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Quayola a Palazzo Cipolla

QUAYOLA. Re-coding" Exhibition at Rome's Palazzo Cipolla

Palazzo Cipolla a Roma ospita la prima grande personale nella Capitale di Quayola.

Questa primissima monografica a Roma presenta un panorama completo della creazione dell’artista attraverso un viaggio immersivo nei principali temi della sua arte computazionale.

A Palazzo Cipolla arriva RE-CODING (a cura di Jérôme Neutres e Valentino Catricalà, catalogo Skira), un viaggio sospeso che svela al pubblico questo timido Archimede del digitale umanistico, un artista che, senza forzature, non esiterei a definire “pittore” vista la lucida potenza della sua estetica avanzata, frutto di competenze scientifiche ma, soprattutto, di analisi dell’immaginario pittorico e scultoreo dei secoli trascorsi, Rinascimento e Barocco in primis.

Quayola a Palazzo Cipolla: l’arte sposa l’intelligenza artificiale

Classe 1982, artista di origine romana e tra i più importanti esponenti della media-art a livello internazionale, Quayola appartiene a quella rara dinastia di creatori d’arte che, inventando un loro codice espressivo personale e nuovo linguaggio artistico/comunicativo, hanno ri-masterizzato la storia dell’arte attraverso la sua visione.

L’edificio storico di Palazzo Cipolla è lo spazio ideale per esporre la storia dell’arte di Quayola, animata da un confronto permanente tra l’educazione classica dell’artista e il suo uso quotidiano dei mezzi di espressione visiva più futuristici. Le opere esposte, realizzate tra il 2007 e il 2021, ci restituiscono una panoramica del processo creativo dell’artista, passaggi temporali, futuri anticipati e passati ricostruiti. 

Il progetto espositivo si sviluppa in tre aree tematiche: iconografia classica, sculture non finite, e tradizione della pittura di paesaggio.

Utilizzando sistemi di robotica, Intelligenza Artificiale (AI) e software generativi, Quayola trasforma la tecnologia computazionale in una nuova tavolozza: dipinti rinascimentali e del barocco sono trasformati in complesse composizioni digitali attraverso metodi computazionali, e sculture ispirate alla tecnica michelangiolesca del non-finito sono scolpite mediante mezzi robotici. Seguono rappresentazioni della natura, prodotto di un’arte generativa che evidenzia l’affascinante – benché paradossale – somiglianza tra il mondo naturale e quello digitale.

Dinanzi a videoproiezioni, sculture, e stampe ad altissima definizione, gli spettatori hanno la possibilità di confrontarsi con le incredibili potenzialità artistiche di questi mezzi espressivi – lontane dai cliché di una tecnologia disumanizzata – e di acquisire, inoltre, indispensabili strumenti di lettura della nostra società contemporanea.

Quayola a Palazzo Cipolla – Fondazione Terzo Pilastro Internazionale

Come dichiara il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale che promuove la mostra: “Quayola utilizza gli algoritmi che regolano il mondo digitale non soltanto o non semplicemente per creare delle opere d’arte, ma piuttosto per scandagliare, con le infinite opportunità che la tecnologia gli offre, il processo di ricerca che è alla base dell’opera d’arte stessa, per esplorare la moltitudine di possibilità di concretizzazione dell’idea creativa. Egli scompone e frammenta, per riorganizzare e costruire nuovi canoni estetici del tutto inediti. In questo percorso così innovativo e originale, è significativo che per Quayola sia fondamentale il dialogo costante con i grandi maestri dell’arte classica, quali Raffaello, Botticelli, Rubens, Bernini, di cui predilige i bozzetti e i disegni preparatori, perché ciò che è incompiuto gli consente – come egli stesso ammette – di allontanarsi dall’idea di rappresentazione per concentrarsi sul processo. Il linguaggio contemporaneo di Quayola dà quindi vita ad una mostra che io spero possa avvicinare i puristi della tradizione ai nuovi codici espressivi derivanti dalle tecnologie più attuali, le quali, lungi dall’essere asettiche e “disumanizzate”, si mettono al servizio dell’atto creativo in tutte le sue forme, offrendo all’artista ed ai suoi fruitori nuovi strumenti per esplorare l’ineffabile mistero del fare arte.”

Nonostante il cambio di medium espressivo, lungo il percorso espositivo emerge il carattere comune della ricerca artistica che ha caratterizzato il passato e che continua nel presente: una reinterpretazione del “classico” messo a confronto con le grandi opere dei Maestri riprodotte su “cartelli pedagogici” non solo per facilitare la visita degli spettatori, ma allo stesso tempo per fare da guida nell’esplorazione e nella comprensione del “codice Quayola”.

Un’aderenza al nostro tempo che si esplica nel percorso multimediale del museo, in costante e scenografico equilibrio tra sculture digitali, quadri e pannelli stampati, installazioni video 4K, still fotodigitali da video e opere dinamiche su monitor.

Punto di partenza rimane il dialogo con le tradizioni della classicità italiana, da Botticelli a Raffaello, da Michelangelo a Canova, da Guido Reni a Mattia Preti, da Orazio Gentileschi ad Artemisia Gentileschi… Quayola instaura un dialogo analitico con le loro soluzioni compositive, cercando la quadratura dei contenuti dietro una Madonna col bambino o una Deposizione, capendo che tutta la grande arte mantiene un filo rosso con l’idealismo e le alchimie filosofiche oltre la prosa del reale, che ogni capolavoro antico rilascia la sua energia a misura di ogni futuro presente, svelando una téchne che rappresenta il massimo del progresso al suo stato di grazia momentanea.

QUAYOLA. Re-coding” Exhibition at Rome’s Palazzo Cipolla

Parte integrante della mostra e massima espressione della capacità innovativa e tecnologica di Quayola è la presentazione delle sue sculture robotiche: in questo caso, il dialogo con i grandi artisti del passato e soprattutto con Bernini è alla base dello sviluppo di un corpo scultoreo mai visto, realizzato con il supporto di un sistema robotico AI.

Un mondo computazionale visto di sovente agli antipodi del regno naturale, ma che Quayola reinterpreta mostrando come l’arte generativa sia forse il mezzo ideale per esplorare la natura. Le sue serie botaniche come Jardins d’été mettono in luce l’affascinante, anche se paradossale, somiglianza tra il mondo naturale e quello digitale.

Esiste, infatti, un processo “organico” parallelo sia nella vita naturale che in quella algoritmica: nei due regni, della natura e del digitale, si può osservare un processo generativo, che segue una logica di sé. Con una natura artificiale così vicina nella sua verità al mondo naturale, Quayola inventa una nuova forma di Impressionismo.

Nella nostra era digitale, l’arte di Quayola ci aiuta a pensare e comprendere il mondo in cui viviamo. Sviluppando opere che assumono sia una forma immateriale (come i video) che materiale (come le stampe o le sculture), l’artista ci illumina sul paradosso di un’immaterialità che è di fatto una nuova forma di materialità. Il giusto linguaggio per esprimere una visione del mondo del XXI secolo.

Una mostra complessa nel suo processo ma semplice nel suo risultato, di solido impatto visivo ma anche ricca di spunti poetici e concettuali, destinata ad un pubblico eterogeneo che potrà immergersi nella nuova estetica di un artista formidabile. Risiede qui il prossimo presente dell’arte contemporanea, dentro una fusione virtuosa tra memoria e tecnologia, radici ed esperimenti, archetipi e nuovi modelli di pensiero. Se vogliamo mantenere alta la vita prossima dei linguaggi manuali, dovremmo integrarci alla forza generativa del progresso digitale, ricreando scambi fertili tra linguaggi, contaminando il domani con la linfa necessaria delle radici.

La mostra è promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, è realizzata da Poema con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia ed è curata da Jérôme Neutres e Valentino Catricalà. Essa si inserisce perfettamente nel solco dell’ormai più che ventennale programmazione dello spazio espositivo di Palazzo Cipolla, che la Fondazione – sotto la sapiente guida del suo Presidente – con spiccata sensibilità e lungimiranza ha fin dal principio rivolto ad indagare le tendenze e le manifestazioni più significative dell’arte in tutte le sue forme, partendo dal doveroso approfondimento delle epoche che hanno plasmato l’identità italiana (il Quattrocento, il Barocco) e dalla ricerca sulle culture dei mondi lontani (la Cina imperiale, il Giappone, l’India, la Russia sovietica, gli Stati Uniti), per approdare alle testimonianze più importanti e attuali dell’arte contemporanea nazionale ed internazionale, intercettandone i protagonisti indiscussi e le istanze più innovative e prospettiche (ad esempio, Rockwell, Hopper, Banksy).

Mostra evento: “QUAYOLA. Re-coding” – Palazzo Cipolla-Roma. Dal 29/9

L’ARTISTA

QUAYOLA ha la perfetta dicitura del nome in codice, quasi una password da sistema binario in cui la vita digitale domina il sistema degli eventi circostanti. Dietro le sette lettere si nasconde, in realtà, il nome di un artista italiano (Davide Quagliola, nato a Roma nel 1982) che sta spostando i confini relazionali tra antico e contemporaneo, creando un metodico dialogo tra le forme della tradizione iconografica e il potenziale generativo della téchne computazionale.

Nonostante la sua giovane età, Quayola vanta un curriculum internazionale con mostre in importanti musei, fra i quali il V&A Museum, Londra, Park Avenue Armory, New York, il Bozar, Bruxelles, il Centro Nazionale d’Arte, Tokyo, l’UCCA, Pechino, l’HOW Art Museum, Shanghai, e il Palais de Tokyo, Parigi. Ha partecipato a importanti Biennali, quali quella di San Paolo, e festival quali il Sónar di Barcellona e il Sundance Film Festival di Park City. Ha vinto premi prestigiosi come il Golden Nica dell’Ars Electronica Festival.

Quayola ha inoltre lavorato a progetti sperimentali con compositori, orchestre e musicisti tra cui London Contemporary Orchestra, Orchestre National Bordeaux Aquitaine, Ensemble Intercontemporain, Vanessa Wagner, Jamie XX, Mira Calix, Plaid e Tale Of Us.

La Fondazione Terzo Pilastro Internazionale

La Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, naturale evoluzione della Fondazione Mediterraneo creata nei primi anni Duemila dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, è una fondazione di diritto privato, totalmente autonoma, che opera a livello internazionale, senza alcun vincolo territoriale e con una prospettiva mediterraneocentrica – approdando dal Meridione d’Italia e l’area mediterranea di competenza originaria nei Paesi emergenti del Medio ed Estremo Oriente, veri protagonisti della nostra Storia attuale – per la promozione, la realizzazione e la diffusione di iniziative di valore sociale, culturale, formativo ed artistico, sia direttamente che attraverso i suoi due enti strumentali denominati Fondazione Cultura e Arte e Poema S.p.A..

L’operatività della Fondazione è caratterizzata dall’obiettivo costante di raccordare la tradizionale attenzione alle esigenze di sviluppo e ai bisogni sociali dei territori con una visione via via sempre più ampia e globale sulle tematiche urgenti del mondo contemporaneo, anche intervenendo direttamente attraverso progetti ambiziosi, di alto valore socioeconomico e culturale, nei Paesi più bisognosi. La Fondazione Terzo Pilastro, agendo su questi presupposti, si qualifica sia per il carattere strutturale e sistematico degli interventi – che si contrappone alla frammentarietà ed estemporaneità di molte altre iniziative sedicenti simili – sia per l’approccio reticolare derivato dalle proficue collaborazioni avviate con enti e istituzioni esteri che operano con finalità compatibili.

Il “codice Quayola” a Palazzo Cipolla.

Informazioni

  • SEDE ESPOSITIVA Roma, Palazzo Cipolla, Via del Corso, 320. 
  • DURATA MOSTRA 29 settembre 2021 – 30 gennaio 2022
  • ENTE PROMOTORE Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale 
  • ENTE ORGANIZZATORE Poema Spa 

ORARIO DI APERTURA

Lunedì CHIUSO

dal martedì alla domenica ore 10.00 > 20.00 (Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura, ore 19.00)

BIGLIETTI

  • Intero € 6,00
  • Ridotto € 3,00 – valido per giovani fino a 26 anni, adulti oltre i 65 anni, forze dell’ordine e militari con tessera, studenti universitari con libretto, giornalisti con tessera, titolari di apposite convenzioni: (Fai, La Feltrinelli, Biblioteche di Roma, Touring Club Italiano, LUISS).
  • Biglietto gratuito – valido per bambini sotto i 6 anni, visitatori diversamente abili incluso 1 accompagnatore,

1 accompagnatore per ciascun gruppo prenotato, membri ICOM, Guide Turistiche Regione Lazio con patentino (si concede un solo ingresso). 

È possibile acquistare i biglietti online sul sito ticket.it:

https://www.ticket.it/quayola

https://www.ticketone.it/artist/quayola 

LA SEDE

L’ingresso alla mostra è in Via del Corso, 320.

La sede espositiva di Palazzo Cipolla, sorge nel centro storico della città, nell’antica via che unisce due delle più famose piazze di Roma, Piazza del Popolo e Piazza Venezia, dove si innalzano i solenni palazzi abitati dalle grandi famiglie romane e le sedi di alcune delle istituzioni più antiche e prestigiose di Roma.

Numero massimo di visitatori all’interno dello spazio espositivo: 104

Gruppi di massimo 4 persone per ogni postazione segnalata con un adesivo sul pavimento e con distanziamento interpersonale di un metro.

Obbligo di mascherina all’interno dello spazio espositivo.

PER INFORMAZIONI:
biglietteriapalazzocipolla@gmail.com – risponditore automatico: 06 9837051

About Beatrice Pagliani

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