Ha inaugurato lo scorso 30 ottobre nella Galleria Sabauda di Torino Sulle tracce di Raffaello, visibile, salvo restrizioni dovute all’emergenza sanitaria, sino al 14 marzo 2021.
I Musei Reali rendono omaggio al grande maestro di Urbino con una mostra che illustra la diffusione dei modelli derivati dalla sua opera dalla prima metà del Cinquecento alla fine dell’Ottocento, in Piemonte e nelle raccolte dei Savoia, attraverso dipinti, incisioni e oggetti di arte decorativa. Il percorso espositivo illustra l’arte di Raffaello attraverso 33 opere che derivano direttamente dai suoi modelli, sia mediante la pratica della copia sia con la libera reinterpretazione delle sue invenzioni. Lo stile del maestro, caratterizzato da dolcezza ed eleganza, da straordinaria abilità disegnativa, da cromie preziose e da un perfetto equilibrio compositivo, è diventato un punto di riferimento per generazioni, tanto da costituire ancora oggi un modello imprescindibile.
L’esposizione, sostenuta dal Comitato nazionale per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Raffaello istituito presso il MiBACT, è frutto di una scelta accurata e di raffinata selezione di opere che raccontano la fortuna critica di Raffaello nel tempo e l’influenza del Maestro sui pittori e sul collezionismo sabaudo, ma si offre anche come occasione per rinnovare una preziosa partnership con Intesa Sanpaolo che ha permesso una concreta collaborazione con il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale.
Nello specifico il Gruppo Intesa ha partecipato al restauro dell’opera Madonna della Tenda, affidato dai Musei Reali alla Fondazione Centro Conservazione Restauro «La Venaria Reale» e sosterrà inoltre il progetto di catalogazione e studio dei disegni rinascimentali legati a Raffaello e alla sua scuola conservati in Biblioteca Reale, mostra che inaugurerà successivamente, dal 1° dicembre 2020 al 14 marzo 2021. Questo impegno della Banca si inquadra nell’elaborazione di Progetto Cultura, piano triennale di valorizzazione e tutela del patrimonio storico-artistico, architettonico e archivistico del Gruppo, con attività culturali proprie e in collaborazione con altri soggetti in Italia e all’estero, incluse esposizioni permanenti e temporanee del suo vasto patrimonio artistico presso le Gallerie d’Italia, i musei del Gruppo a Milano, Napoli e Vicenza e prossimamente proprio a Torino, con il nuovo museo della Banca che vedrà la luce in Piazza San Carlo, nella sede storica del Gruppo, che avrà come principale protagonista il mondo della fotografia. Da ricordare inoltre che dal 1989 il programma Restituzioni cura e sostiene il restauro di opere del patrimonio italiano individuate in collaborazione con gli organismi ministeriali di tutela.
“Non è mai stato così importante, come in questo momento, sostenere il mondo della cultura e Intesa Sanpaolo si conferma ancora una volta solida presenza al fianco delle istituzioni pubbliche, di Torino e del Paese. Il Progetto Cultura della nostra Banca continua e rafforza il proprio impegno nel difendere e promuovere il valore del patrimonio d’arte italiano, che trova proprio nella pittura di Raffaello una delle più belle e alte espressioni”, ha dichiarato Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo.
Quest’anno Intesa Sanpaolo ha allargato ulteriormente i propri confini sostenendo come sponsor la grande mostra monografica dedicata ad Artemisia Gentileschi (1593–1654 circa), la prima nel Regno Unito, in programma dal 3 ottobre 2020 al 24 gennaio 2021 alla National Gallery di Londra: la mostra su Artemisia Gentileschi è parte di un progetto espositivo condiviso tra Intesa Sanpaolo e la National Gallery che prevede nel 2022 un’esposizione dedicata alla celebre artista anche alle Gallerie d’Italia di Napoli. Curatori Gabriele Finaldi – Direttore della National Gallery – e Letizia Treves – The James and Sarah Sassoon Curator of Later Italian Paintings. La mostra londinese vanta anche la presenza di un’opera raramente concessa in prestito, “San Gennaro nell’anfiteatro di Pozzuoli” dal Duomo di Pozzuoli a Napoli, e che suggella concretamente questa prestigiosa collaborazione.
Ma Intesa guarda da tempo anche al contemporaneo e al recupero con inyterventi mirati sul territorio: è proprio di questi giorni il restauro e la ricollocazione dell’opera “La Totalità” del Maestro Costas Varotsos nella sua nuova sede all’interno del Giardino Grosa, zona verde a fianco al grattacielo Intesa Sanpaolo: anche quest’opera è stata seguita dal Centro Conservazione Restauro La Venaria Reale che ha lavorato a stretto contatto con il celebre scultore ateniese, che aveva progettato la scultura per la città di Torino nel 1999.
“Abbiamo accolto con grande entusiasmo l’affidamento di questo straordinario caso di studio da parte dei Musei Reali – afferma Stefano Trucco, Presidente del Centro Conservazione Restauro La Venaria Reale, riferendosi al restauro della Madonna della Tenda, – e ringraziamo Intesa Sanpaolo per aver contribuito al sostegno delle operazioni. Nel corso dei lavori il nostro gruppo di lavoro interdisciplinare ha potuto confrontarsi sulle problematiche tecniche e scientifiche con i principali istituti e laboratori di ricerca, allargando le collaborazioni e la rete usuale di partnership. Siamo particolarmente felici – conclude Trucco – di aver contribuito al processo di conoscenza innescato dai Musei Reali, che si presenta oggi in questa Mostra, e siamo convinti che il restauro sia sempre più un momento di crescita e di scambio professionale per tutti gli enti coinvolti”.
La prima parte del percorso espositivo dedicato a Raffaello è dedicata alle copie antiche della famosa Madonna d’Orléans, opera giovanile di Raffaello forse appartenuta al duca Carlo II di Savoia, oggi conservata presso il Museo Condé di Chantilly e replicata già nella prima metà del Cinquecento da alcuni dei principali artisti attivi in area piemontese. Deriva da un modello raffaellesco anche la già citata Madonna della Tenda: Ritenuta all’inizio dell’Ottocento opera autografa del maestro e venduta come tale nel 1828 al principe di Carignano Carlo Alberto, è stata poi attribuita a collaboratori come Perin del Vaga e Giovan Francesco Penni. Gli approfondimenti condotti in occasione della mostra propendono invece per una realizzazione intorno al 1530-1540 a Firenze, in una prestigiosa officina come quella di Andrea del Sarto.
La seconda parte della mostra presenta una selezione di stampe di soggetto sacro, mitologico e allegorico, dove i modelli di Raffaello sono rivisitati con formidabile perizia tecnica e originale sensibilità chiaroscurale. La circolazione dei modelli attraverso repertori e raccolte di stampe è documentata anche nelle arti minori, come attestano l’arazzo fiammingo con L’ingresso degli animali nell’arca di Noè, che cita le Stanze Vaticane, e gli smalti su porcellana del pittore ginevrino Abraham Constantin, testimone della fase ottocentesca del culto di Raffaello. L’itinerario si completa lungo il percorso di visita al primo piano della Galleria Sabauda, dove sono esposte opere di autori cinquecenteschi che si misurarono con Raffaello e con l’ideale di un’arte di insuperata perfezione.
“Raffaello ha rappresentato, nei secoli, l’interprete sommo della bellezza e della grazia. Un genio capace di coniugare l’armonia formale con il palpito della vita – dichiara Enrica Pagella, Direttrice dei Musei Reali di Torino -. In questa mostra dossier abbiamo raccolto alcuni episodi della seduzione da lui esercitata sui principi di Savoia, con opere ancora poco note, che sono state studiate e restaurate per questa occasione. È un percorso ricco di curiosità e di sorprese, e sono grata a Intesa Sanpaolo per averlo sostenuto e ai restauratori del Centro della Venaria Reale per averci aiutato nella ricerca. Una collaborazione che è, insieme alla mostra, un segno della vita che continua e che ci aiuta forse a guardare oltre alle incertezze e alle paure del tempo presente”.
La mostra è visitabile dal giovedì alla domenica dalle 10 alle 18 con il biglietto ordinario dei Musei Reali.
Per ulteriori informazioni:
Musei Reali Torino