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Prender-si cura, Mattatoio, Roma

La residenza di Alexia Sarantopoulou

Diario di Prender-si cura. Un anno di residenze per le arti performative al Mattatoio.

È online il Diario di Prender-si cura, il programma di residenze produttive dedicate alle arti performative, ideato e curato da Ilaria Mancia, negli spazi della Pelanda del Mattatoio di Roma: un racconto che, in un momento di forzata interruzione della relazione tra spettatori e artisti, consente di entrare a contatto con la fase di ricerca che precede e accompagna la creazione di un lavoro artistico.
Un gruppo di artiste e artisti invitati a sviluppare la propria ricerca. Ricerche diverse che spaziano dalla danza alla performance, dall’arte visiva alla fotografia.

Monkeys VideoLab © 2020 Azienda Speciale Palaexpo

Prender-si cura si interroga sul concetto di residenza artistica e prende le mosse dal concetto socratico di epimèleia heautoù, prendersi cura del sé, della propria interiorità prima di dedicarsi all’attività pubblica e al rapporto con gli altri.

Prender-si cura è fatto di due movimenti ancora in fieri: dei dialoghi a distanza iniziati durante l’isolamento dovuto all’emergenza sanitaria e l’arrivo e il lavoro delle artiste e artisti nello spazio. Movimenti paralleli e intrecciati.

Prender-si cura scaturisce da alcune domande sul concetto di residenza artistica, smontandolo, aprendolo ed espandendolo. Momento cardine per la creazione contemporanea, quello della residenza per un artista è un tempo dedicato alla costruzione del lavoro e alla ricerca. La relazione con lo spazio e il contesto è centrale, in questo senso Prender-si cura vuole riflettere sulle relazioni messe in campo – artisti e curatori, artisti con artisti, artisti e pubblico – mettendole in discussione e rivedendole dal punto di vista della cura. Diventa, così, decisivo il sostegno logistico, teorico e produttivo al lavoro in un momento complesso come quello attuale.

Il percorso si è inserito nella programmazione dedicata agli spazi de La Pelanda per l’estate 2020,primo tassello per la creazione di un centro di produzione delle arti performative.
Il programma di residenze, avviato in risposta alla pandemia, proseguirà anche nel 2021 con nuovi protagonisti della scena contemporanea, invitati a produrre e fare ricerca in questo spazio, a fianco delle attività formative del Master PACS – Arti Performative e Spazi Comunitari.

Nonostante le difficoltà dell’anno trascorso, il Mattatoio ha tenuto viva la relazione con gli artisti aggiungendo un ulteriore tassello alla sua vocazione legata ai linguaggi performativi di teatro, musica, danza e arti visive: è diventato un luogo di produzione, orientato alla cura, al dialogo e al sostegno della ricerca artistica.

La residenza di Alexia Sarantopoulou

Il diario racconta oggi le riflessioni e le azioni degli artisti che hanno per primi partecipato a questo progetto: Giuseppe Vincent Giampino, Jacopo Jenna, Michele Rizzo, Luigi Presicce, Sara Leghissa, Annamaria Ajmone, Cristina Kristal Rizzo, Marina Donatone, Alexia Sarantopoulou. Alcuni dei lavori prodotti sono già stati presentati in importanti festival come Alcune Coreografie di Jacopo Jenna, che ha debuttato a Fies Festival XL, e TOCCARE. The white dance di Cristina Kristal Rizzo, presentato a Torino Danza e MilanoOltre Festival. E’ stato inoltre prodotto il video di Luigi Presicce dal titolo In Hoc signo vinces, ultimo dei dieci episodi de Le Storie della Vera Croce, ciclo che l’artista presenterà nella mostra in programma nei prossimi mesi al Mattatoio negli spazi del Padiglione 9B.

Il diario affianca ai dialoghi, svolti tra gli artisti e le curatrici Ilaria Mancia e Paola Granato nella fase precedente alle residenze, un’ampia documentazione fotografica del lavoro svolto in sala, lasciando parlare le immagini dei corpi colti nel momento di creazione. A questi si aggiunge una sezione di materiali bibliografici e videografici di approfondimento delle singole ricerche.

Questi appunti e queste immagini vogliono essere una chiave d’accesso a una fase che normalmente non è attraversata dallo sguardo degli spettatori, il racconto della costruzione di un lavoro artistico prima dello spettacolo.
Sottolineano le curatrici

Molte le tematiche emerse dai dialoghi riportati in questo diario, dal lavoro artistico al rapporto con la questione dell’archivio, da cosa significa fare ricerca oggi al significato di residenza artistica, per arrivare alla centralità del corpo in questo momento di “assenza e sospensione”.

La residenza di Jacopo Jenna

Strumento aperto e in evoluzione, il Diario si arricchirà dei contributi degli artisti che parteciperanno alle residenze dei prossimi mesi, a partire da Alessandro Sciarroni, artista Leone d’Oro alla carriera per la Danza nel 2019. Sciarroni torna in questi giorni negli spazi del Mattatoio dopo la performance Save the last dance for me, svoltasi la scorsa estate nel programma di Gaia, e il laboratorio che ha condotto nel mese di dicembre all’interno del programma del Master PACS. La sua residenza è rivolta alla fase iniziale di ricerca di un nuovo progetto, immaginato per spazi museali, non teatrali, per creare, in un’esperienza di lunga durata, una relazione di prossimità del pubblico con i performer, percepiti e osservati come opere d’arte visiva.

Tra i prossimi protagonisti delle residenze di Prender-si curaRoberto Fassone, Valentina Furian, Silvia Calderoni, Jacopo Benassi con Lady Maru. Ci saranno anche dei ritorni: artisti con cui si è consolidato un rapporto e un dialogo, che svolgeranno una nuova fase di ricerca negli spazi de La Pelanda, tra gli altri Sara Leghissa e Michele Rizzo, ospite nel corso di quest’anno per la produzione del suo lavoro Rest in mostra alla Quadriennale d’arte 2020.

I nuovi progetti riempiranno le pagine del Diario consentendo al pubblico di seguirne le evoluzioni, nell’attesa che la situazione sanitaria possa rendere possibili momenti di apertura degli spazi della Pelanda, con occasioni di attraversamento e studio visit all’interno di ciascuna residenza.

La residenza di Michele Rizzo

Le residenze del 2020

Michele Rizzo
 ha realizzato le opere scultoree che compongono il suo ultimo lavoro, performativo e installativo, Rest, in mostra alla Quadriennale d’arte 2020.
Coreografia di corpi scolpiti
Sara Leghissa ha iniziato la ricerca per un nuovo lavoro con la collaborazione di Manuela Schinina, sound designer, compositrice cinematografica e rumorista.
Tra visibile e invisibile – creare con lo spazio
Alexia Sarantopoulou ha lavorato con la performer e attrice Ondina Quadri per sviluppare la ricerca su Emilio, primo spettacolo di cui cura la regia.
Natura morta in movimento
Marina Donatone ha lavorato con la danzatrice Ilaria Quaglia per continuare la ricerca su LOOK MA, NO HANDS_a way to go (working title), primo suo spettacolo da coreografa.
Il margine tra scelta e resa
Annamaria Ajmone ha proseguito la ricerca relativa a NO RAMA – suo ultimo spettacolo che ha debuttato nel 2019 – e iniziare la ricerca per un nuovo lavoro.
Non essere al presente
Cristina Kristal Rizzo ha iniziato la ricerca per il suo ultimo lavoro TOCCARE the White Dance.
Un tocco che c’è ma non si vede
Luigi Presicce ha girato un video dal titolo In Hoc signo vinces, ultimo dei dieci episodi de Le Storie della Vera Croce, ciclo che l’artista ha iniziato nel 2012 e che sarà in mostra al Padiglione 9B del Mattatoio nell’ambito del programma Dispositivi Sensibili.
Storie che si fanno performance
Jacopo Jenna ha lavorato alla creazione dello spettacolo Alcune Coreografie, con la collaborazione artistica di Roberto Fassone e la partecipazione della danzatrice Ramona Caia.
Corpo, archivio e immagini – un continuo riverberare
Giuseppe Vincent Giampino ha sviluppato due lavori: Virtual², che lo vede in scena con la dance maker Cristina Kristal Rizzo, e FF, in cui collabora con il danzatore e coreografo Riccardo Guratti.
Oggetti sensibili della scena

La residenza di Luigi Presicce

Prender-si cura propone un abitare molteplice dello spazio. La Pelanda ospita, infatti, diverse progettualità, con un’attenzione particolare allo scambio tra i linguaggi e all’incontro fra artiste e artisti appartenenti a diverse generazioni. La sperimentazione viene infatti svincolata da una scadenza relativa a un risultato finale, nell’ascolto delle esigenze portate, anche, dal “nuovo” tempo in cui abitiamo.

Nel dare forma a questa co-creazione di uno stare insieme e di un nuovo attraversamento condiviso dello spazio si rafforza la collaborazione e complicità con Short Theatre, uno dei soggetti in residenza e partner di diverse progettualità artistiche che si concentrano sulle possibili strategie per ripensare lo spazio performativo. Una trasformazione che renda l’abitare e l’attraversare il luogo godibile sia per chi ne fruisce in qualità di spettatore, sia per chi lo abita in maniera più costante contribuendo alla sua esistenza.

Una parte del percorso è iniziata già da prima dell’arrivo degli artisti nello spazio de La Pelanda e continuerà, accompagnando la loro ricerca: un racconto – una sorta di diario di bordo–, che viene diffuso sui canali digitali del Mattatoio, offrendo una prospettiva interna ed espansa sul processo di lavoro, un approfondimento iniziato in un momento precedente, quello del lock down, in cui non c’era certezza della fattibilità del progetto e in cui si è analizzata la nuova temporalità emersa. Il tentativo di portare avanti questa attitudine alla cura si è sviluppata attraverso la forma del dialogo; residenze dialogiche, incontri che sono emersi nella distanza, portarti avanti da Ilaria Mancia coadiuvata da Paola Granato, teorica e dramaturg in residenza, in qualità di testimone. I dialoghi con i singoli artisti indagano vari aspetti della ricerca e del sistema artistico e si aprono, di volta in volta, a persone invitate, studiose e studiosi, per realizzare dei focus su alcuni argomenti specifici e approfondire il percorso dei diversi lavori, intercettando temi comuni e tracciando trame condivise. Il confronto teorico diventa qui atto di cura reciproca, forma di relazione, un riflettere non solo per il piacere concettuale della speculazione ma anche per il piacere dell’incontro e dell’approfondimento.

La residenza di Cristina Kristal Rizzo

Dal 29 Dicembre 2020 al 31 Gennaio 2021

ROMA

LUOGO: Link web

INDIRIZZO: online

CURATORI: Ilaria Mancia

SITO UFFICIALE: http://medium.com/prender-si-cura

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