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Cesare Berlingeri – Il silenzio della materia

Presentazione del Volume d’arte di Cesare Berlingeri, a cura di Maurizio Vanni, con prefazione di Tommaso Trini, editato da Giampaolo Prearo e prodotto dall’Associazione Culturale Spirale d’Idee in collaborazione con l’ Archivio Berlingeri.

Il volume, un’edizione di pregio di oltre 400 pagine, si propone di documentare 50 anni di storia di uno dei più importanti artisti italiani, dal 1968 sino alla grande Mostra antologica che verrà realizzata nel 2019 al Marca di Catanzaro.

Autoritratto-24×195-Olio-su-tavola-1966
Piegatura-1990-Olio-e-pigmento-su-tela-piegata-35-x40-cm

Altamente creativo, solitario ma non isolato, tenace nell’essere mobile, Cesare Berlingeri ha arricchito l’arte di un’ampia opera dall’innovativo registro sia plastico sia cromatico, a raggio internazionale, vivendo e lavorando in terra natale, la Calabria, un’unità circondata da tre mari – come se i contorni delle pieghe aprissero un luogo infinito che fosse pieno di angoli come la vita.

Nella prefazione al volume d’arte, cosi definisce Cesare Berlingeri Tommaso Trini:

“… Le pitture piegate di Cesare Berlingeri sono la più originale opera d’arte emersa in Italia nella seconda metà del decennio 1970. Ciascuna di esse si espande all’interno e sui contorni di una tela unica, le cui superfici variamente irrorate di colore e grafie vengono di-spiegate in uno o più strati, aprendo volumi performativi di visibilità/ invisibilità tra la luce, l’ombra, il buio. E’ come vedere un cosmo minimo dall’esterno, fermo al big bang dell’atto creativo, se non un sudario per gli sguardi ermeneutici dei vedenti. E’ una pittura performativa che vediamo scolpita da uno strato di ignoto.”

2006-L-enigma-di-una-notte-Tecnica-mista-su-tela-piegata-246-x-168-x-cm
1997-In-luce-Olio-su-tela-115-x-130-cm

Nel decennio 1970 l’artista in formazione ricercava fra i sentieri della Conceptual art tesa alla filosofia dei testi scortati da immagini, e l’avanguardia strutturale della Minimal art, e il rigonfiarsi dei quadri astrattisti già monocromi nella volumetria iconica delle pitture come oggetti. Altri si sarebbero invece arresi al revival di pie correnti pittoriche già espressioniste o metafisiche. Berlingeri avanzò contro quel senso di marcia senza regredire di un passo, lavorando per necessità in teatro anche come pittore di scena. La questione posta dalle sue prime pittura piegate o avvolte, che risalgono al 1978, può essere così sintetizzata: ogni costrutto visivo-plastico è un oggetto in sé, globale se non del tutto sferico, le cui ondulazioni oscillano tra il visibile e l’invisibile, quale che sia il medium utilizzato (scritto, vuoto, raro, orale o architettonico) verso la precisione dell’intento.

Così Berlingeri, mentre si affermava, spiegherà in seguito il proprio concetto: “Ciò che è dipinto in queste opere è il passaggio delle immagini pensate, vale a dire l’entrata nell’ occultamento, il ritorno alle ombre, all’oscurità. Nei miei dipinti piegati, costituiti da più superfici sovrapposte, la superficie esterna è la prima immagine che nasconde totalmente o parzialmente le altre. La loro è una struttura dalle facce infinite. In tale struttura è il tempo stesso, imprigionato nello spazio, a creare la distanza. La luce mette in discussione la forma e le consente di emergere attraverso il dialogo con l’ombra, creando il mistero del non visto proprio per la sua tridimensionale fisicità.” (2003) Ecco la vera sostanza della sua opera, tanto più preziosa quanto più è rara altrove.

Cesare Berlingeri – Il silenzio della materia

Cesare Berlingeri – Il silenzio della materia

mercoledì 4 luglio dalle ore 18:30 alle ore 20:30

Chiostro del Bramante

via Arco della Pace, 5, 00186 Roma

Blu-oltremare-1989-Pigment-on-folded-canvas-50×40-cm

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