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Il meglio del Manchester International Festival 2019

Festival Square al MIF19 © Louis Reynolds

Dal 4 al 21 luglio, torna per la settima edizione il Manchester International Festival, che riunisce il meglio dell’arte in tutte le sue forme e accezioni, dal cinema alla musica

Diciotto giorni straordinari all’insegna dell’arte in tutte le sue forme e accezioni. Sono quelli proposti dal Manchester International Festival (4-21 luglio 2019), che torna con l’appuntamento biennale che è già diventato cult per gli appassionati e i semplici curiosi.

Artisti di fama internazionale provenienti da venti Paesi presentano le loro opere, molte delle quali in anteprima, al Festival che per la seconda edizione consecutiva vede John McGrath nel ruolo di direttore artistico. Nato nel 2007 per dare spazio all’arte in tutte le sue declinazioni (dalle arti visive alla performing art), il MIF19 si concentra su una serie di tematiche fortemente contemporanee (l’identità, il linguaggio, i confini e le migrazioni, il potere dell’azione collettiva, la tecnologia e le visioni utopiche/distopiche del futuro).

BellsforPeace at MIF19 © Danny Lawson

“Al MIF19 partecipano un gruppo di artisti che guardano al futuro, chi con speranza, chi con fantasia, chi con preoccupazione – ha spiegato il direttore artistico del Festival, John McGrath. – Non abbiamo mai imposto tematiche, agli artisti che lavorano con noi, ma colpisce il modo con cui il programma di quest’anno rifletta i tempi complessi che stiamo vivendo, in modi anche gioiosi e inaspettati. Nonostante la presenza di artisti provenienti da diversi Paesi del mondo, il Festival ha anche profonde radici locali, con diverse opere che vedono partecipare gli abitanti di Manchester. Quello che ci auguriamo è che il MIF19 sia una festa di energia, che possa magari anche aprire dei dibattiti su tematiche importanti”.

Dopo il successo di “What Is the City But the People?” (apertura del MIF17), ad aprire il Festival 2019 è stata Yoko Ono, con il suo evento partecipativo “BELLS FOR PEACE”. Migliaia di persone si sono unite all’artista per cantare e suonare per la pace nei Cathedral Gardens, nel cuore della città. A cinquant’anni dalle prime collaborazioni artistiche con John Lennon, Yoko Ono torna ancora una volta a schierarsi in battaglie di rilevanza sociale e planetaria.

Parliament of Ghosts, Ibrahim Mahama al MIF19 © Michael Pollard

Proseguendo l’uso innovativo degli spazi cittadini del MIF, “Invisible Cities” vede Leo Warner dei 59 Productions (War Horse, David Bowie Is), l’acclamato coreografo Sidi Larbi Cherkaoui, la scrittrice Lolita Chakrabarti, la compagnia di danza Rambert e un team di creativi di primo livello collaborare per la prima volta a un progetto che unisce teatro, coreografie, musica, design architettonico e mappature. Ispirata dal famoso romanzo omonimo di Italo Calvino del 1972 (Le città invisibili), incentrato sul rapporto tra Kublai Khan e l’esploratore Marco Polo, questa nuova performance reinventa i canoni del genere, e si inserisce in modo straordinario nel contesto urbano.

Proseguendo la tradizione di grandi collaborazioni del Festival: il compositore Philip Glass e il regista e attore Phelim McDermott hanno lavorato insieme a produzioni operistiche acclamate a Londra, New York e via dicendo, ma “Tao of Glass” è il loro progetto più personale fino a oggi. Ispirato da un sogno, questo progetto presentato in anteprima mondiale unisce meditazioni sulla vita, la morte e la saggezza con dieci nuovi pezzi musicali realizzati da Glass. McDermott presenta il tutto, insieme a un gruppo di burattinai e musicisti.

Un frame dello spettacolo teatrale “Tree” © Marc Brenner

A lavorare insieme per la prima volta sono anche l’attore Idris Elba e il regista Kwame Kwei-Armah. “Tree” racconta il viaggio di un ragazzo, attraverso danza, musica e video – ed è anche la realizzazione di un’ambizione di vecchia data di Elba e Kwei-Armah, ovvero realizzare un progetto insieme ispirato al Sud Africa.

In “The Nico Project”, allo Stoller Hall Maxine Peake, Sarah Frankcom e un tram creativo tutto al femminile rendono omaggio alla leggendaria cantante tedesca, conosciuta anche con il soprannome di “Sacerdotessa delle tenebre”, con una performance teatrale immersiva e coinvolgente, ispirata dalle sonorità dell’album del 1969 di Nico “The Marble Index”. Con testi del drammaturgo EV Crowe e musiche della compositrice Anna Clyne, “The Nico Project” porta il pubblico ad avvicinarsi ai fantasmi che perseguitavano Nico e celebra la potenza della creatività femminile in un campo tradizionalmente dominato dagli uomini.

David Lynch © Josh Telles

Il leggendario regista, produttore e sceneggiatore americano David Lynch è protagonista di “HOME”, per tutta la durata del Festival. “My Head Is Disconnected” è la prima grande mostra allestita nel Regno Unito e dedicata ai suoi dipinti su grande scala, ai disegni e alle sculture. A teatro sono organizzati una serie di spettacoli live di musica a lui ispirati; nei cinema è previsto un ricco programma di proiezioni di sue film, cortometraggi, interviste e altro.

“DYSTOPIA987” del rapper Skepta supera l’esperienza della musica dal vivo, reimmaginando la cultura rave del passato in un futuro incerto, con una serie di eventi intimi e immersivi allestiti in una location segreta di Manchester. Skepta si esibisce insieme a diversi ospiti tra performer e DJ, utilizzando tutta una serie di nuove tecnologie che abitano questo mondo sotterraneo.

Tania Bruguera

Alla Manchester Art Gallery Tania Bruguera, fresca di commissione alla Tate Modern, invita il pubblico a unirsi alla sua “School of Integration” e considerare per quale motivo l’integrazione viene sempre considerata responsabilità di chi arriva, in un nuovo lavoro potente, provocatorio e stimolante. Gli abitanti di Manchester originari di altri Paesi tengono anche lezioni gratuite che spaziano dalla lingua alla politica, dalla cultura all’economia, per quella che si configura come una nuova esperienza di apprendimento condiviso.

Il linguaggio è invece il fulcro dell’installazione immersiva dell’acclamato artista messicano-canadese Rafael Lozano-Hemmer “Atmospheric Memory”, una serie di macchine atmosferiche che cercano di “materializzare il suono”, ispirandosi all’idea pionieristica di Charles Babbage, secondo cui l’aria non era altro che una “vasta biblioteca”, contenente ogni parola mai pronunciata. L’opera unisce in modo affascinante arte audace e performance sensoriali.

Ibrahim Mahama © White Cube George Darrell

Alla Whitworth Art Gallery, la storia del Ghana, in larga parte dimenticata, viene raccontata in “Parliament of Ghosts”, una grande installazione dell’artista Ibrahim Mahama. Questa opera realizzata appositamente per il MIF19 utilizza pezzi di treni abbandonati, documenti provenienti dagli archivi governativi e tutto un’insieme di oggetti perduti, recuperati e riutilizzati, per dare vita a una camera parlamentare nel cuore della galleria.

La storia di Manchester è invece al centro di “The Anvil: An Elegy for Peterloo”, che celebra il 200° anniversario del massacro di Peterloo in una commissione articolata in due parti. ANU, una delle compagnie teatrali più audaci d’Europa, scende in strada con una serie di performance immersive ispirate alle storie di coloro che hanno perso la vita a St Peter’s Field. Alla sera è possibile ascoltare e ammirare il nuovo lavoro della compositrice Emily Howard e del poeta Michael Symmons Roberts, interpretato dalla BBC Philharmonic e da una serie di cori.

A Drunk Pandemic, Chim↑Pom © Michael Pollard

I luoghi e gli spazi cittadini diventano il palcoscenico per altre due opere immersive. “Utopolis Manchester” della compagnia con base a Berlino Rimini Protokoll è un nuovo lavoro che trasforma la nostra visione della città, mentre scopriamo le persone e i luoghi che danno vita alla quotidianità di Manchester, in un viaggio ispirato dall’Utopia di Tommaso Moro. L’epidemia di colera di Manchester degli anni ‘30 dell’Ottocento è invece l’improbabile spunto per “The Drunk Pandemic”, il primo grande progetto inglese dei Chim↑Pom di Tokyo, uno dei più giocosi e provocatori collettivi artistici al mondo.

“Animals of Manchester” (di cui fa parte anche “HUMANZ”) immagina come potrebbe essere la vita se gli animali vivessero con noi non come animali domestici ma come compagni, in un’esperienza interattiva di Live Art creata dall’artista con base ad Amburgo Sibylle Peters (Theatre of Research) e dalla London’s Live Art Development Agency (LADA). Installazioni, performance e incontri con artisti – tra cui Joshua Sofaer e Marcus Coates. Per le famiglie c’è invece “Tuesday” dello Studio ORKA.

Sybille Peters © Margaux Weiss

Torna al MIF19 con un nuovo look Festival Square, con un grande palco che ospita un ricco programma gratuito di spettacoli dal vivo, DJ set, conferenze ed eventi. Ci saranno anche cibo e bevande, con la presenza di una serie di Chef stellati.

Diciotto giorni di arte, musica, spettacoli, performance dal vivo, nel segno dell’innovazione e delle riflessioni sul futuro ma anche della storia di Manchester e della riscoperta del passato. Sul sito del Festival il programma completo e tutti gli approfondimenti.

Festival Square al MIF19 © Louis Reynolds

 

About Roberta Turillazzi

Giornalista per passione e professione dal 2015. Mamma e moglie giramondo, che attualmente vive a Londra. Lettrice a tempo pieno. Amo l'arte, il cinema, i libri e il calcio.
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