Inaugura sabato 19 settembre la mostra “Boccascene: l’identità rivelata dagli oracoli?”: doppia personale di Ennio Onnis e Hermann “Sinsegundos” Reiter presso lo “Spazio Inaugurale” di Paola Bisio. “Le Sfingi” di Paola Bisio in esposizione. Durante il vernissage, letture poetiche di Ennio Onnis.
L’identità dimora nel ricordo? No: probabilmente la nostra essenza non può abitare – e la memoria, quando vagamente attendibile, è nomade. Fluttuante, lo spirito non morirà mai – noi, fortunatamente, non lo sappiamo –, e mai potrà possedere alcunché: mai avere, per definizione, ma soltanto essere, in eterno! Guardando indietro, tuttavia, scorgiamo un residuo che lega tracce di noi ad un corpo che non ci appartiene, ma che ci vive momentaneamente, consumando insensatamente materia inutile… Un’intuizione remota: sapere di qualcosa o qualcuno che ci inganna sempre. Dissidio continuo, mistero irritante, umano fastidio.
L’Io non è sostanza, bensì relazione. Siamo ancorati ad un porto che non esiste, fermi a contrattare su un molo affollato. Le nebbie si dissipano come in un sogno e ci lasciano vagare in una calca prima impensabile, gli occhi lucidi. Mercanzia ammassata sulla banchina, il nostro bagaglio interiore è produzione non commerciabile. I passanti ci ignorano – nessuno ci vuole –, siamo stranieri sporchi e illetterati. In quanto barbari per costituzione, sarebbe auspicabile che noi ci muovessimo, che caricassimo i nostri tappeti sulle imbarcazioni per perderci definitivamente nelle foschie, superando le correnti che battono il pontile. Non lo faremo mai, perché siamo codardi!
Chi siamo, dunque, non possiamo dirlo, infatti siamo rivelati. Una bocca ci ha sussurrato nome, storia, destino. Il corpo viene modellato dalla terra secondo meccanismi di semina, riscaldamento, fermentazione e lievitazione: incredibilmente riconoscibile di giorno in giorno…
Come genere anti-illustrativo e pre-iconico, l’arte di Paola Bisio passa precedentemente attraverso i sensi, per approdare finalmente all’esplicitazione.
Il fiato della coscienza è danneggiato, in ogni dove: Ennio Onnis ne è consapevole. L’artista ha inventato il luogo in cui attingere l’autentica adesione tra concetto e concrezione, il contratto fondatore che unisce spirito e sostanza.
I corpi di Hermann Sinsegundos Reiter sono linguaggi comunicanti. Esperanto carnale, ogni lineamento cela il tenue frullo interiore, il friggere esile della psiche.