
Piergiorgio Odifreddi, Come stanno le cose. Il mio Lucrezio, la mia Venere, 2013, Rizzoli
Piergiorgio Odifreddi ha presentato, nella Sala Gialla del Salone del Libro il suo nuovo libro Come stanno le cose, dedicato a due figure fondamentali della cultura Occidentale: Lucrezio e Newton.
Il De Rerum Natura è un’opera in versi di divulgazione della scienza e della filosofia epicuree: le nozioni descritte devono spesso essere interpretate al di là dell’aspetto e della forma letteraria. Nasce, a questo modo, l’esigenza di ripensare la traduzione del testo lucreziano: “Ho deciso di raccontare il poeta in prosa, con un linguaggio che richiami il più possibile i concetti come lui li intendeva – ha proseguito Piergiorgio Odifreddi -. E così facendo risulta evidente quando Lucrezio sia stato anticipatore di tanta scienza moderna”. A partire dalla volontà di Lucrezio di indagare le cause delle cose, considerate come fenomeni in continua nascita e trasformazione, l’autore ci accompagna nello svelamento della profonda etimologia degli scritti lucreziani. I collegamenti con la letteratura e con l’arte sono innumerevoli.
Gli oggetti primi individuati da Lucrezio come radici del mondo sensibili possono essere assimilabili all’alfabeto. In questo caso, Piergiorgio Odifreddi ci mostra, come illustrazione del concetto, una significativa opera di Alighiero Boetti. Allo stesso modo, per avvicinarci all’idea lucreziana di “pulviscolo atmosferico”, l’autore decide di proiettare alcune opere dei maestri del Pointillisme, citando il passo di Lucrezio: “Se sui colli le pecore si muovono, osservate da lontano ci appaiono ferme”. Le considerazioni del filosofo sul passare delle stagioni ci vengono introdotte da un breve excursus sui significati della Primavera di Sandro Botticelli.
Isaac Newton è tra gli scienziati moderni più avvicinabili a Lucrezio per sensibilità e modalità di ricerca. Piergiorgio Odifreddi ha sottolineato come lo stesso matematico inglese abbia pensato di essere soltanto il continuatore di una scienza antica e non un innovatore. Tante scoperte precedenti sarebbero state sempre trasmesse in modo esoterico e, per questo, perdute o dimenticate nel corso della storia. “Nessuna ipotesi sulla metafisica accomuna Lucrezio a Newton” sostiene Odifreddi. I sistemi di indagine basati su un’ingenua e fertile curiosità sono, invece, molto simili. “L’unica vera novità – ha concluso Odifreddi – sta nell’introduzione del metodo quantitativo, cioè dell’uso della matematica, che ha, putroppo, contribuito ad allontanare molti dalla scienza”.
“Come stanno le cose” affianca a una versione in prosa del capolavoro di Lucrezio un commento illustrato di Piergiorgio Odifreddi, che ne mostra le connessioni ideali o fattuali con l’intera cultura, umanistica e scientifica. Si scopre così che le parole di un letterato classico e i pensieri degli scienziati contemporanei convergono nell’offrire una visione del mondo affine.