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Alessandro Burbank. Poet and Social Media Content Creator

Alessandro Burbank

Alessandro Burbank è poeta, performer, promotore di eventi culturali. Nell’ottobre 2019 organizza e coordina a Palazzo Grassi e Punta della Dogana a Venezia, il workshop Ekphrasis – L’arte di descrivere l’arte -, che unisce poesia e arte contemporanea.

Nel dicembre 2019 prende parte al Workshop organizzato presso il Castello di Rivoli, Museo di arte contemporanea in collaborazione con Next Atlas e Gianluigi Ricuperati dal titolo Literary Social Media Content Creator. Canale Arte ha realizzato una serie di interviste sul laboratorio ideato da Gianluigi Ricuperati. Qui pubblichiamo la prima parte del nostro incontro con Alessandro Burbank.

Ivan Fassio: Grazie a un’idea di Gianluigi Ricuperati, è nato un laboratorio di formazione per una innovativa scrittura divulgativa destinata alla comunicazione dell’arte contemporanea. L’originalità sta proprio nello sguardo attento alle radici comuni delle arti, alla multidisciplinarietà fondante di più settori che spesso appaiono separati e distanti: poesia, comunicazione, arte visiva, allestimento, intervento performativo, metodologia, critica e teoria. Alessandro Burbank, quale ruolo possono acquisire i poeti e, in generale, gli sperimentatori del linguaggio, all’interno dei nuovi sistemi di comunicazione della cultura (social network, condivisione veloce, interazione diretta tra pubblico e operatori)?

Alessandro Burbank: La difficoltà che si cela dietro la tua domanda sta tutta nel riconoscere al poeta il ruolo di artista. Una volta chiarito questo si potrebbe dire che un poeta inserito in un contesto dove non lo si conosce deve innanzitutto farsi conoscere. Sembra banale, ma è necessario. Io ho sempre sofferto le possibilità destinate ad altre categorie dell’arte che potevano spendere le proprie competenze in settori che li remuneravano (fotografi – matrimoni – design – grafica – registi – videomaking etc) potendo così mantenersi e mantenere la propria arte. Il poeta dunque può solo poetare? No, il poeta ha dovuto portare per anni la più fragile fra le arti e cercare di farla accettare, prima a se stesso, poi alla famiglia, poi agli altri (di cui il pubblico). In questo senso, e dopo non poche riflessioni e crisi personali ho deciso rendere pubblico il mio essere poeta, artista che fa poesia. Da qui ho cominciato a presentare progetti, organizzare eventi, divulgare, partecipare sempre, esponendomi come tale, maturando una certa coscienza. E’ importante che chi abbraccia la poesia ma non intraprende la carriera accademica dimostri oltre lo studio personale, una capacità ”manageriale” per la cultura, oltre a quello che deve fare per organizzare se stesso, capire quello che può fare per gli altri e dunque per la poesia. E’ un discorso difficile da descrivere qui in poche righe, ma basti pensare al senso di colpa che descrive Spatola nel suo rinomato saggio ”verso la poesia totale”. Fuggire da quel senso di colpa diffuso che riguarda la poesia, portarla invece con orgoglio, imparando a difenderla dagli attacchi reazionari che vorrebbero la poesia un’arte per pochi, indecifrabile, altolocata e riservata a una certa categoria di intellettuali. Per capire il mio ragionamento fino a qui, sostituisci poesia a pittura (può la pittura essere riservata a una certa categoria di intellettuali? Certo, ma una pittura, non la pittura o la musica, certa musica. Capito?) Per venire invece allo specifico del workshop e alla luce di quanto ho potuto scrivere qui sopra grazie alla tua interessante domanda, credo che il nodo stia nel rapporto con l’Arte Contemporanea e gli spazi museali con cui la poesia condivide molto. Dunque non sarebbe valso altro tipo di workshop per quanto mi riguarda, ma nello specifico questo al Castello di Rivoli sia per il contesto sia per l’oggetto. E’ stato entusiasmante partecipare a una situazione sui generis dove alla poesia si chiedeva qualcosa oltre se stessa, con ospiti azzeccati e abbinando molti saperi diversi.

I.F.: Alessandro Burbank ha coordinato eventi e workshop, lavorando con l’arte visiva e la poesia. Può una pratica di riavvicinamento tra poesia e arte contemporanea aiutarci a ridefinire il ruolo della scrittura non soltanto all’interno delle dinamiche di settore, ma nell’orizzonte più ampio delle relazioni sociali?

Alessandro Burbank: Certo! Poesia e Arte Contemporanea, essendo a loro modo fragili (fragilissime) ma potenti, hanno molto in comune. Bisognerebbe trovare le parole chiave, le persone giuste, i momenti, che come sempre caratterizzano gli eventi storici; io dal canto mio esprimo la mia curiosità in punta di piedi cercando di capire questo mondo, nuovo, portando la mia indagine affascinata sopratutto dalla libertà di pensiero che si nasconde dietro ogni opera d’arte contemporanea, per aggiungere forza e dignità alla mia poesia.

About Ivan Fassio

Poeta, scrittore, curatore d'arte contemporanea.
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