Primo appuntamento con il Progetto DOPPIA NICCHIA, lo spazio per l’arte al Barbagusto in via Belfiore a Torino, insieme all’illustratore e fumettista Riccardo Cecchetti e al suo Principe d’Etiopia
Il Principe d’Etiopia, vagando per Torino, tiene stretto a sé il proprio spirito.
Esposizione animista e performance rituale di Riccardo Cecchetti. Giovedì 21 gennaio 2015, dalle 18 alle 20, presso Barbagusto: in esposizione fino al 21 febbraio
I concetti creati non sono da considerarsi entità inerti, ma, al contrario, possono essere intesi come formule capaci di crescita, diffusione e sviluppo. Tutte le immagini inventate, così come le idee e le parole, possiedono una vita e una storia: nascite prodigiose, vagabondaggi dell’essere, spirali in cui vorticosamente si rispecchia l’infinità.
Chi coscientemete discende nello stesso fiume, incontra inevitabilmente acque sempre nuove. È così per la poesia e per l’arte, che trasformano il linguaggio in un’eccedenza di significati: esubero e residuo da cui attingere nutrimenti per il viaggio, sostanze dell’esistenza. I versi sono simili alle nuvole, sosteneva un celebre appassionato di pittura in altri tempi: paradossalmente liberati da immeritevoli autori e subito in balìa del vento, del caso e e di imprevedibili propagazioni…
Il Principe d’Etiopia è un personaggio, catturato da uno scatto fotografico mentre ciondola pensieroso ed ebbro per le vie del quartiere multietnico di San Salvario a Torino. Protagonista, insieme a tanti altri frequentatori di bar e di osterie, del più ampio progetto STORIBORDERLAIN di Riccardo Cecchetti, questo improbabile aristocratico teme da sempre di essere ritratto e di perdere conseguentemente, per un perverso incantesimo, la propria anima. Fotocopiato e ingrandito, incollato su pannelli di cartone inarcati da una sorta di folata premonitrice, campeggia ora in due versioni nella doppia nicchia del Barbagusto. La sua superstiziosa convinzione vola insieme a lui, grazie a questa testimonianza, tra tutti i rimuginii e le fisime dei reietti: bolla d’aria sospesa in alto, a ricordarci l’origine di ogni ispirazione…
Ivan Fassio