Raccolto Poetico. Esperimento Estetico Editoriale

Raccolto Poetico, a cura di Gaia Dallera, opere di Riccardo Cecchetti
Raccolto Poetico, a cura di Gaia Dallera, opere di Riccardo Cecchetti

Raccolto Poetico è un esperimento poetico editoriale a cura di Gaia Dallera. Inaugurazione domani 20 aprile dalle 19 presso Spazio Parentesi in via Belfiore 19 a Torino. Gli spettatori sono chiamati alla composizione di un libro originale, in tiratura limitata di 23 copie, scegliendo dai testi poetici di alcuni autori contemporanei;  Davide Bava, Alessio Cannarozzo, Riccardo Cecchetti, Gaia Dallera, Icaro Ravasi, Michele Truglia; e da alcune scelte antologiche da opere di classici e di autori storicamente riconosciuti.

Nell’ambito della mostra “Verso le Direzioni” di Matteo Basso e Roberto Pelusio, Raccolto Poetico con i lavori letterari di Davide Bava, Alessio Cannarozzo, Riccardo Cecchetti, Gaia Dallera, Icaro Ravasi, Michele Truglia, Natale Platania. Durante l’inaugurazione, letture degli autori presenti. Canale Arte propone qui una serie di testi critici e creativi di avvicinamento a questa particolare ricerca editoriale e di attribuzione di riconoscimento. Durante l’inaugurazione,  intervento del critico Gabriele Perretta, docente di Estetica a Brera e alla Sorbona, e di Natale Platania, docente di Scultura all’Accademia di Catania.

Raccolto Poetico. Inaugurazione venerdì 20 aprile 2018, a partire dalle 18.00, fino al 24 aprile, tutti i giorni 15.00 / 20.00 e su appuntamento 3382270563

Spazio Parentesi – via Belfiore, 19 – Torino

Il Raccolto è l’Opera: il Poeta composito di differenti autori si presenta come l’Unico. Nel momento che lo accomuna, slegato da ogni riferimento, disorienta dal protagonista: il concetto. Senza referente si manifesta, nell’esperienza si richiama l’intuizione. L’esperimento è del tutto sentimentale: riconoscere il giudizio del bello. (Gaia Dallera)

Visitatore, spettatore, lettore, fruitore. Di volta in volta, ecco a te l’immagine spoglia, orfana, pura ed ausiliatrice, da costruire. Inaudita o tentatrice, ovvero provocatrice.

La condizione del disegno è un tracciato perenne, latente. Invisibile, da sempre sottratto ai tuoi sensi per composizione vitale, tale solco soggiace soltanto all’idea. Quest’ultima, in quanto corporea consustanziazione dell’esigenza, parabola in nuce, parla sempre a te in controluce, negli interstizi immobilizzanti che ognuno di noi, meglio di un altro qualunque, conosce e frequenta. L’aurora, momento dischiuso in un palmo di stelle sbiadite, sta dove frigge l’attesa, quell’intuizione germoglio. Non ne abbiamo coscienza, quando scocca l’evento. Eppure, le vie che esso conduce all’animo umano sono triplici almeno. Il flusso costretto, concepito con gioia tra sé ed innumerevoli io; il dialogo intimo, che induce all’ascolto ogni eletto; la condivisione spettrale, poiché formula lingue e linguaggio, finanche la storia, e prevede il futuro. Che aggiungere ancora? Sogniamone un tanto a giornata, noi due, masticando di questa radice l’appendice spuntata. Qui, si scende negli inferi, come se fosse l’epifania dell’eterno. Poi si risale, sapendo ogni volta che il panorama ci ha trasfigurati, per giocare a vedersi, a scoprirci, e – se si è fortunati – a scambiare un abbraccio con l’immaginario che solo ci abita, seduce e consola.

Al di sotto della soglia di apprendimento e consapevolezza, si ordinano meccanismi ancora ignoti, elementari tasselli di circuiti inesplorati, strumenti per conoscenze di là da venire: labirintici ai nostri sensi e alla ragione, materie di studio per finora impensate scienze future, temi per indefinite e infinite forme dell’arte.

Terre promesse e, allo stesso tempo, galassie: qui, echeggia la risonanza multidimensionale di ogni evento. La zona umana è più di una costellazione complessa, per altra concezione e concessione. Se, ad un primo stadio del ritorno, decidiamo di ripopolarla e frequentarla con autenticità, ritroviamo l’illuminazione aurorale, in nudo codice.

Il concetto di subliminale, se assunto come categoria informante, può veicolarci in questo passaggio fondamentale della nostra ricerca. E non soltanto: la persuasione che tale modello implica, tanto opaca quanto liquida, per natura e definizione, sarà il fulcro su cui muovere le leve della percezione, per interrogare le corde della nostra acquisizione di dati nell’universo sensibile. È questo il tentativo, la tentazione: presentare distintamente l’intuizione che si fa sostanza, mostrare l’atto in quanto argomento. L’azione diventa metonimica a ritroso: una parte per il tutto e, allo stesso tempo, tutt’uno nella parte.

About Ivan Fassio

Poeta, scrittore, curatore d'arte contemporanea.

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