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Ugo Venturini. Antologica QUASI IO a cura di Franz Paludetto

Ugo Venturini, Mezzo Autoritratto

Inaugura domani, sabato 21 settembre 2019 a partire dalle 11, presso il Castello di Rivara (TO), la mostra personale di Ugo Venturini, “Quasi Io”, a cura di Franz Paludetto. Nell’ambito dell’Equinozio d’Autunno, l’esposizione si presenta come un’antologica: originale tentativo di compendio e, al tempo stesso, tentazione e inclinazione all’indagine del non-detto, dell’inespresso, dell’imprescindibile continuum creativo.

Ugo Venturini, Metamorfosi Bianca

La lingua mozzata della scultura si dibatte, da sempre, nello spazio bianco, vuoto e libero della pura idealità. Da questa necessaria condizione di ostacolo e arresto, attraverso le parole della prima ispirazione, Ugo Venturini trae tutta la linfa indispensabile alla formulazione poetica e all’elaborazione concettuale. Il livello di tensione muove in oscillazioni di molteplice natura: quotidiana, sentimentale, esistenziale, universale, cosmica.

Estensioni, prolungamenti, inserti e residui non rappresentano mai un teatro delle parti. Poiché la funzionalità è raramente di origine narrativa o esplicativa, gli elementi in campo giocano una partita di sensi contro letture persistenti e reiterate. In un tale dominio di continua dissoluzione e progressivi sperperi e ricostruzioni, le regole si inscrivono nello stesso lasso destinato alla produzione: progetto, struttura, area, superficie.

In palio, c’è qualcosa in più della germinazione di un significato univoco. Paradigma è la figura della sfinge: strozzatura e genesi, gettata di luce fondante, enigma e specchio della conoscenza. Silenzio, infine.

Nuclei embrionali hanno sede nella mente dell’artista, legami forti e serrati tra intenzione e realizzazione: il paradossale valore attribuito a vita e felicità umane nel mondo presente; l’intreccio di relazioni, dagli scambi interpersonali d’ogni giorno fino alla catena stretta dei poteri economico-politici globali; la ricerca di idiomi assoluti, slacciati dall’usura dell’informazione, del sentito dire, del conformismo. Da qui, ecco accrescere il potere dell’improvvisazione, per diretta discendenza dalla scelta etica di un inedito dettato: una volta composto il tema, la fantasia interviene, accostando materiali, soluzioni, recuperando l’autonomia del discorso affrancato, autentico, svincolandosi dalle imposizioni estetiche della storia.

Ugo Venturini e la sua opera Nulla è Reale

La varietà delle formule si riaffaccia al mondo, in un processo di riappropriazione, portando in dono al prossimo la candida visione di una nuova strada da esplorare.

A seguire il percorso di Ugo Venturini, la certezza di perdersi attorno alla scultura, spensieratamente, si accompagna alla netta consapevolezza di un sottotesto denso, ventaglio e gamma di interpretazioni. Da un lato, l’immaginazione è stimolata perennemente dalla pluralità dei punti di vista: l’opera si presenta in un ciclico movimento; da polarità insolite si dipartono scherzi e screzi musicali, tracce di voli e schizzi di fughe, impennate pindariche. Nella frammentarietà che caratterizza la nostra riflessione, d’altro canto, restano impigliati i pensieri, sogni a occhi sgranati, ad arricchire nel tempo la nostra risvegliata coscienza: responsabilità.

Ugo Venturini, Il Casco del Ciclista

About Ivan Fassio

Poeta, scrittore, curatore d'arte contemporanea.
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