene amplificata. All’inizio della vita non conosciamo la nostra immagine. In principio siamo attraversati da una scarica ancestrale senza ordine e non vediamo che gli altri da cui dipendiamo totalmente. Secondo Lacan il nostro Io si definisce incrociando per la prima volta lo sguardo di nostra madre allo specchio. Un’immagine famigliare ci conferma che l’altro riflesso, siamo noi. Troviamo un ordine nella forma esteriore. La formazione dell’individualità germina nel rapporto tra figure e si sviluppa verso il sé in tensione continua tra l’io e l’altro, l’interno e l’esterno, l’ordine e il caos, immagine e significato. L’equilibrio dell’Io è dato da forze che si compensano, l’unità rispetto al tutto prende e lascia. Come i fotoni di luce su una superficie infranta e specchiante illuminata dal Sole si riflettono in modo diffuso e vengono assorbiti dall’oggetto esposto, così la nostra personalità accoglie e ritrasmette. Ogni parte che sia energia o corpo, deforma lo spazio perchè influenza il moto del corpo vicino. La frammentazione ha un corrispettivo spaziotemporale e il nostro perderci nell’altro non ha traiettoria lineare. L’immagine latente è luce attraverso un negativo sulla carta sensibilizzata che si realizza solo se amplificata dallo sviluppo a meno di una lunghissima esposizione. La reazione avviene senza che sia coinvolta una forza esterna. Lo Specchio Patibolare interviene sull’immagine latente partecipando al processo di impressionamento. Nel momento in cui si crea l’immagine, lo Specchio Patibolare agisce insieme alla luce trovando una frattura nello specchio della realtà che viene puntualmente amplificata a partire da una riflessione sull’immagine stessa. L’evoluzione dell’immagine, del processo e della ricerca culturale ha come causa solo ed esclusivamente l’immagine stessa. La normalità della barbarie la vediamo alla TV e nell’aria di Pechino, è nel cuore di New York. La malinconia e l’angoscia le dà la Terra quando trema, ce la dà una brutta malattia. La Natura non grida, non muore ma manda dei segnali nello spazio. Lo Specchio Patibolare ha intercettato il segnale nella camera oscura abitata. Nella crepa dello specchio in cui rimane intrappolata la luce, sospensione del segnale ma anche passaggio. E’ l’errore, il caso, l’inconscio più nero e quindi potente. E’ solo una fotografia il vero eterno visivo che può svelare l’imminente Apocalisse di cui la tribolazione è l’ouverture.