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LA MOSTRA LE SIGNORE DELL’ARTE A MILANO

Elisabetta Sirani, Venere e AmoreOlio su tela, 101x85 cm Collezione Privata

LE SIGNORE DELL’ARTE. Storie di donne tra ‘500 e ‘600

La mostra “Le Signore dell’Arte” a Milano presenta al grande pubblico le opere delle donne pittrici del Seicento, in un percorso di valorizzazione e scoperta di quei talenti femminili che, validi quanto quelli dei colleghi, sono state a lungo adombrate dalla critica maschilista.

Elisabetta Sirani, Cleopatra Olio su tela, 110×91 cm Collezione Privata

Oltre 150 opere di 34 artiste vissute tra il ‘500 e il ‘600, tra le quali Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Giovanna Garzoni e tante altre, per raccontare incredibili storie di donne talentuose e “moderne”.

Con la mostra “Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600″, l’arte e le incredibili vite di 34 diverse artiste vengono riscoperte attraverso oltre 150 opere, a testimonianza di un’intensa vitalità creativa tutta al femminile, in un singolare racconto di appassionanti storie di donne già “moderne”.  

In mostra le artiste più note, ma anche quelle meno conosciute al grande pubblico, le nuove scopertecome la nobile romana Claudia del Bufalo, che entra a far parte di questa storia dell’arte al femminile, e alcune opere esposte per la prima volta. 

Sotto la curatela di Anna Maria BavaGioia Mori e Alain Tapié, le opere selezionate per la mostra provengono da ben 67 diversi prestatori, tra cui le gallerie degli Uffizi, il Museo di Capodimonte, la Pinacoteca di Brera, il Castello Sforzesco, la Galleria nazionale dell’Umbria, la Galleria Borghese, i Musei Reali di Torino, la Pinacoteca nazionale di Bologna, il Musée des Beaux Arts di Marsiglia e il Muzeum Narodowe di Poznan (Polonia).

Figlie, mogli, sorelle di pittori, o a volte donne di religione: la mostra Le Signore dell’Arte presenta non solo la grandiosa abilità compositiva di queste pittrici, ma – attraverso il racconto delle loro storie personali – guarda al ruolo da loro rivestito nella società del tempo, al successo raggiunto da alcune di esse presso le grandi corti internazionali, alla loro capacità di sapersi relazionare, distinguere e affermare trasformandosi in vere e proprie imprenditrici, e di sapersi confrontare con i loro ideali e diversi stili di vita.

Ginevra Cantofoli, Giovane donna in vesti orientali, seconda metà del XVII secolo. Olio su tela, 65×50 cm. Padova, Museo d’arte Medioevale e moderna, legato del Conte Leonardo Emo Capodilista, 1864

La mostra racconta non solo la maestria compositiva di queste pittrici, ma anche il ruolo sociale che hanno rivestito nel loro tempo, alcune affermate presso le grandi corti internazionali, altre vere e proprie imprenditrici, tutte capaci di confrontarsi con i propri ideali e con diversi stili di vita. 

Tra le eroine in mostra a Palazzo Reale domina per celebrità la figura di Artemisia Gentileschi cui Palazzo Reale ha dedicato una grande mostra nel 2011, che tra soprusi e violenze, ha utilizzato il proprio talento artistico per creare un’arte feroce ed incisiva dal forte potere catartico. Figlia di Orazio, icona di consapevolezza e rivolta, artista e imprenditrice, la sua arte rivaleggia con quella degli stessi pittori uomini dell’epoca e il suo successo la porta allo scarto dalla sua categoria sociale; un esempio di lotta contro l’autorità e il potere artistico paterno, contro il confinamento riservato alle donne.

Di Sofonisba Anguissola – cremonese che visse oltre dieci anni alla corte di Filippo II a Madrid, per poi spostarsi in Sicilia quando sposa il nobile Fabrizio Moncada, a Genova dopo il secondo matrimonio con Orazio Lomellini, e di nuovo in Sicilia, dove fu visitata da Antoon van Dyck nel 1624 – saranno esposti capolavori assoluti come la Partita a scacchi (del 1555 e proveniente dal Muzeum Narodowe di Poznan, Polonia), la già citata Pala della Madonna dell’Itria (1578), che è stata oggetto di un importante restauro realizzato grazie alla collaborazione con il Museo civico Ala Ponzone di Cremona. Sofonisba Anguissola, si meritò gli elogi da parte di Michelangelo, influenzò le mimiche dei personaggi di Caravaggio, divenne pittrice reale della corte di Spagna, ottenne riconoscimenti dal pittore Antoon Van Dyck, ma venne quasi dimenticata dalla critica successiva.

E ancora Lavinia Fontana – bolognese e figlia del pittore manierista Prospero Fontana -, che a 25 anni sposa il pittore imolese Giovan Paolo Zappi alla sola condizione di poter continuare a dipingere, facendo così del marito il proprio assistente – in mostra con 14 opere, tra cui l’Autoritratto nello studio (1579) degli Uffizi, la Consacrazione alla Vergine (1599) del Musée des Beaux-Arts di Marsiglia, e alcuni dipinti di soggetto mitologico di rara sensualità. Lavina Fontana, che grazie alla bottega paterna potè entrare in contatto con opere e artisti del suo tempo, che seppe guadagnarsi la fama di grande ritrattista nonostante le sue incombenze di madre di 11 figli e che terminò la propria vita chiusa in un monastero. 

Elisabetta Sirani, Venere e AmoreOlio su tela, 101×85 cm Collezione Privata

E poi ancora la pittrice bolognese Elisabetta Sirani, in mostra con potenti tele in cui sono raffigurati il coraggio femminile e la ribellione di fronte alla violenza maschile, come in Porzia che si ferisce alla coscia (1664) e in Timoclea uccide il capitano di Alessandro Magno (1659) del Museo di Capodimonte di Napoli;  Fede Galizia, figlia d’arte il cui Ritratto di Paolo Morigia oggi alla Pinacoteca Ambrosiana è uno dei ritratti più suggestivi del Seicento italiano, ma il cui talento è poco indagato a causa della morte prematura avvenuta durante la grande pestilenza del 1630 qui con l’iconica Giuditta con la testa di Oloferne (1596); Ginevra Cantofoli, con Giovane donna in vesti orientali (seconda metà del XVII); Giovanna Garzoni, altra modernissima donna che visse tra Venezia, Napoli, Parigi e Roma, in mostra con rare e preziose pergamene.

La mostra “Le Signore dell’Arte” a Milano parla di queste grandi artiste e di altre donne pittrici dimenticate, che solo negli ultimi decenni stanno cominciando a ricevere l’attenzione che la loro arte avrebbe meritato fin dall’inizio e i cui meriti artistici vanno diffusi e valorizzati parallelamente ai loro meriti di paladine del genere femminile, in un secolo, il Seicento, in cui le donne se non erano destinate al convento, avevano come unica e più alta prospettiva quella di diventare delle bravi mogli.

La mostra, in programma dal 5 febbraio al 6 giugno 2021, si inserisce nel palinsesto I talenti delle donne, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, che fino ad aprile 2021 focalizza l’attenzione sulle donne, le loro opere, le loro priorità e capacità.

Il progetto espositivo è realizzato con il sostegno di Fondazione Bracco, main sponsor della mostra, il cui impegno è da sempre rivolto a diffondere cultura, arte e scienza, con particolare attenzione all’universo femminile e alle protagoniste del pensiero creativo. Con entusiasmo Fondazione Bracco ha aderito al progetto della mostra, inserito per altro nel palinsesto ideato dal Comune di Milano I Talenti delle donne, di cui Fondazione Bracco è Main Partner. Inoltre, come ormai di consueto, anche per questa esposizione Fondazione Bracco ha dato vita a un progetto scientifico, in collaborazione con diverse Università di Milano, che permette di valorizzare una opera presente in mostra attraverso il supporto offerto dalla ricerca tecnologia – l’imaging diagnostico, settore in cui Bracco è leader mondiale: si tratta del Ritratto di Carlo Emanuele I Duca di Savoia di Giovanna Garzoni, pittrice miniaturista ascolana del ‘600, un olio su pergamena di proprietà dei Musei Reali di Torino. Scienza e ricerca dunque quali strumenti importanti non solo per il benessere delle persone, ma anche per lo studio delle opere d’arte. La Fondazione nasce infatti dal patrimonio di valori maturati in oltre 90 anni di storia del Gruppo Bracco, con l¹intento di creare e diffondere espressioni della cultura, dell’arte e della scienza quali mezzi per migliorare la qualità della vita e la coesione sociale.

Fede Galizia, ‘Giuditta con la testa di Oloferne’, 1596 Olio su tela, 141×108 cm Galleria Borghese, Roma

LE SIGNORE DELL’ARTE.
Storie di donne tra ‘500 e ‘600

Dal 05 Febbraio 2021 al 06 Giugno 2021

MILANO

LUOGO: Palazzo Reale

INDIRIZZO: Piazza Duomo 12

CURATORI: Anna Maria Bava, Gioia Mori, Alain Tapié

ENTI PROMOTORI:

  • Comune di Milano-Cultura
  • Palazzo Reale
  • Arthemisia Arte e Cultura S.R.L.

COSTO DEL BIGLIETTO: Open € 16 Intero € 14 Ridotto € 12 Abbonam. Musei Lombardia € 10 Ridotto speciale € 6 Biglietto Famiglia: 1 o 2 adulti € 10 / ragazzi dai 6 ai 14 anni € 6

SITO UFFICIALE: http://www.lesignoredellarte.it

 

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