giovedì , 16 Maggio 2024
  • SALVATORE ARANCIO, IT WAS ONLY A MATTER OF TIME BEFORE WE FOUND THE PYRAMID AND FORCED IT OPEN, 2017 - BY ANDREA ROSSETTI - Courtesy: the artist and Federica Schiavo Gallery

  • Salvatore Arancio

  • Tavola Aperta - 57. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, Viva Arte Viva

  • A SOFT LAND NO LONGER DISTANT, 2017 - MINERAL BEING, 2017 - Courtesy: the artist and Federica Schiavo Gallery

  • AND THESE CRYSTALS ARE JUST LIKE GLOBES OF LIGHT, 2017 - Courtesy: the artist and Federica Schiavo Gallery

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Salvatore Arancio, esploratore della materia

It was only a matter of time before we found the pyramid and forced it open

Le opere di Salvatore Arancio, artista londinese nato a Catania, nascono dalla relazione con il paesaggio, reale o immaginario che sia. L’artista ha fame di nuovi mondi. Tutto ciò che lo circonda è potenzialmente un soggetto per le sue opere. Magari non subito. Magari a distanza di tempo, come un ricordo che nel suo immaginario si trasforma e influenza la forma che in quel momento sta nascendo dalle sue mani. E le forme che crea sono quasi sempre riprese dal mondo minerale, vegetale, artificiale o naturale, che lui osserva continuamente dal vivo o nelle immagini dei libri che colleziona.

“C’è un momento in cui quello che stai creando con le mani si connette a un’idea che hai in testa e l’immagine o il manufatto che hai davanti ti evoca qualcosa. Allora capisci che l’opera è finita.”

“It was only a matter of time before we found the pyramid and forced it open” è il titolo dell’opera presentata alla Biennale di Venezia da Salvatore Arancio. Un titolo che da solo racconta già una storia. “Il mio è un lavoro anche concettuale. Mi piace giocare con i titoli, sono sempre molto lunghi. Hanno una loro narrativa indipendente e ti portano già in un posto immaginario. Questa frase fa riferimento al libro di Arthur  C. Clarke “The Sentinel”, il racconto originale che ha ispirato Stanley Kubrick per 2001 Odissea nello spazio. Per la mia opera ho pensato a delle sculture, monoliti che ricordano i paesaggi del film di Kubrick, come una sorta di presenze aliene”.

Giardino delle Vergini – 57. Esposizione Internazionale d’arte della Biennale di Venezia

Un gruppo di sculture dalla forma totemica e dai colori iridescenti, incastonate in rocce laviche rievocano i paesaggi dell’Etna in cui l’artista è cresciuto. I totem sono realizzati con la collaborazione dei tecnici della storica Bottega d’Arte Ceramica Gatti di Faenza.
“Le sculture che ho voluto portare a Venezia sono molto complesse sia per le dimensioni sia per i tempi necessari per realizzarle. Il lavoro che c’è dietro non è immediatamente percepibile. Ho collaborato molto bene con Ceramica Gatti e con Davide Servadei (www.ceramicagatti.it), in particolare, per i colori psichedelici della ceramica dall’effetto quasi disorientante, ottenuti spruzzando smalti uno sopra l’altro”.

Salvatore Arancio

“L’immagine iniziale che avevo di questi totem era completamente diversa. Ho voluto spingere il materiale oltre i suoi limiti, cercare di superarli insieme ai tecnici. Il mio approccio alla ceramica, è evidente, è molto sperimentale ed istintivo non avendo studiato. Nella ceramica come nella fotografia la reazione chimica è molto importante, l’artista non è sicuro del risultato del processo fino alla fine. È come fermare un istante e poi lasciare che la reazione degli elementi, l’esperienza ma anche l’improvvisazione condizionino il risultato. E’ una battaglia continua tra me e la materia. Mi piace l’imprevedibilità.”

Salvatore Arancio portrait at Antica Ceramica Gatti, Faenza, Italia Courtesy of the artist and Federica Schiavo Gallery

“Il processo di creazione mi ha portato a un’idea nuova. La forma iniziale ispirata ai dolmen, più materica ma sempre in ceramica, si è trasformata in una forma più aliena. Poi è nata l’idea di una connessione tra queste forme e i totem con il loro significato simbolico. Il totem ha storicamente la funzione di mettere in contatto l’uomo con il soprannaturale. Per rendere l’effetto della base dei totem, ho usato delle lastre d’argilla e una pietra lavica come stampo per ottenere la texture che desideravo. Ho poi creato delle strutture interne per sostenere il lavoro ed evitare tensioni nella fase di cottura. Alcune lavorazioni, come la forma perfetta dei totem realizzati con la ruota, hanno richiesto la collaborazione degli artigiani della Bottega.”

Salvatore Arancio portrait at Antica Ceramica Gatti, Faenza, Italia Courtesy of the artist and Federica Schiavo Gallery

L’istallazione cite-specific realizzata da Salvatore Arancio si trova alla fine del percorso espositivo dell’Arsenale nel Giardino delle Vergini. La curatrice Christine Macel ha voluto la sua opera come il punto di arrivo del percorso che si svolge nel Trans-Padiglione dedicato al Tempo e all’Infinito. Il motivo si svela chiaramente dopo aver visto il video di Salvatore Arancio “Mind and Body, Body and Mind”, che è proiettato in uno spazio vicino al gruppo di sculture e dialoga con esse.
Il video riprende una performance on line su YouTube intitolata “Come diventare un artista migliore”, una promessa che dovrebbe realizzarsi con una sessione di 6 minuti di ipnoterapia. Salvatore decide di coglierne il lato umoristico. Utilizza come script le parole esatte della performance, mentre le immagini sono una sua selezione personale.

MIND AND BODY BODYAND MIND, 2015
HD video, color, sound – Photo by Italo Rondinella – Courtesy: La Biennale di Venezia

Il visitatore, dopo aver riempito occhi e spirito di stimoli visivi nel percorso della Biennale di Venezia, entra in questa stanza. È invaso da luci ipnotiche che lampeggiano sulla stessa frequenza della Dream Machine dei lontani anni ’60. Una voce dal timbro costante e suoni profondi come le onde alfa del cervello vanno a stimolare la creatività. Come in una seduta di ipnoterapia al termine del video, in completo sincronismo, il count down riporta alla realtà il visitatore. L’artista ha raggiunto il suo scopo, creare una relazione con il visitatore. La curatrice ha chiuso con questa esperienza il percorso costruito per il visitatore, che esce così dalla Biennale di Venezia con una nuova consapevolezza dell’arte contemporanea e forse più creativo.

Come in questo video, spesso le sue immagini sono il risultato di un lungo lavoro di ricerca, che è parte del suo processo creativo. Nascono dalla manipolazione di qualcosa che esiste già, che Salvatore Arancio rende unico attraverso la sua personalissima narrazione ed estetica.

THE CIRCULAR CREST OF A SUBMERGED CRATER, 2006 – Courtesy: the artist and Federica Schiavo Gallery

“Tutte le opere che realizzo partono da un’immagine ben precisa, che magari ha a che fare con qualcosa che ho visto o registrato nella mia testa in passato. Per me è molto importante traslare gli elementi messi insieme in qualcosa di personale. Il risultato può essere molto diverso dall’idea originale. Seguo lo stesso procedimento per i miei Collage. I primi sono nati per creare i miei paesaggi manipolando le immagini dei libri di geologia, vulcanologia e scienza che collezionavo. È stato un modo per fare mie le immagini e condividerli.”

OÙ LE SOLEIL RECOMPOSE SA GÉOMÉTRIE DE LUMIÈRE, 2012 – Courtesy: the artist and Federica Schiavo Gallery

L’ispirazione può nascere da situazioni, viaggi, libri, film, eventi. E così pure dalla frustrazione di non essere riuscito a vedere i giganteschi cristalli di una caverna scoperta nella regione del Chihuahua nel nord del Messico. Salvatore riesce a realizzare delle sculture, pur non avendo visto il luogo, grazie alla sua immaginazione e ai racconti di Jules Verne in “Viaggio al centro della terra” dove era descritta una caverna simile.

THE HIDDEN, 2014 INSTALLATION VIEW AT YGREC, PARIS, FRANCE – Courtesy: the artist and Federica Schiavo Gallery

In visita al “Jardine d’Agronomie Tropical” di Nogent-Sur-Marne resta affascinato dalla visione apocalittica del paesaggio, la natura cresciuta senza controllo e avviluppata ai resti quasi soprannaturali delle costruzioni coloniali. E certo non poteva non essere colpito anche dai documenti sugli esperimenti agronomici di un gruppo di scienziati, spingendo le sue riflessioni ad indagare sui cambiamenti del paesaggio nelle colonie dopo l’intervento francese. Tutto questo si traduce in una nuova serie di filmati in “super 8” (formato nato negli anni ’60) sculture, ceramiche, stampe ma anche lavori su supporti per lui nuovi. “Ciò che tento di raggiungere è la connessione tra forma e contenuto. Nel progetto The Hidden, ad esempio, per ricreare l’illusione di entrare in un ambiente e una dimensione spazio-tempo che non esiste, ho utilizzato l’effetto di trasparenza della seta. Sul porticato di ingresso ho creato così una sorta di cortina in seta stampata con una fotografia dell’epoca”. Arancio ha voluto ricreare la stessa suggestione e meraviglia del pubblico dell’Esposizione Coloniale del 1907, che ha potuto camminare tra i padiglioni di paesi sconosciuti come Indocina, Africa e Tunisia e osservare gli autoctoni nel loro ambiente espressamente ricreato.

Salvatore Arancio – Tavola Aperta – 57. Esposizione Internazionale d’arte della Biennale di Venezia

Scultura soprattutto, in questa fase del suo lavoro, ma anche video, suoni, fotografia, incisioni, collage, materiali di riuso e il mondo letterario: tutte queste forme di espressione fanno parte del vocabolario di Salvatore Arancio. Forse alla prossima occasione avremo la possibilità di scoprirlo all’opera con nuovi materiali, magari il vetro con i suoi effetti cangianti e le trasparenze, e ci svelerà nuovi scenari del suo paesaggio creativo. Londra, Germania, Hawai, Matera? Qualsiasi sarà la sua meta seguiremo la sua ispirazione.

La mia biblioteca – Salvatore Arancio
– Ascott R. Hope, Wonders of the Volcano, 1890
– Athanasius Kircher, Mundus subterraneus, quo universae denique naturae divitiae [The subterranean World, in which all the nature’s riches are revealed], 1665
– Dorothy Vitaliano, Legends of the earth: their Geologic origins, 1973

Padiglione Stirling -Giardini – 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia

VIVA ARTE VIVA
57. Esposizione Internazionale d’arte della Biennale di Venezia, a cura di Christine Macel
www.labiennale.org/it/arte/2017

Salvatore Arancio
www.salvatorearancio.com
www.federicaschiavo.com

About Diana Cicognini

Diana. Dea cacciatrice! Il mio territorio è Milano, la mia preda l'Arte ... che racconto, scrivo, disegno e metto in mostra. Giornalista pubblicista, la mia Nikon mi accompagna sempre per testimoniare la bellezza e là dove il mio obiettivo fotografico non arriva...un grazie dichiarato ad artisti, gallerie ed uffici stampa che mi concedono "uno scatto" per le mie parole.
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