
Dal 26 settembre 2025 al febbraio 2026 il Castello di Rivoli inaugura Inserzioni, un nuovo format espositivo pensato per celebrare i quarant’anni del museo e allo stesso tempo rinnovarne la vocazione sperimentale.
Il progetto, che sarà ripetuto due volte l’anno, invita alcuni tra gli artisti più interessanti del panorama internazionale a realizzare opere inedite concepite per dialogare con le sale storiche della residenza sabauda, trasformando spazi solitamente dedicati alla Collezione permanente in un terreno vivo e mutevole. Per questa prima edizione i protagonisti sono Guglielmo Castelli, Lydia Ourahmane e Oscar Murillo, tre artisti che con linguaggi differenti affrontano temi urgenti e universali, dando vita a un percorso che mette in relazione passato e presente attraverso la forza visionaria dell’arte.
Il progetto nasce nel solco della storica mostra inaugurale Ouverture del 1984, quando il primo direttore Rudi Fuchs invitò una nuova generazione di artisti a confrontarsi direttamente con l’architettura incompiuta del Castello. Allo stesso modo, oggi Inserzioni si pone come una piattaforma che mette al centro la creatività individuale, sottolineando come il museo sia innanzitutto un luogo di dialogo con gli artisti e con le loro ricerche. “Con Inserzioni intendiamo riaffermare l’apertura del Castello di Rivoli alle voci più radicali e diverse della scena contemporanea – afferma il direttore Francesco Manacorda – perché la storia di un museo non è mai soltanto un archivio del passato, ma un processo in continuo divenire che deve rispecchiare la complessità del nostro tempo”.

Il percorso prende forma attraverso tre interventi molto diversi. Nella sala affrescata dei Continenti, Guglielmo Castelli mette in scena un gruppo di sculture delicate e teatrali che fanno uscire i suoi personaggi dalle tele per animare ambienti immaginari, mentre una serie di nuovi dipinti, tra cui una tela monumentale, restituisce atmosfere dense di cadute e tentativi interrotti. Lydia Ourahmane, in collaborazione con la sorella Sarah, presenta Per voce, una composizione per cantanti ciechi che trasforma la partitura in Braille incisa sulle pareti in un’esperienza sonora e corporea, capace di far vivere l’architettura come spartito musicale.
Oscar Murillo, infine, occupa la Sala 18 con A see of history, un’installazione immersiva composta da 48 tele intrecciate della serie Disrupted Frequencies, nate dal progetto globale Frequencies che dal 2013 raccoglie i segni lasciati dagli studenti sui banchi di scuola di tutto il mondo e che qui si trasformano in un tappeto blu sospeso tra oceano e cielo, metafora di un tempo fluido e di confini continuamente ridefiniti. Appese a 50 centimetri da terra. Per osservarli i visitatori sono dotati di speciali carrellini e torce da fissare al capo.

Parallelamente, il Castello arricchisce la sua Collezione con nuove acquisizioni: Culture Lost and Learned by Heart: Butterfly di Adji Dieye, vincitrice del Premio Collective 2025, che esplora il rapporto tra immagine, memoria e identità collettiva; Mare con gabbiano di Piero Gilardi, uno dei primi Tappeti-natura che anticiparono la sensibilità ecologista e che viene ora presentato in una sala dedicata insieme ad altri lavori e materiali d’archivio; a.C. di Roberto Cuoghi, una serie fotografica inedita legata al progetto Imitatio Christi sviluppato per la Biennale di Venezia del 2017.
Con questo nuovo ciclo di commissioni il Castello di Rivoli ribadisce la propria natura di istituzione aperta e incompiuta, pronta a farsi completare dagli interventi degli artisti, capace di trasformare la sua architettura e la sua storia in uno spazio condiviso, in continua trasformazione, dove ogni inserzione diventa parte di un racconto corale.

In parallelo, la Fondazione Francesco Federico Cerruti per l’Arte presenta la programmazione autunnale 2025 con un calendario che intreccia le sue tre principali linee di attività: Interferenze, Confluenze e i Quaderni di Fisica e Metafisica, dando vita a un percorso in cui la casa-museo diventa un laboratorio aperto e dinamico.
Il programma Interferenze, avviato nel 2024, introduce opere di artisti contemporanei all’interno delle sale della Collezione, generando cortocircuiti creativi che mettono in dialogo il patrimonio storico con le tensioni e i linguaggi del presente, restituendo nuove prospettive di lettura e aprendo la Collezione a stimoli inattesi. La prima interferenza autunnale è affidata ad Alessandra Ferrini con l’opera video Unsettling Genealogies (2024), che indaga le eredità del colonialismo e del fascismo italiano intrecciando vicende familiari, microstorie e archivi pubblici. Il video prende spunto da una fotografia di Giuseppe Volpi, conte di Misurata, durante la Mostra del Cinema di Venezia del 1935, e attraverso un’installazione composta da due ambienti, uno domestico e uno istituzionale, mette in scena la tensione tra memoria individuale e collettiva, riflettendo sul rapporto tra estetica, ideologia e propaganda, e rivelando come le strutture culturali continuino a riverberare nel presente. Faranno seguito le interferenze di Gala Porras-Kim e Enrico David, ciascuna concepita come un’occasione per generare nuove connessioni e interpretazioni tra la Collezione e la contemporaneità.
Il programma Confluenze propone invece un approccio basato sul prestito e sulla rilettura critica di opere iconiche, instaurando un dialogo tra la Collezione Cerruti e istituzioni esterne. Da settembre 2025 a gennaio 2026, la casa-museo ospita il dipinto Bambina x balcone (1912) di Giacomo Balla, proveniente dalla Galleria d’Arte Moderna di Milano, che si confronta con cinque opere già presenti nella Collezione. Il percorso attraversa l’intera produzione dell’artista, dai pastelli giovanili come La Seducente e Via Po, al dinamismo futurista di Velocità astratta e Orbite celesti, fino al Piccolo autoritratto del 1920, rivelando la capacità di Balla di restituire movimento, luce e modernità attraverso tecniche e segni sempre in dialogo tra loro. Il prestito e il riallestimento delle opere aprono nuove traiettorie di lettura, mostrando la Collezione non come archivio statico ma come organismo vivente, capace di trasformarsi grazie al confronto tra capolavori storici e nuove interpretazioni.
Completano il quadro i Quaderni di Fisica e Metafisica, pubblicati da Allemandi e curati nei primi tre numeri da Andrea Cortellessa, che trasformano la forma editoriale in un’estensione della Collezione stessa. Ogni volume diventa un esercizio critico in cui ricerca scientifica, riflessione filosofica, contributi di artisti e scrittori si intrecciano per generare un dialogo aperto tra saperi diversi, consolidando l’idea della Collezione come organismo vivo e dinamico. In questo senso, la Fondazione Cerruti e il Castello di Rivoli condividono un approccio affine: luoghi in cui storia e contemporaneità si incontrano, le opere diventano strumenti di dialogo e le istituzioni museali si trasformano in spazi di riflessione e scoperta, capaci di accogliere tensioni, idee e visioni nuove, confermando che l’arte, per essere pienamente viva, deve sempre aprirsi al presente e alle sue sfide.
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