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Sulle rive di una nuova edizione di Flashback a Torino

FlashBack, la fiera che pone in relazione arte antica moderna e contemporanea, giunge quest’anno alla sua sesta edizione, confermando un  crescente apprezzamento di pubblico e critica.

Sin dall’ingresso si apprezza l’eleganza dell’allestimento giocato sui toni dell’azzurro e verde acqua, non a caso si viene accolti dall’“opera viva” di Alessandro Bulgini, Accesso libero al mare, un cartello rosso che comunica, con i codici del cartello stradale ironicamente reinterpretati, un’apertura, un invito gioioso rivolto a tutti.

Carlo Carrà, Venere Anadiomene II, 1942

L’opera sovrasta un passaggio obbligato, l’artgate, una immaginifica soglia oltre la quale, come da sempre nelle intenzioni della Fiera, l’arte è tutta contemporanea, e introduce il tema scelto come leit motiv di quest’anno: “Sulle rive di un altro mare”. Abbiamo chiesto a Ginevra Pucci, che con Stefania Poddighe ha ideato e dirige la fiera, di raccontarci brevemente il concept per questa edizione: “Sono particolarmente contenta di questa edizione della fiera, il fil rouge quest’anno è mutuato dal libro di fantascienza dello scrittore e antropologo Chad Oliver Le rive di un altro mare, del 1971, che racconta di rapporti tra diverse forme di civiltà, diversi mondi e la loro possibile coesistenza tra loro grazie al dialogo. La diversità è il vero il punto di forza per la società, così come per la cultura, e anche le opere d’arte presenti in fiera sono l’esito di questa idea di mixité culturale e temporale che è alla base della filosofia di Flashback: molti galleristi hanno seguito questo tema nella scelta delle opere con soggetto il mare e il viaggio. Anche il dialogo con il pubblico della fiera si è ampliato, è cresciuto anno dopo un anno un seguìto di collezionisti giovane e attento. L’arte è tutta contemporanea perché contemporanea è la fruizione nel qui e nell’oggi, il nostro obbiettivo è trasmettere con forza questo messaggio mantenendo sempre alta la selezione e la qualità delle opere“.

Alberto Savinio, Senza titolo, 

Subito dopo l’artgate si viene accolti, quasi come manifesto programmatico, dalla selezione di Ritratti /Autoritratti di Gian Enzo Sperone (CH), piccola ma compiuta mostra: nel composito ed elegante allestimento, in cui viene accostato con sapiente disinvoltura l’antico e moderno, spiccano il NarciGiuda  di Luigi Ontani del 1993-1995, il ritratto di Shoemberg di Aldo Mondino del 1988 e un autoritratto di Vik Munik, posti in dialogo con notevoli ritratti di diverse epoche. Curioso e originale il ritratto dello stesso Sperone visto come statuina decorativa di un vaso in ceramica, realizzato da Andrea Salvatori: al centro l’artista ritrae il celebre gallerista nelle vesti di  un piccolo boyscout (o meglio dire, un talent scout in calzoncini e zainetto)  circondato dalle opere iconiche delle mostre che hanno caratterizzato la sua vita professionale. Si riconoscono opere di Pistoletto, Bertozzi e Casoni, Fabro, Paladino… Richiama il tema del mare la bellissima Venere anadiomene nascente dal mare di Carlo Carrà, in dialogo con la monumentale Maternità di Arturo Martini in pietra di Finale, proposti dalla Galleria dello Scudo di Verona. Il tema del viaggio e dell’approdo a nuove rive è quello offerto dallo splendido Alberto Savinio proposto da Mazzoleni (Torino), in cui si evoca il mito degli Argonauti; altrettanto interessante la selezione di maestri del ‘900, tra cui spicca le Femmes dans le Metro di Massimo Campigli del 1952.

Massimo Campigli, Femmes dans le Metro, 1952

Di notevole pregio il cofanetto nuziale in legno in pastiglia di riso (1480-1490) ascrivibile alla Bottega dei Trionfi Romani, operante nell’area di Ferrara e proposto dalla galleria il Mercante delle Venezie di Vicenza. Tra i vari stand spicca quello di Azimut Capital Management SGR Spa, che per il secondo anno consecutivo sostiene Flashback e omaggia la fiera, come ci spiega Edoardo Bosi, Head of Art Advisory, esponendo tre opere di grande suggestione, due Gino De Dominicis (l’artista a cui Flashback è particolarmente legata perché fu proprio De Dominicis – in un’intervista a Marina Valensise del 1997 – a sottolineare l’importanza di guardare all’arte come”tutta contemporanea”, come “vivente”) e l’opera En Plein Air, un prezioso Mario  Schifano del 1964, presentato di recente nell’ambito di una mostra sulla scuola romana presso la sede romana di Azimut e esposta in precedenza al Peggy Guggenheim collection nella mostra Immagine curata da Luca Massimo Barbero. Il contributo di Azimut quest’ anno è particolarmente significativo perché ha da poco inserito nella sua struttura una divisione di Art Advisory. Proseguendo nell’agile percorso di fiera colpiscono per la  grande qualità esecutiva i due pastelli su carta di Gerardo Dottori, Sintesi di Torino e Sintesi di Genova del 1929, proposti dalla F&F Antichità di Perugia,  esposti insieme a notevoli esemplari scultorei , in particolare un Sant’Antonio Abate ligneo ascrivibile alla Germania del Sud di fine XV secolo. Un plauso alla ricerca della galleria Caretto & Occhinegro (Torino), specializzata in arte del Nord Europa, che ha allestito una mostra tematica con un catalogo a corredo, “Nature, Symbol, Coulour inside Flemish Art”, un approccio concettuale e formale all’arte fiamminga non più organizzata per scuole o successioni cronologiche ma vista per temi, in un percorso artistico atemporale; su tutti spicca uno splendido ritratto realizzato  nel 1550 da Nicola Neufchatel che ritrae un uomo con una  lettera stretta nella mano sinistra.

Nicola Neufchatel, Portrait of a man holding a letter, 1550 ca.

Per rimanere in tema alla Galleria Del Ponte (Torino) si segnala un ritratto di Mario Merz e un autoritratto di Carol Rama del 1948, rinvenuto di recente dal gallerista e presentato al pubblico per la prima volta; da Arcuti Fine Art (Roma) uno splendido “Ritratto di giurista con Bimbo” di Giovanni Bernardo Carbone, che rimanda per qualità pittorica al migliore Van Dyck, di cui ha subìto l’influenza. Nel ricco stand di Tornabuoni (Firenze) spicca un bellissimo De Chirico (quasi una citazione di una natura morta fiamminga) e una bella selezione di Victor Vasarely.

Giovanni Bernardo Carbone, Ritratto di giurista con Bimbo”

Interessante la scelta di Simone Aleandri Arte Moderna di Roma di proporre in fiera una selezione della mostra (di caratura museale) “Crepuscolo Modernista, cultura figurativa a Torino fra Simbolismo e Liberty”, accompagnata da un bel catalogo a cura di Armando Audoli, che si terrà a Roma presso la sede della galleria nei prossimi mesi. La mostra presenta una pregevole selezione di opere su carta e sculture di Balla, Alloati, Bistolfi, Morbelli, Grosso, Rubino, Carpanetto, Alciati. Notevoli le Quattro Stagioni di Giacomo Balla, che nel ritrarre procaci signorine grandi firme come simboli delle stagioni ha applicato su tela un retino ottico per evocare la resa delle rivista, con un’operazione prossima alla pop-art in grande anticipo sui tempi. Anche la Galleria del Lacoonte di Roma presenta un focus monografico di grande raffinatezza, una selezione di carte e ceramiche di Leoncillo, assaggio della grande mostra su tre sedi con la quale la galleria omaggia il grade maestro del Dopoguerra.

Leoncillo Leonardi, Le rondini, 1947, tempera su carta

Tra le rarità una preziosa edizione della Divina Commedia, edita nel 1477 a cura di Berardi di Pesaro, la sesta in assoluto e la prima con commento presentata da Il Cartiglio (Torino), una pelika attica del V secolo a.c. della galleria Maurizio Candiani, la coppia di versatoi  della dinastia Han (206 a. C. – 9 d.C.), da Schreiber Collezioni e i gioielli d’artista (con esemplari di Simeti, Arman, Pol Bury , Melotti, Isgrò) presentati da Marylart in collaborazione con la galleria Torbandena di Trieste.

Emilio Isgrò,  L’amore del Re, 2014, anello in argento

Curiosa e raffinata infine la scelta di Moretti Fine Art (Firenze) di allestire lo stand con un sola opera, un olio su tavola del 1515 ca. attribuita a Macrino d’Alba e proveniente dal Castello di San Martino Alfieri: alle pareti dello stand ipotesi di ricostruzione del polittico a cui appartiene il prezioso frammento e la sua collocazione nell’economia dell’opera.

Macrino d’Alba e Maestro di San Martino Alfieri, Sant’Ambrogio, 1515 ca.

Per info 

Flashback

Pala Alpitour

1/4 novembre 2018

About Paola Stroppiana

Paola Stroppiana (Torino, 1974) è storica dell’arte, curatrice d’arte indipendente e organizzatrice di eventi. Si è laureata con lode in Storia dell’Arte Medioevale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, città dove ha gestito per più di dieci anni una galleria d'arte contemporanea. Collabora con diverse testate per cui scrive di arte e cultura. Si interessa a nuovi percorsi d’indagine come il gioiello d’artista e le ultime tendenze del collezionismo contemporaneo, argomenti sui quali ha tenuto conferenze presso l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari, Il Museo Civico di Arte Antica e la Pinacoteca Agnelli di Torino, il Politecnico di Milano.
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