martedì , 14 Maggio 2024
Home / Video / Reportage / Mostre / “L’eterna musa. L’universo femminile tra ‘800 e ‘900”

“L’eterna musa. L’universo femminile tra ‘800 e ‘900”

Renato Natali, Donna con pappagalli (1920 ca.)

Dal 2 giugno al 3 novembre, alla Fondazione Centro Matteucci per l’Arte moderna di Viareggio, la mostra “L’eterna musa” dedicata all’universo femminile tra 1800 e 1900

A comporre la mostra “L’eterna musa. L’universo femminile tra ‘800 e ‘900” sono quaranta opere che raffigurano donne normali, di famiglia o della porta accanto. Mai dive, se non – forse – tra le mura di casa. Donne che formano una smagliante e cangiante galleria di personalità, ognuna a suo modo protagonista in una frazione di tempo e in un angolo di spazio.

È la Fondazione Centro Matteucci per l’Arte moderna di Viareggio a presentare, dal 2 giugno al 3 novembre, un’affascinante selezione di questa galleria di tipi femminili, che muove dal primo Ottocento e approda al Novecento, con affondi intenzionali e suggestivi nei due dopoguerra, entrambi portatori di grandi mutamenti. Della mostra fanno parte opere sceltissime, talvolta mai esposte prima, di Fattori e Lega, Induno, Favretto, Casorati, Sironi.

Virgilio Guidi, Donna dalla cintura rossa (1934 ca.)

“Una galleria d’istantanee tratte da un ideale album di famiglia che è andato formandosi nelle stagioni più diverse della vita – spiega il curatore, Giuliano Matteucci. – Figure che non ambiscono a un posto nel Parnaso e che, al di là di ogni metafora, offrono della donna il volto più autentico, sofisticato e attraente. Immagini che, seppur condivise, si direbbero segretamente carpite, per la facilità con cui l’artista ha conferito al modello una personale dignità, facendone emergere il celato fascino”.

In questa parata di donne ritratte o idealizzate, nessuno dei modelli prevalenti della storia dell’arte manca all’appello. L’eterna Eva si presenta di quadro in quadro in condizioni mutevoli di status e umore, angelo della famiglia o sirena ammaliatrice, popolana o borghese, lavoratrice o padrona di casa della buona società, lieta o malinconica, operosa o riflessiva.

Michele Tedesco, Lettura in terrazza (1875 ca.)

In queste donne si riconosce in filigrana non solo la Musa ispiratrice, ma anche gli infiniti altri prototipi stratificati nell’immaginario culturale dell’Occidente. La purissima Maria Vergine e la peccatrice Maddalena, Lia e Marta simboleggianti la vita attiva con Rachele e Maria allegorie della vita contemplativa, la carnale Venere e la materna Giunone, Salomè la seduttrice e Circe la maga.

Sbaglierebbe chi immaginasse una parata di persone dimesse, di figure di solo contorno. Al contrario le donne protagoniste di questa esposizione sono fiere del loro essere, perfettamente consapevoli del loro valore, ricche di una sensualità che, proprio perché non platealmente esibita, cattura sguardo e sentimento. Donne che oggi si potrebbero definire come “realizzate”, nonostante il loro non volersi porre al centro del palcoscenico.

Francesco Hayez, Ritratto di Elisabetta Bassi Charlé (1829)

“Una galleria di antidive, nella quale si troverebbe certamente a disagio la determinata femminilità di una Marie Curie o di una Coco Chanel – continua il curatore – poiché a prevalere è un altro tipo di donna che non ha difficoltà a confermarsi moglie e madre, in quei ruoli, insomma, che nella routine del quotidiano ne nobilitano i sentimenti e lo spirito”.

Della mostra fanno parte opere di Hayez e Boldini, che sul modello della Venere senza veli, carnale e sensuale, messa in posa da Tiziano, Fragonard, Goya o Courbet, hanno costruito gran parte della loro fortuna, opere che non lasciano spazio all’immaginazione. E poi i nudi di D’Ancona e Casorati, estremamente casti. Quasi a simboleggiare i due estremi di un’immaginaria forbice che, artisticamente e realisticamente parlando, contiene tutto, ogni tipo di donna.

Vittorio Corcos, Anna Belimbau (1900)

“Ciascuna di loro sollecita la nostra fantasia, parlando di stagioni più o meno felici – spiega Giuliano Matteucci. – Spetta a noi farle rivivere, nella loro trattenuta e schietta espressività, come protagoniste di storie ed esperienze, successi e delusioni, cogliendo nella semplice naturalezza del carattere, degli umori, delle passioni, dei sentimenti quanto d’insondabile è in ogni donna”.

 

L’eterna musa. L’universo femminile tra ‘800 e ‘900

2 giugno – 3 novembre 2019

Dal 2 giugno al 1 settembre
da martedì a venerdì 17.30 – 22.00
sabato e domenica 10.00 – 13.00; 17.30 – 22.00

Dal 3 settembre al 3 novembre
da martedì a venerdì 15.30 – 19.30
sabato e domenica 10.00 – 13.00; 15.30 – 19.30

Chiuso il lunedì

Centro Matteucci per l’Arte Moderna
Via G. d’Annunzio, 28 | Viareggio

info@cemamo.it

 

About Roberta Turillazzi

Giornalista per passione e professione dal 2015. Mamma e moglie giramondo, che attualmente vive a Londra. Lettrice a tempo pieno. Amo l'arte, il cinema, i libri e il calcio.
Precedente Opiemme un murale su Giordano Bruno a Roma
Successivo La Via del Teatro a Milano, Il Teatro Carcano – Intervista a Fioravante Cozzaglio

C'è anche questo...

Diego Velázquez ospite illustre alle Gallerie d’Italia di Napoli

Sarà possibile ammirare sino al 14 luglio alle Gallerie d’Italia nella sede di Napoli due …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni (privacy policy)

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi