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OGGETTI SPECIFICI. Il pensiero creativo prima dell’opera d’arte.

Andrea Caretto e Raffaella Spagna, sperimentazione della scultura “(Veri) Falsi Frutti”(2015), ph. Romina Rezza

Il 6 maggio scorso ha inaugurato a Torino, in Via Santa Giulia 32 bis, OGGETTI SPECIFICI, un nuovo spazio dedicato all’arte contemporanea ed alle sue innumerevoli declinazioni, diretto da Caterina Filippini, intraprendente e appassionata operatrice culturale. Il sogno diventa realtà e Caterina ci racconta la genesi della sua proposta progettuale.

Andrea Caretto e Raffaella Spagna, sperimentazione della scultura “(Veri) Falsi Frutti”(2015), ph. Romina Rezza

Come nasce l’idea di progetto di Oggetti Specifici e come si articola?

Oggetti Specifici nasce dalla mia passione per il processo costitutivo dell’opera d’arte, ovvero la processualità del fare, che precede il risultato finale.
Si tratta di un piccolo salotto di curiosità da scoprire, che include anche i libri.
Adoro i libri. Il libro rappresenta la parte più narrativa dell’opera d’arte, la parte più intima che non viene quasi mai svelata.

Nella realizzazione della mia idea sono stata supportata da un gruppo di amiche che mi hanno aiutato a creare tutto quello che oggi è Oggetti Specifici.
Con Barbara de Micheli, che si occupa di produzione in campo artistico, è scoccata la prima scintilla che ci ha fatto immaginare l’identità dello spazio. Insieme abbiamo pensato al contenitore e ai contenuti.

Pierluigi Fresia, bozzetto per “95_sqr klmtrs, 96_uae ioeess”, ph. Romina Rezza

Romina Rezza, una cara amica fotografa, mi supporta creando immagini ad hoc per lo spazio virtuale del progetto che mi consente di raggiungere un pubblico più ampio e lontano. La sinergia femminile è stata molto importante anche nella comunicazione, nel trovare le parole adatte e la dimensione adeguata per realizzare un ambiente molto specifico, personale e dettagliato. Lo spazio non vuole essere una galleria, ma un luogo culturale ibrido in cui poter apprezzare la fase generativa dell’opera ed eventualmente acquistare un pezzo per un dono, un evento speciale, che potrà entrare a far parte di una collezione.
Per avvicinare un pubblico eterogeneo si è pensato di selezionare oggetti che pur essendo molto preziosi potessero essere acquisiti con un piccolo investimento.
Lo spazio inaugura un nuovo modo, più intimo e voyeuristico, di collezionare l’arte attraverso i suoi oggetti preparatori, attraverso le impressioni, le suggestioni e più in generale l’immaginario da cui le opere traggono origine e ispirazione. Mi affascinano in modo particolare le persone che sanno fare, creare. Il processo creativo mi meraviglia, mi sorprende, penso sia magico.
L’idea di Oggetti Specifici prende forma innanzitutto dalla relazione tra le persone: mi confronto con l’artista e insieme progettiamo come procedere. Indago il costituirsi dell’opera. La mia attività è stata accolta dagli artisti con grande entusiasmo e con semplicità. In effetti, il rapporto con l’artista si basa sul rispetto e la fiducia reciproca e sono felicissima di aver instaurato legami profondi. Da sempre lavoro in ambito culturale e mi interessava fare qualcosa per me che potesse realizzare le mie idee e, in modo romantico, i miei sogni. Oggetti specifici è un sogno che è finalmente diventato realtà.

Ottavia Plazza, bozzetto per “Portico di Ottavia”, ph. Romina Rezza

Che cosa sono gli “oggetti specifici”?

Gli oggetti specifici sono bozzetti, disegni preparatori, impressioni, prove di scultura, prove di strutture, stampi, scatole contenenti le parti che andranno a comporre una fotografia, taccuini, piccoli gioielli, ovvero gli oggetti che portano l’artista all’opera d’arte. Gli oggetti specifici rappresentano il pensiero dell’artista che si concretizza, dando vita all’opera.

Hai guardato al saggio di Donald Judd Specific Objects (1965) in cui gli oggetti citati sono “volumi che non indicano nient’altro che se stessi”?

Si, il saggio di Donald Judd è stato di ispirazione ma in senso inverso. Come dici, Judd sosteneva che gli oggetti sono specifici perché sono volumi che indicano nient’altro che se stessi. Per me, invece, gli oggetti specifici indicano il tutto, il pensiero completo che sta intorno e dentro al lavoro dell’artista. Gli oggetti specifici citati da Judd sono opere d’arte, i miei si identificano nel materiale preparatorio e preziosissimo che porta all’opera, investito di tutto il pensiero e l’intimità di colui che la crea. Ho pensato che il nome fosse adatto al progetto e che, anche se per contrasto, trasmettesse la stessa forza che Judd voleva esprimere definendo i principi del minimalismo.

Francesco Snote, bozzetto per scultura, 2019, ph. Romina Rezza

Come hai selezionato gli artisti e le opere?
Oggi collaboro con 17 artisti, dalle procedure creative differenti e di generazioni diverse, che ciononostante, sono entrati tutti in sinergia con la proposta progettuale: Lula Broglio, Andrea Caretto e Raffaella Spagna, Gianni Ferrero Merlino, Pierluigi Fresia, Daniele Galliano, Stefania Fersini, Teresa Giannico, Piergiorgio Robino “ Studio Nucleo”, Edoardo Piermattei, Ottavia Plazza, Pierluigi Pusole, Erik Saglia, Marco Schiavone, Francesco Snote, Elena Tortia, Alice Visentin. Ho selezionato artisti e produzioni lasciandomi attrarre ed emozionare dal loro approccio al lavoro e dalla “storia” che precede la realizzazione di ciascuna opera.

Quale sarà il “programma culturale” di OGGETTI SPECIFICI?
Al momento è in fase di sviluppo. Vorrei utilizzare “Oggetti Specifici” come catalizzatore per creare spunti culturali multidisciplinari sul tema della progettazione e creazione dell’opera d’arte, con un focus sulla vita dell’artista. Vorrei generare interesse, stupore e meraviglia per l’arte in modo che la si possa apprezzare come esperienza quotidiana e democratica e non come attività per pochi eletti.

Oggetti Specifici, veduta d’installazione, ph. Romina Rezza

Come definiresti questa nuova esperienza?
È un viaggio che tutti i giorni mi fa scoprire nuovi elementi. È una ricerca continua, un impegno, una sfida. È un progetto di vita che mi diverte e mi sta donando molte soddisfazioni.

 

 

OGGETTI SPECIFICI
Via Santa Giulia 32 bis
info@oggettispecifici.com
@oggettispecifici

About Elena Inchingolo

Elena Inchingolo (Torino, 1976) è storica dell'arte, curatrice e archivista d’arte contemporanea. Laureata in Storia dell'Arte Contemporanea presso l'Università degli Studi di Torino, città dove vive e lavora, è stata coordinatrice del progetto di ricerca e sviluppo degli Archivi della Collezione del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e ha gestito una galleria d’arte contemporanea in Torino, come responsabile della curatela e dell’allestimento di progetti espositivi e fieristici in Italia e all’estero. Si dedica all’ideazione e alla curatela di proposte espositive d’arte contemporanea per istituzioni e gallerie. Collabora con diverse testate giornalistiche scrivendo di arte, cultura e design. Si interessa di conservazione e catalogazione del patrimonio storico-artistico contemporaneo e, nell’estate 2017, è stata selezionata per partecipare al primo Workshop per Archivisti d’Arte Contemporanea attivato dal CRRI - Castello di Rivoli Research Institute.
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