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Tintoretto dialoga con il contemporaneo nella Chiesa di San Fantin a Venezia

Irina-Nakhova-Tintoretto-Tritych-2019-©-Grisha-Galanthyy

Sarà visibile sino all’11 settembre il progetto installativo There is a Beginning in the End. La confraternita segreta di Tintoretto, costruito intorno al prezioso dipinto l’Origine d’Amore (1562) di Jacopo Robusti, detto il Tintoretto. Il progetto vede in dialogo le opere di artisti contemporanei: Emilio Vedova, Dmitry Krymov, Irina Nakhova, Gary Hill, !Mediengruppe Bitnik.

Jacopo Tintoretto_L’Origine d’Amore (1562)_Collezione Pietro Scarpa

La mostra è a cura di Marina Loshak e Olga Shishko ed è stata fortemente voluta e organizzata dal Museo Statale delle Belle Arti A. S. Puskin di Mosca insieme a Stella Art Foundation, con il sostegno della società Mail.Ru Group, partner del progetto “Museo Puskin XXI”.

Lo spazio scenico (che non si limita alle pareti ma che occupa anche lo spazio interno della cupola, regalando uno scorcio verticale inaspettato e coinvolgente) è ricavato nell’antichissima Chiesa di San Fantin, proprio di fronte al Teatro La Fenice, riaperta da poco al pubblico dopo un attento  restauro durato un decennio. Già in passato decorato da un dipinto del Tintoretto (di cui quest’anno si celebrano i 500 anni dalla nascita), la chiesa torna ora a coniugare e porre in dialogo le due anime di spazio sacro e spazio scenico (oltretutto la chiesa e il teatro principale di Venezia dividono lo stesso campo, e mai come in questo caso il genius loci pare indovinato) per una sorta di liturgia laica, dove centrale è la scansione ritmica (l’installazione ha inizio ogni ora e ha un suo crescendo narrativo) e l’attitudine al coinvolgimento del pubblico, proprio di uno spettacolo drammaturgico e al contempo sonoro che assume progressivamente le caratteristiche di un’esperienza multimediale immersiva: i diversi momenti narrativi erompono dal buio totale e paiono mostrarsi al pubblico come sequenze sceniche, richiamando l’attenzione ora su un video, ora su un mapping architettonico che evidenzia altari, marmi, colonne, ora sui dipinti di Tintoretto e Vedova sino al crescendo finale del video di Gary Hill che coinvolge l’intera architettura interna dell’edificio sacro anche da un punto di vista sonoro.

Come spiegano i curatori le opere degli artisti contemporanei, create appositamente per questo progetto, ripensano l’approccio innovativo del grande maestro veneziano e offrono agli spettatori la possibilità di immergersi in una nuova dimensione creativa partendo proprio dall’universo di Tintoretto, il cui uno degli elementi nodali è lo spazio evidenziato dal dato cromatico e luministico. Inoltre ognuna delle opere contemporanee riflette i più importanti motivi della creatività di Jacopo Tintoretto anche da un punto di vista tematico, tra cui l’unità spirituale delle persone vista come una massa emotiva (si veda il video propiettato nella cupola) e le ragioni che stanno alla base del “miracolo” e della “trasformazione”come elemento psicologico ed emozionale da vivere nel quotidiano, sia in una visione laica che in un’ottica religiosa.

Irina-Nakhova-Tintoretto-Tritych-2019-_natashapolskaya

Il progetto, concepito in una sequenza di circa 45′, consiste di quattro parti argomentate come elementi di un’opera teatrale unitaria, in cui ogni atto è un’opera autonoma e pur correlata alle altre, in grado di invadere l’intero spazio della chiesa. Oltre alle installazioni multimediali, la mostra ospita un dipinto di Emilio Vedova: l’opera, un tondo che richiama la forma della cupola, entra in dialogo come una sorta di proiezione pittorica che nuovamente utilizza la categoria dello spazio come canone espressivo.

Emilio-Vedova-tondo-1987©-grisha-galanthyy

All’inizio del progetto l’artista teatrale Dmitry Krymov crea un’installazione performativa basata sull’Ultima cena dalla Chiesa di San Trovaso direttamente sull’altare della chiesa di San Fantin, creando uno spaesamento nello spettatore tanto da portarlo a dubitare della percezione iniziale e a credere di assistere ad un atto performativo dal vero. Alla realizzazione dell’installazione hanno partecipato gli attori Anatoliy Beliy e Olga Voronina insieme agli studenti dell’Università russa di arti teatrali (GITIS), laboratorio di Dmitry Krymov.

Dmitry Krymov-the-last-supper-2019-©-grisha-galanthyy

A seguire, l’installazione multimediale di Irina Nakhova occupa una cappella laterale e la superficie della cupola ed è organizzata in tre parti, ognuna delle quali si riferisce alle opere del maestro. Tutte ripensano le scene bibliche dal punto di vista dell’esperienza della storia contemporanea e della dimensione pittorica.

Irina-Nakhova-Tintoretto-Tritych-2019-©-Grisha-Galanthyy

Gary Hill, maestro dell’arte mediatica americana, espone gli elementi della pittura di Tintoretto in spettri e neuroni, creando una nuova essenza sonora e visuale: la combinazione di immagini visive con un suono elettronico intenso consente un’esperienza sinestetica di grane intensità che porta il progetto al suo acme.

Gary-Hill-let-it-cry-iceuninted-ice-2019-©-grisha-galanthyy

Il tutto ruota intorno all’opera di Jacopo Tintoretto “L’origine d’Amore” (1562), proveniente dalla collezione del noto antiquario veneziano Pietro Scarpa: l’opera fu realizzata da Tintoretto sulla commissione di Federico Contarini, procuratore di San Marco, uno dei fondatori della potente Compagnia della Calza degli Accesi, per diventare la sua insegna ed abbellire l‘antisala della Libreria Marciana, luogo di ritrovo dei membri della confraternita. Dopo secoli di oblio, questo dipinto venne ritrovato nel 1991 dalla famiglia Scarpa; da allora la tela fa parte della collezione privata.

Alla mostra partecipa anche il collettivo !Mediengruppe Bitnik che realizza un progetto-intervento che permette allo spettatore di entrare nella confraternita segreta di Tintoretto.

Afferma Marina Loshak, direttrice del Museo Statale delle Belle Arti A. S. Puškin: «Nel 2019 la nostra Fondazione torna a Venezia per la settima volta. Abbiamo rappresentato la Russia tre volte alla Biennale di Venezia nel padiglione nazionale, con eventi collaterali come “Ruin Russia” alla Scuola dell’arte dei Tiraoro e Battioro (2007) e “That Obscure Object of Art” a Ca’ Rezzonico (2009), e anche organizzato un evento speciale nel 2005 presso la Fondazione Guggenheim. Questa volta, in collaborazione con il Museo Statele delle Belle Arti Puskin, siamo co-organizzatori di una mostra dove l’arte attuale entra in dialogo con le opere del grande maestro veneziano Jacopo Tintoretto, il cui 500° anniversario è celebrato quest’anno in tutto il mondo

Per info

There is a beginning in the End

La confraternita segreta di Tintoretto

Chiesa di San Fantin, Venezia

About Paola Stroppiana

Paola Stroppiana (Torino, 1974) è storica dell’arte, curatrice d’arte indipendente e organizzatrice di eventi. Si è laureata con lode in Storia dell’Arte Medioevale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, città dove ha gestito per più di dieci anni una galleria d'arte contemporanea. Collabora con diverse testate per cui scrive di arte e cultura. Si interessa a nuovi percorsi d’indagine come il gioiello d’artista e le ultime tendenze del collezionismo contemporaneo, argomenti sui quali ha tenuto conferenze presso l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari, Il Museo Civico di Arte Antica e la Pinacoteca Agnelli di Torino, il Politecnico di Milano.
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