Biennale di Urbanistica e Architettura di Shenzhen 2019
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H.H.Lim  alla BIENNALE DI ARCHITETTURA di SHENZEN

H.H.Lim, artista malese di Penang ma residente a Roma, partecipa alla Biennale di Urbanistica e Architettura di Shenzhen, aperta fino all’8 Marzo 2020, con un’istallazione – The Mental Trip – che prende spunto da un capolavoro architettonico del Rinascimento: il Pozzo di San Patrizio. Costruito nel 1527 da Antonio da Sangallo per volontà di Papa Clemente VII, per garantire acqua alla città di Orvieto in caso di assedio o calamità, è ancora oggi considerato un modello citato in grandi opere di architettura.

La Biennale di Urbanistica e Architettura di Shenzhen, nata nel 2005, si chiama Urbanism\Architecture Bi-City Biennale (UABB) perché organizzata congiuntamente dalle città di Shenzhen e Hong Kong. E’ l’unica Biennale del settore e non poteva che nascere nella regione più densamente urbanizzata al mondo, che si è sviluppata in tempi da record.

L’ottava edizione della Biennale di Shenzhen coinvolge studi di architettura, ricercatori, accademici ed artisti, che attraverso più di 60 progetti affrontano il tema “Urban Interactions” sviluppato in due sezioni parallele “Eyes of the City” e “Ascending City”. Ci mostrano soluzioni, interpretazioni, provocazioni ma soprattutto alimentano il dibattito voluto fortemente dai curatori.

Nuove tecnologie e spazi urbani, quale impatto dovremo aspettarci? Si tratta di un’invasione nella privacy delle persone o di nuovi servizi e più sicurezza? Intelligenza Artificiale, progetti architettonici e urbanistici generati attraverso modelli virtuali tridimensionali, Robot – droni e veicoli a guida autonoma, sistemi per il riconoscimento facciale: Dove stiamo andando?  Come ci relazioneremo a tutto questo?

La Biennale di Urbanistica e Architettura di Shenzhen diventa in questa edizione una piattaforma aperta dove professionisti e studenti di tutto il mondo potranno condividere le proprie idee e dare un contributo alla ricerca, dove i progetti possono essere condivisi in modalità open-source. L’appello del curatore Carlo Ratti è rivolto a tutti “… chiunque sia interessato al tema “Gli occhi della città” potrà mandare il proprio contributo scrivendo all’indirizzo e-mail uabb2019@carloratti.com”.

Sede centrale della sezione “Eyes of the City” della Biennale è la stazione dei treni ad alta velocità Futian, uno degli snodi ferroviari più frequentati, trasformata in uno spazio espositivo. La stazione, il luogo dove l’individuo si è sempre sentito anonimo e libero di andare ovunque, diventa invece teatro di tutte quelle tecnologie nate per svelare la sua identità, tracciare i suoi spostamenti e raccogliere dati personali.

Il dibattito aperto da questa Biennle coinvolge quindi direttamente il grande pubblico e si estende in diversi luoghi del tessuto urbano delle due città, per creare nuove forme di interazione tra le persone e lo spazio urbano. Questo è esattamente l’obiettivo di H.H.Lim con la sua opera The Mental Trip in una delle sedi distaccate della Biennale, la Fortezza militare difensiva di Dapeng a Shenzhen risalente alle dinastie Ming e Quing.  Qui l’esposizione “The Sea of Time” interpreta il tema della Biennale esplorando nuovi modi per pianificare lo spazio urbano e valorizzare design architettonico, luoghi d’arte e cultura in uno spazio storico, che è allo stesso tempo una famosa destinazione turistica. Ho chiesto a H.H.Lim di raccontarmi la sua installazione.

“E’ la prima volta che partecipo alla Biennale di Architettura di Shenzen. L’installazione che presento si intitola The mental trip (Il viaggio della mente) e si trova in uno spazio esterno, un sito storicamente importante per la città di Shenzen. Guardandola da fuori sembra una semplice gabbia in ferro. Solo quando il visitatore la attraversa, camminando sempre nella stessa direzione, si rende conto di entrare nella gabbia girando in un senso e di uscire girando in senso contrario, senza incrociare mai le altre persone.

Rispetto al tema della Biennale, la soluzione della gabbia che ho proposto, per quanto semplice, è già di per sé una tecnologia avanzata, ma si rifà a qualcosa che fu pensato secoli fa. L’idea di costruire questa installazione, infatti, nasce dalla struttura del Pozzo di San Patrizio, una doppia scala a spirale elicoidale composta da 248 gradini ciascuna. L’ingresso è unico. Si percorre la scala in discesa, che arriva fino a 53 metri di profondità, e proseguendo sempre nella stessa direzione si imbocca la scala che sale verso l’uscita, senza incrociare mai chi entra. Nessuno oggi potrebbe andare oltre a questa invenzione architettonica rinascimentale con una soluzione altrettanto semplice ed eccezionale allo stesso tempo.E’ la più avanzata rivoluzione tecnologica in architettura che si sia vista per l’epoca. Rappresenta un modello unico per costruire un percorso pedonale, tanto che è stato ripreso anche nei Musei Vaticani e nel Museo Guggenheim di New York.”

“L’immagine di una gabbia si associa spesso all’idea di qualcosa di chiuso o negativo. L’esperienza che si ha, invece, entrando in “The mental trip” è di libertà. Il pubblico è condizionato solo dal proprio umore e dal personale modo di vedere le cose. E’ una camminata senza ostacoli attraverso una struttura in metallo, che smette di essere una gabbia. Il 90% delle persone entra ed esce in modo spensierato senza fermarsi a riflettere. In alcuni casi però può diventare un gioco, uno scenario che crea un’atmosfera particolare, un’esperienza unica a cui partecipare. Ciò che mi aspetto è che i visitatori partecipino all’esperienza, che succeda qualcosa nella loro mente, oppure no, non è importante. E’ molto interessante anche il fatto che in quel momento la mente sia completamente svuotata, senza pensieri, fa parte dei nostri processi mentali e dell’esperienza che propongo. E’ un’esperienza soggettiva.

L’atteggiamento con cui le persone affrontano la società e le sue architetture è altrettanto soggettivo e può essere superficiale o attento, negativo o positivo. Quando passeggiamo in mezzo al traffico per le strade di una città, molte cose succedono intorno a noi ma non le notiamo o non ce le ricordiamo. Esattamente come nella nostra vita non notiamo o ricordiamo tutto ciò che ci accade intorno, anche se ci coinvolge, se non ciò che è stato eccezionale. Sappiamo magari che è accaduto, ma lo dimentichiamo a meno che qualcosa di speciale non lo riporti alla mente.”

H.H.Lim, 2019, ph. by Diana Cicognini

Fino all’8 Marzo 2020
“Urban Interactions”
Biennale di Urbanistica e Architettura di Shenzhen (UABB)
Shenzhen, China

“Eyes of The City”, curata da Carlo Ratti insieme al Politecnico di Torino (Michele Bonino) e alla South China University of Technology (Sun Yimin), Daniele Belleri [CRA], Edoardo Bruno, Xu Haohao e, infine, il Politecnico di Milano (Adalberto Del Bo).

“Ascending City” curata dall’accademico cinese Meng Jianmin e dal curatore e critico d’arte italiano Fabio Cavallucci insieme al Science and Human Imagination Center of Southern University of Science and Technology (Wu Yan), Chen Qiufan, Manuela Lietti, Wang Kuan e Zhang Li.

www.eyesofthecity.net
www.szhkbiennale.org
www.carloratti.com

About Diana Cicognini

Diana. Dea cacciatrice! Il mio territorio è Milano, la mia preda l'Arte ... che racconto, scrivo, disegno e metto in mostra. Giornalista pubblicista, la mia Nikon mi accompagna sempre per testimoniare la bellezza e là dove il mio obiettivo fotografico non arriva...un grazie dichiarato ad artisti, gallerie ed uffici stampa che mi concedono "uno scatto" per le mie parole.
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