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La Via del Teatro a Milano, Il Teatro Carcano – Intervista a Fioravante Cozzaglio

“Fare Teatro a Milano” la conversazione virtuale tra i “teatranti milanesi” lanciata dal Reportage è iniziata. L’intervista all’Assessore alla Cultura di Milano Filippo Del Corno è seguita qui dalla voce di Fioravante Cozzaglio, Direttore artistico insieme a Sergio Fantoni del Teatro Carcano.

La prossima Stagione del Teatro Carcano si chiamerà “In mare aperto”. La pluralità di linguaggi, che caratterizza la stagione teatrale dello storico Teatro negli ultimi anni, crescerà ancora grazie alla collaborazione con la Fondazione La società dei concerti Milano. Tre appuntamenti la Domenica mattina per il ciclo Ascoltare con gli occhi: la musica a Teatro protagonisti “Beethoven e i suoi eredi” e il pianista israeliano Saleem Ashkar.

Fioravante Cozzaglio, Direttore artistico del Teatro Carcano di Milano

Fare Teatro a Milano

Nell’introduzione al Reportage ho visto che tutti elogiano il Sistema Milano, sono d’accordo, se lo si raffronta a quello che succede nel nostro paese. Si, siamo eccezionali rispetto alla situazione di Roma o del resto d’Italia. Se però confrontiamo Milano con il resto del mondo bisogna essere più modesti. Quello che viene fatto a Milano non è una cosa effettivamente straordinaria, è la normalità in altri paesi.

Il Ragionamento che fa Del Corno sul sistema Milano è assolutamente condivisibile. Come si fa a non dire che è virtuosa l’Amministrazione che da trent’anni a questa parte ha costruito questo sistema. Ma la grandezza della città di Milano è che di Amministrazione in Amministrazione, di destra o di sinistra che fosse, non è stato distrutto quello che era stato fatto dalla precedente. Questo ha portato a costruire un sistema abbastanza stabile e tutti speriamo che in futuro non venga distrutto.

L’Assessore Del Corno ha fatto sicuramente il massimo che era possibile all’Amministrazione per il Teatro a Milano. Devo però anche dire, guardando alla situazione del Carcano nello specifico, che questo sistema ci premia fino ad un certo punto. Noi abbiamo dato prova in questi cinque anni di saper cambiare, di saper trasformare il teatro, di saper essere attrattivi e di fare un lavoro, lo dico senza falsa modestia, paragonabile a quello dei maggiori teatri milanesi. Il primo feedback avuto sono stati i due tentativi di toglierci o di diminuirci il contributo da parte del Ministero, mentre dal Comune abbiamo avuto in cinque anni un aumento del contributo di 10.000 euro. Un premio questo di cui siamo grati e ringraziamo, perché sappiamo benissimo che i fondi a disposizione del Settore Cultura di Milano sono limitati. Per quanto ci riguarda, però, non siamo contentissimi. Se dobbiamo allargare il discorso devo dire che il Ministero ci ha impedito di crescere. Ci ha negato la possibilità di diventare un TRIC (Teatro di Rilevanza Culturale), come il Teatro Parenti e il Teatro Elfo Puccini, che era l’unico modo per avere accesso ad altri contributi dagli enti locali. Accesso che io chiedevo non tanto per avere soldi dal Ministero, quanto perché con quella qualifica potevamo ottenere dagli enti locali un contributo più adatto al lavoro che facciamo. La risposta che ci fu data era che non era necessario a Milano avere un terzo TRIC. Mi sembra sia stata una risposta piuttosto burocratica, perché il lavoro lo facciamo comunque anche se non abbiamo i titoli.

A Milano si parla di un sistema teatrale pubblico vastissimo, che è fondato sul fatto che il Comune direttamente o indirettamente gestisce o è comproprietario di 6/7 teatri e pur nella più totale libertà artistica è un grande vantaggio, anche solo nel facilitare la spesa dell’affitto, vantaggio che noi non abbiamo. Devo dire che non è il contributo ricevuto dal Comune di Milano a poter fare la differenza per fare di più. Questo Teatro per fortuna vive sulla volontà e sulla forza economica di 5 privati e finché questo sarà possibile il Teatro vivrà. Non posso che essere grato all’Amministrazione milanese, però devo anche dire che, per quanto riguarda quanto succede in questa città, il Carcano non ha visto premiato lo sforzo che ha fatto in questi 5 anni. Lo dico con molta serenità, ma anche con molta fermezza.

 

Iniziative per il Teatro a Milano

Sono d’accordo con l’Assessore Del Corno, Milano è una città già sovraccarica di eventi e ci sono già tante iniziative teatrali, le più varie. Cito, ad esempio, NEXT ideato e promosso da Regione Lombardia un piccolo Festival delle novità teatrali. C’è la bellissima iniziativa Invito a Teatro che unisce tutti i Teatri milanesi. Volendo dare un suggerimento io darei un po’ più di forza a quelle esistenti.

 

Il Pubblico

Dal 2015 ad oggi il pubblico del nostro Teatro è aumentato del 10-15% ogni anno. Nel 2018 abbiamo avuto, in tutto l’arco della stagione, 220 aperture di sipario e una media di presenze di 510 persone. Rispetto alla dimensione del Teatro può sembrare poco, ma in assoluto è un numero alto e destinato ad aumentare. Non credo che con la prosa riusciremo ad andare oltre le 600/650 persone di media.

Le dimensioni del Teatro sono per noi una sfida. Il Carcano è, infatti, un Teatro di mille posti. Questa sua caratteristica ha spinto negli anni ad essere “più generalisti” e ci ha costretti a pensare cosa significhi. In un Teatro di nicchia è più facile coltivare una voce e dare unicità. Come creare un’identità e organizzare un racconto del mondo che sia coerente e interessante per un “pubblico medio”?  La nostra ambizione ogni anno è stata di aggiungere un tassello e in questa stagione che si sta chiudendo è stato l’opera lirica, che non si vedeva su questo palco da decenni. E’ stato per me un passo importante qualitativamente, che si aggiunge alla sperimentazione fatta in queste 5 stagioni con l’ingresso di spettacoli nuovi e diversi rispetto alla tradizione generalista e un po’ classica del Carcano dei tempi di Giulio Bosetti.
Volendo citare, quindi, alcuni spettacoli di rottura di quest’ultima stagione che hanno funzionato molto bene: l’opera lirica “Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni” con l’orchestra del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano; le nuove voci del teatro contemporaneo “Alla mia età mi nascondo ancora per fumare” dell’autrice algerina Rayhana in scena Serena Sinigallia; il dramma musicale “Queen Lear” della Compagnia Nina’s Drag Qeens; Molièrre/Il Misantropo (ovvero il nevrotico in amore) di e con Valter Malosti.

Comunque la risposta di pubblico c’è stata, ha gradito il cambiamento. Cambiamento che ha significato offrire una commistione di linguaggi. La nostra stagione adesso è Lirica, ma anche spettacoli di Danza importanti, Teatro per ragazzi, La Cultura narrata (incontri organizzati con La Terza e condotti da Philippe Daverio e Paolo Colombo), Prosa, le nostre Produzioni, la Musica, le Favole a Teatro.

Facciamo un’attività sterminata, di molto maggiore rispetto all’attività di altri, con un solo scopo educare al Teatro per far crescere il Pubblico. La domenica mattina spesso abbiamo 800 bambini, dai 6 agli 8 anni, sono futuri spettatori che escono contenti di essere stati a Teatro.

Una sala teatrale oggi se fa solo Teatro di prosa è destinata a impoverirsi. Se fa spettacolo, se fa cultura, se fa incontro è destinata a crescere. Il senso vero della nostra gestione teatrale non è tanto il singolo spettacolo, bello o brutto, ma la socialità che ne scaturisce. Questa è la cosa importante. Il Teatro è un centro di socialità. Questo è il Teatro per noi, non c’è uno spettacolo privilegiato rispetto ad altri è l’insieme che fa il senso delle cose, e la pluralità di linguaggi rispecchia questa esigenza. Il senso di aver introdotto la Lirica nella nostra Stagione teatrale è stato di consentire ad un numero più alto di milanesi di poterne godere o di scoprirla per la prima volta, ad un prezzo accessibile. Penso che il Teatro debba essere fatto per la gente e non per le élite.
Il mondo contemporaneo è un mondo dove bisogna abituarsi al movimento e al cambiamento. Il senso del nostro lavoro di teatranti è abituare il pubblico a capire che tutto sta cambiando. Bisogna saper adottare linguaggi nuovi in fretta, perché altrimenti si rimane indietro. Questo vale nell’economia come nella cultura.

 

La Nuova Stagione 2019/2020

La prossima Stagione del Teatro Carcano si chiamerà: In mare aperto. La corsia di lavoro che abbiamo creato in questi anni continuerà l’anno prossimo con le iniziative che abbiamo avviato: la collaborazione con il Conservatorio in una dimensione diversa, grandi iniziative legate alla danza, la prosa resta l’asse ideologico del teatro, il progetto La cultura narrata si è espanso moltissimo, diventando quasi una protagonista della programmazione così come Ex Novo. Esplorando un teatro diverso. Abbiamo dato forza alla multilateralità del teatro. Il nuovo tassello che aggiungeremo quest’anno alla nostra programmazione è la collaborazione con La società dei concerti.

 

Per saperne di più dovremo aspettare la Conferenza stampa.

TEATRO CARCANO
Corso di Porta Romana, 63 – 20122 Milano
www.teatrocarcano.com

About Diana Cicognini

Diana. Dea cacciatrice! Il mio territorio è Milano, la mia preda l'Arte ... che racconto, scrivo, disegno e metto in mostra. Giornalista pubblicista, la mia Nikon mi accompagna sempre per testimoniare la bellezza e là dove il mio obiettivo fotografico non arriva...un grazie dichiarato ad artisti, gallerie ed uffici stampa che mi concedono "uno scatto" per le mie parole.

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