La mostra Tomás Saraceno. Aria inaugurata a Palazzo Strozzi lo scorso febbraio e prevista fino al 19 luglio (con l’augurio che si riesca ancora a visitare) porta all’attenzione argomenti quanto mai attuali, dimostrando quanto l’Arte possa essere profetica e interprete del proprio tempo.

Il progetto di mostra, a cura del Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi Arturo Galansino, esplora, come è nella poetica dell’artista argentino, le possibilità e le nostre capacità di metterci in relazione con gli altri in modo nuovo, con prospettive e narrazioni che tengono conto della causa-effetto come elemento fondante delle connessioni fisiche ed emotive. L’esposizione prosegue con successo il format delle personali dedicate a grandi nomi dell’arte contemporanea, chiamati ad invadere le sale e la corte interna di Palazzo Strozzi con installazioni di notevole impatto: una formula che tiene conto del grande pubblico che accede a Palazzo Strozzi e per questo cerca di proporre – grazie ad un ottimo accompagnamento di pannelli esplicativi nelle sale, guide, didattica, interazioni giocose e partecipative – chiavi di letture adatte ad ogni tipo di fruitore, anche per quello meno abituato a frequentare l’arte contemporanea, e questo senza perderne in qualità. Una scelta premiata da una crescita rilevante di visitatori: la mostra dedicata a Marina Abramovic è stata tra le mostre di arte contemporanea più visitate nel 2019.

In Aria Saraceno riflette su arte, scienze naturali e rapporti sociali con opere immersive di grande coinvolgimento emotivo e intensa suggestione visiva: negli spazi di rinascimentale perfezione di Palazzo Strozzi (dove il serrato confronto tra l’ arte contemporanea e il contesto classico dell’edificio rinascimentale ha regalato già in passato stranianti visioni che ricordano certe inquadrature di Kubrick – si pensi agli imponenti scivoli di Carsten Höller nel 2018 -) l’artista sviluppa i propri mondi fatti di ragnatele come opere d’arte, una visione cosmica intessuta di geometrie, vibrazioni, suoni, ombre, equilibri, natura sospesa o rovesciata, dove il visitatore è invitato ad entrare in connessione con fenomeni ed elementi non umani come polvere, ragni e piante, qui finalmente protagonisti e chiare metafore della nostra percezione e del nostro posizionamento nel cosmo, sempre meno uomo-centrico. “L’arte di Tomás Saraceno ci fa riflettere su problemi e sfide caratteristici della nostra era – l’Antropocene divenuti sempre più urgenti, come l’inquinamento, i cambiamenti climatici, la sostenibilità, il superamento di barriere

geografiche e sociali” afferma Arturo Galansino[…]“A Palazzo Strozzi la ricerca artistica di Tomás, che con la sua visione aperta e interconnessa schiude mondi utopici e allo stesso tempo reali, viene ulteriormente amplificata di senso e resa esteticamente unica dal confronto con il nostro edificio, sim-bolo dell’Umanesimo. Il titolo della mostra – Aria – oltre a riferirsi a temi ed elementi caratteristici del lavoro dell’artista, vuole essere un monito al rispetto del pianeta e della sua atmosfera, ormai criticamente compromessa, e prefigurare il passaggio ad una nuova era geologica – l’Aerocene – incentrata proprio su questo preziosissimo elemento, ha anche implicazioni musicali, data la presenza nell’esposizio ne del ritmo delle vibrazioni delle ragnatele e della sonificazione delle onde gravitazionali provenienti dall’Universo. Un approccio interdisciplinare che ci fa percepire la complessa rete che collega l’uomo sia al microcosmo delle particelle, sia al macrocosmo dei mondi”. Invitando i visitatori a riflettere sulla figura del ragno e della sua tela, protagonisti di molte delle sue opere, il percorso di mostra si snoda intorno alla serie delle Arachnomancy Cards (Carte da Aracnomanzia), trentatré carte pensate dall’artista che diventano metafore dei legami tra tutto ciò che esiste in natura, vivente e non vivente.

Saraceno trasforma Palazzo Strozzi in uno spazio di immaginazione e partecipazione per andare oltre un’ideologia antropocentrica ed esaltare i valori di diversità, cooperazione e interconnessione. Dal cortile la mostra prosegue all’interno dell’edificio in un percorso tra grandi installazioni che consentono di immergersi in ambienti evocativi per immaginare futuri alternativi. Nella prima sala i visitatori si trovano all’interno dell’installazione Connectome (Connettoma), che prende ilnome dalla mappa delle connessioni neurali del cervello, composta da un insieme di sculture poliedriche sospese, modellate sulla forma delle bolle di sapone. Il percorso prosegue con gli ambienti dedicati a Sounding the Air (Suonando l’aria) e Webs of Attent(s)ion(Reti di attez(s)ione), in cui i visitatori sono chiamati a immergersi nei mondi sensoriali delle ragnatele e delle atmosfere che li caratterizzano; How to Entangle the Universe in a Spider/Web? (Come impigliare l’Universo in una ragnatela?) studio sulla relazione tra diverse dimensioni, con la ragnatela che diviene immagine dell’Universo; Passages of Time (Passaggi del tempo) e Aerographies (Aerografie), che evocano un suggestivo parallelismo tra polvere cosmica e inquinamento attraverso il movimento dell’aria nello spazio; A Thermodynamic Imaginary (un immaginario termodinamico), coinvolgente esperienza che rievoca il cosmo in modo immersivo; Flying Garden, biosfere in vetro sospese

contenenti delle piante che diventano provocazioni scultoree per mettere in discussione i concetti di confine e territorio. Oracolo del nostro passato, presente e futuro, il ragno è metaforadella mostra. Estensione del suo sistema sensoriale e cognitivo, la tela è il mezzo con cui comunica e si orienta nel mondo ma, analogamente alla mappa neuronale del nostro cervello, è anche la base della sua consapevolezza.
La collaborazione di Saraceno con i ragni offre un modo per connetterci con il loro mondo e un’occasione per superare le nostre tradizionali strutture gerarchiche.A Palazzo Strozzi nove degli ambienti della mostra sono associati a una carta che diviene una sorta di araldoche collega tra loro i contenuti di ogni spazio, creando inaspettate connessioni tra elementi apparentemente lontani. Un ulteriore ambiente è dedicato alla serie completa delle trentatré carte: durante il periodo della mostra è possibile prenotarsi la lettura delle Carte da Aracnomanzia; attraverso l’App Arachnomancy tutti i visitatori sono invitati a sviluppare nuovi sistemi di percezione e di consultazione degli “oracoli ragnatele”. I visitatori possono documentare le ragnatele che incontrano nella vita quotidiana e partecipare all’esercizio collettivo Mapping again Extinction, fotografando , in un database, questi oracoli che spesso passano inosservati o vengono eliminati.

Da sottolineare, in tempi di chiusura della mostra e delle attività di Palazzo Strozzi a causa dell’emergenza sanitaria, il progetto In Contatto ideato da Arturo Galansino, che si è dimostrato un direttore particolarmente attento e sensibile nell’individuare, nella grande offerta di prodotti social non sempre efficaci, un palinsesto di grande incisività: una piattaforma di testi, immagini, video, storie e approfondimenti a cura del comitato scientifico della Fondazione e messo a disposizione di tutti, nato con la volontà di stimolare a distanza una riflessione attraverso il linguaggio dell’arte. Un progetto in divenire, articolato in diversi appuntamenti (alcune dedicati alla mostra in corso come il bell’approfondimento Utopia e libertà: tra Italo Calvino e Tomás Saraceno a cura dello stesso Galansino e Ludovica Sebregondi) e iniziative che stanno avendo ottimi riscontri online e grande eco sulla stampa nazionale e internazionale: grandissimo riscontro hanno avuto i video messaggi che alcuni grandi artisti che hanno esposto a Palazzo Strozzi e che sono particolarmente legati all’istituzione hanno realizzato in esclusiva: Ai Weiwei, Tomás Saraceno, Marina Abramović e Jeff Koons; il loro interventi hanno dato visibilità globale a questo progetto e alla piattaforma del Museo; un’altra dimostrazione della grande possibilità di interconnessione emotiva in questi nostri tempi, dove ognuno di noi è parte essenziale di un intero, complesso sistema di azioni e reazioni.
La mostra è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e dallo Studio Tomás Saraceno, con il sostegno di Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze e Fondazione CR Firenze, con il supporto di Terna. In collaborazione con Manifattura Tabacchi e con la partecipazione di Istituto Europeo di Design (IED).
Per info
Palazzo Strozzi _ Firenze