mercoledì , 15 Maggio 2024
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Le Scapigliate. Così è, se vi Paris

Le Scapigliate. Così è, se vi Paris

La mostra “Così è, se vi Paris” de Le Scapigliate (Betty Amicucci, Monica Carlone, Serena Debianchi, Anna Mancari) chiude questa sera a Spazio Parentesi. Canale Arte presenta un testo di presentazione del loro progetto mediatico e comunicativo.

a Le Scapigliate

L’illusione è il motore dell’azione. Tutto è sempre sogno, intanto, come si scriveva, si deduce, si dirà. Certo, le meccaniche della contemporaneità, in ogni tempo, agevolano il compito di chi vuole scavalcare, come un lampo, le mura del visibile consueto. Il teatro, per esempio, tramite il gioco del palco e della quinta, ci aveva appassionati all’entrata nella storia agita raccontata, senza mai staccare l’occhio e i sensi dall’intreccio, più che dalla fabula. Dopo tanta assuefazione, un pensiero di ritorno ha poi espresso quel concetto: “La vita è qui soltanto, dietro ad un sipario immacolato, congelata”. L’universale nasce, a volte, dopo tanto divertirsi. Stessa sorte ha subito la pagina stampata. Più lenta, si è piegata al mezzo, traducendo piano piano le intenzioni nel verso, a capo, nella grafica, nell’impostazione pre-testuale, nella satira che deborda dal supporto.

Nella visione, il pittore ha scalfito un po’ la tela, come fosse un primitivo, riflettendo su come scaturisse la ragione dell’arte per un cieco. Lo scultore ha esplorato l’orizzontalità del tappeto, come rispondente femminilità privata da spigolosità e angoli prospettici. Bella, ricca e dice sempre sì. Il fotografo e il regista, dopo breve rappresentazione, hanno iniziato coi capricci: così, gli scherzi della luce, gli abbagli del non visto, narratore onnisciente che scompare e il pubblico comprende l’aldilà: dello schermo di realtà. Per parlare del presente, abbiamo il digitale che consente qualsiasi operazione chirurgica, d’innesto, astrazione su verità fantastiche, motti di spirito tradotti in effetto, catalizzatori enzimi, filtri di curiosità. C’è la comunicazione nel globale che, se utilizzata a fin di bene, ci permette l’infinità ironica del metodo, che piega il proprio flusso categorico al prodotto in serie, futuribile, replicabile: getto d’immortalità.

A Parigi, nei pressi dell’inizio Novecento, questo lungo elenco di esperienze qui riassunte, ha trovato ambiente per una catalogazione, per un’indagine diretta. Alcuni rifrangevano il mondo in formule geometriche, altri si allenavano con selvatica prestanza al movimento dei colori, all’accostamento fino ad allora improponibile. In musica, poesia, danza, ogni esigenza rispondeva al varco, alla breccia di limiti e confini.

Le Scapigliate, un centinaio d’anni dopo, hanno regalato una finzione necessaria agli spettatori, decidendo di restare a casa loro e creare immediatamente dal canale trasmissivo. Con l’ausilio di una struttura di condivisione sociale, hanno finto un viaggio a Parigi, mettendo in pratica tutte le capacità mimetiche, performative, studiando le somiglianze dei luoghi, degli stili architettonici, di abitudini e costumi. Ecco nascere “Così è, se vi Paris”, pirandelliano esercizio sulle vie dell’avanguardia: prima d’essere libro, album, proiezione, era già stata divulgazione. Dopo essere stato programma, è diventato ricordo, oggetto, souvenir, in attesa delle prossime indefinibili variazioni sullo stesso tema pubblico-privato. Un frammento in divenire, che si esprime materialmente per la prima volta qui, a Spazio Parentesi, segnando il primo anno di un percorso espositivo.

About Ivan Fassio

Poeta, scrittore, curatore d'arte contemporanea.
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