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Le “Traiettorie” di Gisella Chaudry al Castello di Rivara

Gisella Chaudry, Traiettorie, 2023, ph Jessica Quadrelli

Sarà possibile visitare sino a novembre presso Il Castello di Rivara la rassegna Equinozio d’Autunno, il consueto appuntamento che inaugura la stagione espositiva del Castello, diretto da Davide Paludetto.

In mostra una serie di focus su artisti selezionati, accompagnati da testi di curatori che ne approfondiscono la ricerca. In particolare sono esposte opere di Alessandro Armetta, presentato da un testo di Francesca Canfora, Rodrigo Blanco da Fabio Vito Lacertosa, Francesca Dondoglio da Roberto Mastroianni, Gisella Chaudry da Paola Stroppiana.

Gisella Chaudry, Talvolta Notturna, 2019 installazione, materiali variabili, ph Jessica Quadrelli

In occasione di Equinozio d’Autunno è stata riallestita la Collezione di Franz Paludetto, il noto gallerista recentemente scomparso, così come la disposizione delle sculture in giardino, con opere di Maura Banfo e Domenico Borrelli, Carlo d’Oria, Gabriele Garbolino Ru, Paolo Grassino, Enrico Iuliano, Sergio Ragalzi.

In tale contesto è stato presentato l’ultimo lavoro di Gisella Chaudry (Palermo, 1989), dal titolo “Traiettorie”, frutto di lunghe sperimentazioni; grandi ricami campeggiano su teli neri come grandi stendardi, vessilli di altri mondi che proclamano la loro esistenza misteriosa, immagini che parlano di nebulose e galassie, e persino di mappe per viaggi immaginari interstellari, ancora da interpretare. Nelle forme, enigmatiche e fluttuanti dai colori squillanti, si scorgono quelle che potrebbero essere organismi monocellulari, ma evidente è anche il rimando alle immagini che ci arrivano dallo spazio da potenti telescopi, qui solcate da linee candide, forse nuove costellazioni.

Gisella Chaudry, Traiettorie, 2023, ph Jessica Quadrelli

Come racconta l’artista, il ricamo fa parte della sua storia famigliare: il padre di Gisella, originario del Pakistan, ricamava nel suo paese abiti da sposa; successivamente, trasferitosi in Sicilia, continuava ad esercitare questa professione come forma di sostentamento per tutta la famiglia.

Forte di questa eredità emotiva, tecnica ed estetica, Gisella ha voluto creare un ponte tra l’Oriente e Occidente continuando a tessere le trame di una storia che da personale diventa collettiva. I suoi disegni, elaborati digitalmente, vengono inviati come file ad alcuni artigiani del vecchio mercato di Islamabad, che li traducono in elaborati disegni su stoffa, ricchi di preziosi dettagli in applicazione, pietre e canottiglie. Il risultato sono immagini complesse e articolate che emergono, brillanti ed ipnotiche, dal nero profondo, come provenienti da uno spazio lontanissimo, testimoni silenziose di un’“archeologia del futuro”; allo stesso tempo raccontano con sensibilità la sapienza di antiche tradizioni, rammentando precedenti eccellenti nella storia dell’arte come gli arazzi di Alighiero Boetti, realizzati da capaci mani afgane. Calcoli matematici e visioni astratte sono rielaborate e rese concrete dalla sapienza emotiva del lavoro manuale: un connubio fortissimo che l’artista ha sempre espresso nei suoi lavori; astrazione, emotività e concretezza partecipano un dialogo serrato, di intensi significati.

Gisella Chaudry, Talvolta Notturna, 2019 installazione, materiali variabili, ph Jessica Quadrelli

Traiettorie è posto in dialogo con la grande installazione Talvolta notturna, “scultura architettonica” realizzata nel 2019 in collaborazione con Officina Contemporanea e ospitata nella Residenza Luoghi Comuni di San Salvario a Torino, centro destinato a chi si trova in emergenza abitativa temporanea. Dalla frase di Ennio Flaiano Anime semplici abitano talvolta corpi complessi l’artista ha tratto ispirazione per un’installazione ambientale composta da fitte intersecazioni di piani e aste in ferro, linee e volumi in espansione dai percorsi potenzialmente infiniti. Un sistema complesso, prossimo alle visioni utopiche delle città invisibili di calviniana memoria. Talvolta Notturna restituisce una visione astratta, quasi metafisica della città che rivendica la forte componente reale di chi, quelle città, le abita: le linee disegnate dalla struttura in ferro, scura, silente, sono infatti percorse da scarpe di ogni forma e colore, vuote, evocatrici di una presenza / assenza tanto vera (le scarpe sono usate) quanto simbolica.

Nell’intenzioni dell’artista la struttura, sorretta da pilotis, forma una comunità di edifici privati da ogni oggettiva abitabilità. Gli scaffali qui utilizzati come elementi da costruzione sono strutture presenti in molte abitazioni, ma velocemente mutano il loro status di prodotto industriale a mezzo di espression autonomo, modulo scultoreo dalle infinite possibilità. Le superfici lisce e regolari, assemblate come un tetris da porzioni geometriche, evocano i quartieri popolari costruiti per accogliere famiglie che vivono nella quotidianità a stretto contatto gli uni con gli altri. Le scarpe fissate sui montanti degli scaffali, alcune di esse donate dagli abitanti stessi della Residenza, tracciano traiettorie (anche psicologiche) che si dipanano per tutta la struttura come passi liberati dal peso della gravità.

Una leggerezza, un movimento cadenzato che pian piano si affievolisce nella notte, lungo le strade silenti della città che dorme: un acquietarsi delle coscienze, delle anime semplici ma tenaci, vite in necessario stato transitorio, che non interrompono mai il loro viaggio: tema quest’ultimo che ritorna come un eterno richiamo in tutti i lavori di Gisella Chaudry, emblema del destino dell’uomo di ogni Tempo.

PER INFO

Castello di Rivara

About Paola Stroppiana

Paola Stroppiana (Torino, 1974) è storica dell’arte, curatrice d’arte indipendente e organizzatrice di eventi. Si è laureata con lode in Storia dell’Arte Medioevale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, città dove ha gestito per più di dieci anni una galleria d'arte contemporanea. Collabora con diverse testate per cui scrive di arte e cultura. Si interessa a nuovi percorsi d’indagine come il gioiello d’artista e le ultime tendenze del collezionismo contemporaneo, argomenti sui quali ha tenuto conferenze presso l’Università degli Studi Aldo Moro di Bari, Il Museo Civico di Arte Antica e la Pinacoteca Agnelli di Torino, il Politecnico di Milano.
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