Presentazione delle Poesie di Emanuele Grassi, edizioni Segn/Ali, Associazione Arcobaleno Onlus
Giovedì 18 gennaio, a partire dalle 18,30 presso Spazio Parentesi in via Belfiore 19 a Torino, nell’ambito della mostra collettiva “Telecromìa” con Riccardo Cecchetti, Simona Diana, Laura Marello, Silvia Perrone, presentazione della silloge poetica di Emanuele Grassi con illustrazioni di Alessio Gaglianese, edito da Associazione Arcobaleno. Interventi di Jacopo Vespoli, Enea Solinas, Raffaella Dal Toso.
L’ Associazione Arcobaleno onlus è composta da persone che utilizzano o hanno utilizzato i Servizi di Salute Mentale, da operatori sociali, volontari e giovani in servizio civile. La missione di Arcobaleno è intervenire concretamente per rimuovere i pregiudizi e cancellare lo stigma nei confronti di chi soffre di disturbi mentali. Le iniziative aiutano i soci seguiti dai Servizi di Salute Mentale, i loro famigliari, i vicini di casa, i colleghi di lavoro, ad attenuare le ansie e le paure che la malattia mentale da sempre suscita, attraverso momenti di confronto, iniziative di utilità sociale, iniziative culturali rivolte al territorio. L’operare di Arcobaleno è volto a facilitare coesione sociale, solidarietà e mutuo soccorso, a restituire dignità e diritto di cittadinanza a chi lo ha perduto causa la malattia, offrendo opportunità e percorsi volti appunto a contrastare l’indifferenza e l’abbandono.
Da un testo critico di presentazione per la serata poetica a cura di Spazio Parentesi e Associaione Arcobaleno Onlus:
Architettura dell’immaginario, realtà artificiale, simulazione grafica, interazione sonoro-musicale: la poesia ha rappresentato, nel corso dei tempi, tutte queste cose. A partire dalla propria etimologia, ha sempre convogliato le forze della creatività verso l’illimitata produzione di mondi conclusi in se stessi, assoluti: edifici inediti, biblioteche fittizie, cataloghi di innovazioni, strutture mimetiche. Autenticità e originalità sono state tradotte in linguaggi depurati o contaminati, in cui l’artificio dell’espressione potesse perdere ogni suo aspetto di utilità, di sviluppo efficace, di convenienza.
Casualità e progetto si sono scontrati ed alleati, abbandonati definitivamente in processi di automazione o di rigenerazione stilistica. Nella propria natura di materia cristallizzata, di testimonianza scritta, la poesia si è scoperta portatrice di segni immacolati, lievi e sospesi, decorativamente – e perturbabilmente – fruibili soltanto nella grafìa che li contraddistingue. Come scissione tra oralità e scrittura, ha scavato tra sé e l’esistenza un immenso cratere, che continua a secernere preziosi tesori: getto continuo d’ispirazione.
Compito di chi opera nella realtà contemporanea è il ricollocamento di queste ancestrali qualità della poetica in produzioni che sappiano amalgamarne, problematicamente, forma e sostanza. La ritrovata sensibilità nei confronti della parola andrà incanalata nelle sue variabili declinazioni: testimoniali, timbriche, seriali, riproduttive, grafiche, artistiche, performative, critiche, teatrali. Soltanto in questo modo, e attraverso una conseguente visione interdisciplinare, la poesia potrà reincarnare – secondo l’accezione originaria di creazione universale – il concetto primordiale di estetica: relazione attiva nei confronti di tutti i campi della percezione.”